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Tribunale - Parla la cognata della presunta vittima - Tra i congiunti annosi rancori per la divisione dell'eredità

“Mio marito non ha preso a bastonate il fratello”

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Tribunale

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Arlena di Castro – (sil.co.) – “Mio marito si muoveva a fatica per il mal di schiena, non ha spaccato alcun bastone sulla testa di mio cognato”. A parlare così davanti al giudice Giacomo Autizi la moglie dell’allevatore accusato di avere brutalmente aggredito il fratello nelle campagne di Arlena di Castro.

Una tragedia sfiorata, in località Banditaccia dove, l’11 maggio 2015, i vecchi dissapori tra i due congiunti, tuttora in lite per la divisione dell’eredità e con un altro processo penale a parti invertite in corso, sono sfociati in una corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Montefiascone e in un procedimento per lesioni aggravate a carico del presunto aggressore. Difeso ieri strenuamente dalla moglie, che lo ha descritto come un uomo buono e dal carattere mite.

Per la presunta vittima è finita con una prognosi complessiva di 110 giorni, messa sempre in dubbio dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Corrado Cocchi, che ieri ha chiamato a testimoniare la moglie dell’imputato.

“Erano circa le sette di sera e avevamo le pecore nel campo, dopo la mungitura, quando è arrivato mio cognato che voleva aprire a tutti i costi il cancello per fare entrare i cavalli. Siccome pecore e cavalli sono incompatibili, mio marito gli ha detto no, cercando di bloccare il cancello. Ma non avendo forza, perchè era pieno di dolori, mio cognato ha avuto subito la meglio, l’ha aperto e ha fatto passare lo stesso i cavalli”, ha detto la donna, negando bastonate.

“Il cancello è pesante, fatto di tubi Innocenti, e mio cognato è uno che cade in continuazione da cavallo… “, ha aggiunto, mentre veniva incalzata dal difensore di parte civile Luca Paoletti.

Il processo si è aperto, il 6 giugno 2019, con la testimonianza della presunta vittima.

“Quel terreno – ha detto – appartiene a tutti e due. Io ero andato a governare i cinque cavalli che stavano lì al pascolo. Ma li ho trovati chiusi, che non mangiavano. Allora sono andato per aprire il cancello, quando mio fratello mi ha dato una bastonata, anzi due. La prima sul braccio, che avevo alzato per scansare il colpo. La seconda in testa, quando il bastone si è rotto e io sono stramazzato per terra”.

La difesa, anche ieri, ha messo in dubbio la ricostruzione dei fatti, mostrando alla moglie dell’imputato una serie di fotografie dei luoghi dove sarebbero avvenuti i fatti.

Nel frattempo i due fratelli – a parti rovesciate – sono anche davanti al giudice Gaetano Mautone per il presunto furto di quattro cavalli risalente a ben sette anni fa. Un processo, questo, in cui è imputato il fratello che sarebbe stato preso a bastonate e il presunto bastonatore è invece parte civile.

Il movente, secondo quanto emerso durante l’udienza dello scorso 18 ottobre, sarebbe da cercare nella festa di Sant’Antonio che si celebra ogni anno a Piansano. L’imputato, nel 2014, avrebbe prestato uno dei cavalli della parte civile agli organizzatori della manifestazione religiosa che lo hanno fatto sfilare per le vie del paese, cavalcato da una ragazza.


Articoli: Fa sfilare il cavallo del fratello alla festa di Sant’Antonio, è guerraSpacca un bastone sulla testa del fratello, tragedia sfiorata alla Banditaccia


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29 gennaio, 2021

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