Montefiascone – (sil.co.) – Ex giunta Paolini e polizia municipale falisca, si sono conclusi ieri gli interrogatori dei dieci indagati per abuso d’ufficio. Sei sono ex amministratori e quattro invece vigili urbani del comune di Montefiascone.
Al centro dell’inchiesta del pubblico ministero Franco Pacifici, che partendo da una determina del 2017 arriva al 2019, sono finiti il conferimento dell’incarico di comandante a Giulia Bassi e il concorso per l’assunzione di quattro agenti di polizia locale con contratto part-time a tempo determinato della durata di tre mesi.
Relativamente al concorso, in particolare, su tutti i tabulati a risposta multipla scritti dai concorrenti sarebbe stato fatto apporre il proprio nome e cognome e la propria firma. “In contrasto – secondo l’accusa – con il principio dell’anonimato ribadito anche dal consiglio di stato al fine di garantire l’imparzialità della pubblica amministrazione nello svolgimento delle prove concorsuali”.
Gli ex assessori Fabio Notazio e Rita Chiatti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del pm Pacifici. Hanno risposto l’ex comandante della municipale Luigi Salvatori e la nuova comandante Giulia Bassi. Sono state inoltre presentate delle memorie scritte. In procura ieri anche il vigile urbano in pensione Giovanni Nunziati e l’agente Luciana Fronda.
Giovedì erano stati sentiti l’ex sindaco Massimo Paolini, l’ex vicesindaco Orietta Celeste e gli ex assessori Paolo Manzi e Massimo Ceccarelli.
L’ex assessore Fabio Notazio
“Fabio Notazio – spiega il difensore Giovanni Labate, che assiste anche i quattro dipendenti della municipale – si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma solo per questioni di economia processuale, perché quello che doveva essere detto l’avevano detto gli altri membri della giunta”.
Adesso spetta alla procura l’ultima parola: “Confidiamo nell’operato del pm, cui abbiamo offerto tutti i chiarimenti nel corso di un colloquio improntato alla cordialità, alla piena disponibilità e alla trasparenza – sottolinea Labate – stante l’assoluta consapevolezza che l’operato dei miei assistiti è stato determinato dalla massima buona fede”.
L’ex assessore Rita Chiatti
Confida nella richiesta di archiviazione da parte del pm l’avvocato Fausto Barili, che assiste l’ex assessore Rita Chiatti.
“La mia assistita – ci tiene a dire Barili – si è avvalsa della facoltà di non rispondere, non per il timore di un confronto con il pubblico ministero, ma perché si tratta di una questione di carattere prevalentemente tecnico, si tratta di discutere di temi di diritto, riguardanti la legittimità dell’operato di un’amministrazione nell’assunzione di alcune iniziative della giunta, che dal nostro punto di vista sono tutte quante più che lecite, come spieghiamo in una dettagliata memoria che abbiamo prodotto, tanto nel ricorso alla mobilità interna quanto alla valenza che eventualmente deve avere l’omessa indicazione dei posti riservati alle cosiddette categorie deboli”.
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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