Viterbo – L’istituto Paolo Savi
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – I docenti dell’Ite “Paolo Savi” di Viterbo si sono autoconvocati al fine di discutere e deliberare un documento comune da inviare a tutte le autorità che hanno partecipato al processo di riapertura delle scuole in presenza, al fine di rivedere le decisione assunte che, in questo particolare periodo di pandemia, possano effettivamente tenere conto del giusto bilanciamento tra il diritto costituzionalmente garantito alla salute e quello alla istruzione.
In quest’ottica l’aver disposto d’autorità la riapertura in presenza delle scuole, ancorché al 50%, e soprattutto l’aver instaurato doppi turni di entrata e di svolgimento delle lezioni, sembra essere un provvedimento di natura politica, voluto fortemente a livello ministeriale, ma che non tiene affatto conto delle realtà territoriali, della autonomia delle singole scuole, del mancato rafforzamento della rete dei trasporti, dei dati epidemiologici di attuale forte sviluppo della pandemia e soprattutto dei pericoli e dei disagi che tale riapertura degli Istituti potrebbe provocare nei confronti del personale scolastico nella sua interezza.
Il primo vulnus creato da tale modus operandi è sicuramente costituito dal fatto di non aver approntato, nonostante il tempo a disposizione e le rassicurazioni fornite in merito, il rafforzamento della rete dei trasporti che avrebbe dovuto consentire agli studenti di viaggiare in piena sicurezza e di essere a destinazione alle 8 di mattina.
Contrariamente nonostante il doppio turno di ingresso, alle 8 ed alle 10, gran parte degli studenti arriva a Viterbo molto prima dell’ ingresso del secondo turno ed è costretta a sostare fuori la scuola o a girovagare per la città con pericolo di creare quegli assembramenti che la normativa di settore intende evitare.
Senza dire che il rientro alla propria residenza al termine delle lezioni è, se possibile, ancora più disagevole, in quanto dalle 15,30 risultano carenti alcune corse e gli studenti sono costretti a rientrare presso la propria abitazione nel tardo pomeriggio, stanchi e senza aver consumato un pasto regolare, in quanto le scuole sono prive del servizio di mensa.
Appaiono evidenti a chiunque le gravi ricadute di tali scelte irrazionali sulla didattica, al pari delle conseguenti limitazioni per gli studenti nel poter svolgere una coerente attività di studio personale; inoltre tale scelta li espropria di fatto della propria vita sociale e relazionale.
Senza voler omettere di considerare le conseguenze in ordine all’organizzazione del lavoro dei docenti, il cui orario di servizio viene spesso dilatato su tutta la giornata, visto che l’inizio delle lezioni è alle 8 ed il termine delle stesse è alle 15,30, anche nella specie senza alcun servizio di mensa.
Sotto quest’ultimo profilo non riteniamo che il contratto di lavoro sottoscritto tra le parti possa consentire una così diversa ed articolata giornata lavorativa, spalmata su quasi otto ore, modificata unilateralmente e senza la predisposizione dei relativi servizi compensativi quali mense e/o buoni pasto.
L’altra criticità che viene in rilievo è sicuramente quella della sicurezza sui luoghi di lavoro che viene superficialmente liquidata con l’apodittica asserzione “la Scuola è un luogo sicuro”, come se tutto ciò che riguarda la diffusione della pandemia si fermasse, come per incanto sulla porta delle Istituzioni scolastiche al suono della campanella di ingresso e non costituisse affatto un dato di rischio.
In proposito è appena il caso di ricordare come ogni docente si trovi all’interno della classe con circa 25 ragazzi, dato che la didattica in presenza al 50% non significa affatto che partecipi alla lezione la metà della classe, ma che, per ovvi motivi organizzativi, sia la intera classe a ruotare fra presenza a scuola e lezione a distanza.
Ne deriva che la tesi della assoluta sicurezza che viene sbandierata per la ripresa delle lezioni in presenza non è effettivamente tale, dato che non è suffragata da alcun elemento certo ed oggettivo.
Anzi ciò che sembra essere assolutamente carente in relazione al mondo della scuola è proprio la mancata divulgazione di dati epidemiologici ufficiali relativi al contagio, sia in relazione alle singole regioni, che in campo nazionale.
Riteniamo per la tranquillità di tutti che si debba dare risalto alla diffusione delle notizie in ordine a quanto ci occupa, anche perché non sembra essere affatto imminente la vaccinazione del personale scolastico.
Tanto premesso si richiede, pertanto, che la scuola torni alla didattica digitale integrata fino a quando non sarà definitivamente risolto il problema dei trasporti in sicurezza, vengano resi pubblici i dati epidemiologici in ordine alla diffusione del virus Covid 19 all’interno del mondo della scuola, o, in subordine, si propone la ripresa in presenza limitata al 25% degli alunni con un solo turno di ingresso alle 8, che consentirebbe il ritorno ad una didattica maggiormente sostenibile, anche con la attuale situazione deficitaria dei trasporti.
Soltanto così riteniamo possa realizzarsi quell’effettivo bilanciamento del diritto alla salute rispetto a quello alla istruzione, essendo non revocabile in dubbio che, nella ipotesi di un eventuale contrasto tra gli stessi, debba sempre essere affermata la prevalenza del primo.
Prima di chiudere una notazione non può non essere dedicata alle segreterie nazionali dei sindacati di categoria che, al di là di alcune prese di posizione di carattere formale, non hanno mostrato di voler assumere iniziative serie a fronte di tali azioni ministeriali assolutamente non condivisibili che pongono in pericolo la salute di tutti i lavoratori della scuola.
Ci domandiamo a quando iniziative più concrete per la tutela dei nostri diritti?
Concludendo si insiste per l’accoglimento delle richieste sopra formulate, dichiarandoci disponibili al contraddittorio con chiunque abbia veramente a cuore il problema, riservando ovviamente di assumere, nella deprecata e non creduta ipotesi di mancato riscontro, azioni più incisive a tutela della propria salute e di quella degli alunni, nonché a salvaguardia della propria professionalità e di una adeguata azione didattica.
Docenti dell’Ite “Paolo Savi” di Viterbo
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY