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Santa Rosa - Ieri le ultime prove per il trasporto di Fiore del cielo

Consegnati ciuffi e spallette

di Francesca Buzzi
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La consegna dei ciuffi

La consegna dei ciuffi

Sandro Rossi passa in rassegna i facchini

Il capofacchino Sandro Rossi passa in rassegna i suoi ragazzi

Un facchino misura l'altezza della spalla

Un facchino misura l'altezza della spalla

Le prove di aggancio delle stanghette sotto Fiore del cielo

Le prove di aggancio delle stanghette sotto Fiore del cielo

Le prove di aggancio delle stanghette sotto Fiore del cielo

I nuovi facchini e il nuovo medico

I nuovi facchini e il nuovo medico

Uno dei facchini prova il ciuffo e si posiziona sotto la macchina

Uno dei facchini prova il ciuffo e si posiziona sotto la macchina

Il presidente del sodalizio Massimo Mecarini

Il presidente del sodalizio Massimo Mecarini

I facchini sotto Fiore del cielo per le ultime prove

I facchini sotto Fiore del cielo per le ultime prove

– Ciuffi, spallette, stanghette, leve, corde e cavalletti. Ci sono tutti.

Dal più anziano al più giovane. Dal più alto al più basso. Ognuno ha il suo ruolo. Ognuno è indispensabile (fotoracconto).

A pochi giorni dal trasporto di Fiore del cielo i facchini di santa Rosa si sono riuniti alla chiesa della Pace. Il loro tradizionale luogo di ritrovo. Qui si radunano a giugno per le prove di portata e qui, ieri, si sono visti per mettere a punto gli ultimi particolari. Un incontro fondamentale per poi portare la macchina e per stabilire la formazione definitiva.

Il capofacchino Sandro Rossi li ha passati tutti in rassegna. Con sguardo attento e concentrato li ha posizionati in fila uno per uno.

Prima i ciuffi, poi le spallette e così via, controllando al millimetro l’altezza delle spalle per definire la formazione e consegnare a ognuno di loro gli “attrezzi del mestiere”, quei supporti in pelle e stoffa che useranno per proteggersi dal peso della macchina la sera del tre settembre.

La formazione dei facchini, infatti, viene decisa in base all’altezza e deve seguire anche la forma a schiena d’asino delle strade che la macchina dovrà percorrere. Con i facchini più alti ai lati della macchina per ogni fila. Quelli più bassi al centro. Ciò che viene misurata è in particolare l’altezza del punto di portata. E per fa questo con precisione viene usato un simulatore.

Negli occhi dei facchini, fissi su quelli del capofacchino e del presidente del sodalizio Massimo Mecarini, c’è spazio per tante emozioni diverse. C’è l’orgoglio e la fierezza di far parte di una grande famiglia e di essere uniti in nome della loro amata Santa Rosa. C’è la tensione e la preoccupazione per lo sforzo che sanno di dover affrontare. C’è la frenesia e la fretta di arrivare presto a quella sera per essere ancora una volta i protagonisti di un miracolo.

E Sandro Rossi, che sa bene come prenderli e che li guarda come se fossero tutti ragazzi, è proprio come un padre di famiglia: severo e comprensivo, scherzoso e austero. Li riprende se non prestano attenzione, li incoraggia se legge nei loro volti qualche tentennamento.

Ma la prova generale, per i facchini di Santa Rosa, è anche l’inizio della festa. Un momento per stare insieme, tutti, e per accogliere i nuovi ragazzi che si sono aggiunti alla formazione. Quest’anno sono sei, più il dottor Martinengo che si aggiunge agli altri quattro medici che seguiranno il trasporto.

A loro, i nuovi arrivati, spetta il compito di presentarsi e di dimostrare davanti agli altri l’amore per Santa Rosa intonando la canzone a lei dedicata.

Il grosso è fatto, i ruoli sono stati definiti, ma prima di sciogliere i ranghi e darsi appuntamento sotto Fiore del cielo per altri piccoli dettagli tecnici, non può mancare il grido unanime che da sempre li carica e li unisce. “Evviva Santa Rosa!” dice il capofacchino Rossi. “Evviva, evviva, evviva!” rispondono loro in coro facendo vibrare le pareti.

Dalla chiesa della Pace si passa quindi a Porta Romana, sotto l’impalcatura della macchina. In realtà non per tutti è indispensabile quest’ultimo incontro perché serve più che altro per chi deve imparare a posizionare i cavalletti sotto Fiore del cielo e per chi deve agganciare le spallette alla struttura.

Ma è un’occasione che in pochi si lasciano sfuggire. Qualche ciuffo si inginocchia per provare a posizionarsi al suo posto, le spallette aggiuntive vengono inserite e tolte più di una volta per non lasciare nulla al caso e gli addetti ai cavalletti studiano il modo più corretto per essere preparati al loro compito.

Ormai è davvero tutto pronto. Non resta che attendere il tre settembre e il fatidico “Sollevate e fermi”.

Francesca Buzzi


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27 agosto, 2012

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