Viterbo – “Quarto Trabacchini era una brava persona”. “Un uomo – come ha detto don Giuseppe Castagnini – che va ricordato per tutto quello che ha fatto”. Questa mattina i funerali dell’esponente politico del Pci prima, del Pds poi e della sinistra viterbese in generale. La messa, nella chiesa di Grotte Santo Stefano, comune di Viterbo, dove Trabacchini era nato nel 1949, subito dopo una guerra, la seconda, che nella città dei papi, medaglia d’argento al valore civile, ha visto morti e distruzione. Almeno mille le sole vittime dei bombardamenti alleati del 1944.
Viterbo – I funerali di Quarto Trabacchini
“Un uomo che va ricordato per tutto quello che ha fatto – ha ribadito don Giuseppe -, un’anima buona che il Dio accoglierà come tale. Una persona che quando c’era da dare dava e quando c’era da dire era chiaro”. Come le lacrime che “i comunisti – disse Giancarlo Pajetta, tra i più grandi dirigenti di sempre del Pci, ai funerali di Enrico Berlinguer – si asciugano solo per vederci meglio”.
Quarto Trabacchini, scomparso l’11 giugno all’età di 72 anni, è stato segretario della Fgci (giovani comunisti), segretario della federazione del Pci e consigliere comunale a Viterbo. Funzionario di partito, con la moglie Gemma Piacentini, ha segnato un vasto periodo della politica viterbese. Ha ricoperto la carica di deputato nel Pci e nel Pds, attraversano la difficilissima fase della svolta della Bolognina, voluta da Achille Occhetto. Un passaggio e al tempo stesso, dopo quasi un secolo di lotte, un dramma collettivo in Italia che stava cambiando pelle rapidamente e radicalmente con i movimenti populisti che stavano prendendo il sopravvento sulla forma partito. Quella che Trabacchini aveva conosciuto e costruito. Quella democrazia progressiva che si infranse contro le istanze del ’68 e dell’autunno caldo. Quando Trabacchini aveva appena vent’anni. Trenta quando le Brigate rosse rapirono e uccisero Aldo Moro. Una quarantina quando a spegnersi fu invece il Pci. Dopodiché Berlusconi, Dini, Prodi, Monti, Salvini, i 5 stelle e i morti affogati nel Mediterraneo. Un’epoca fa. Infine il Covid.
Viterbo – Quarto Trabacchini
L’uomo e il compagno, la storia di un’idea e di un movimento che, con Quarto e tanti altri, ha costruito la democrazia in un Paese uscito dalle macerie del fascismo. Per la prima volta, con enormi sacrifici e tanti morti ammazzati. In particolare modo quelli della strategia della tensione, da giovane ventenne. Da piazza Fontana alla stazione di Bologna. In mezzo, Viterbo e il territorio della Tuscia. Con gli stessi problemi di oggi. Disoccupazione, infrastrutture che mancano, opere che non vengono ultimate e un tessuto socio-economico fragile e fondato spesso sulle clientele.
Viterbo – I funerali di Quarto Trabacchini
Un territorio, quello della Tuscia, caratterizzato da lotte importanti, tutte ancora da raccontare. Dalla Biferali a Pianoscarano alla figura del sindaco di Roma Luigi Petroselli di cui, quest’anno, ricorre il quarantennale della scomparsa. Fino alle battaglie pro e contro il nucleare che negli anni ’80 si sono consumate tutte nella piana di Montalto. Con la fame di lavoro che intanto cominciava a prendere piede in una provincia non più rurale e, al tempo stesso, incapace di diventare qualcos’altro.
Viterbo – I funerali di Quarto Trabacchini
A salutare Trabacchini, oggi, davanti e dentro la chiesa di Santo Stefano in fondo al paese, c’erano tutti. Il sindaco di Viterbo, Giovanni Arena, il presidente della provincia Pietro Nocchi, Alessandra Troncarelli ed Enrico Panunzi, rispettivamente assessora e consigliere regionale, l’ex assessore regionale Giuseppe Parroncini, Alessandro Mazzoli e Manuela Benedetti del Pd, il consigliere comunale Vittorio Galati, il presidente dell’Ater Iva Grazini, il presidente dell’Anpi Enrico Mezzetti, l’artista Alessio Paternesi e l’ex presidente della provincia “progressista” del ’93, Ugo Nardini.
Viterbo – I funerali di Quarto Trabacchini
“Il mondo ha bisogno di gente come Quarto – ha concluso don Giuseppe -, perché, chi riconosce nell’altro un fratello ha capito perfettamente quello che Dio ci vuole dire. Gli insegnamenti di Quarto ci spingono sul sentiero della vita e, soprattutto, a lavorare per il bene degli uomini”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotocronaca: I funerali di Quarto Trabacchini – Video: L’ultimo saluto
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