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Quattordici comuni e oltre 7 mila ettari coinvolti, le aree della Tuscia idonee per il deposito nazionale

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Viterbo – Deposito rifiuti radioattivi e nucleari, le mappe della Tuscia, ossia i documenti con l’inquadramento geologico, naturalistico ed antropico delle aree idonee a piazzarci il deposito nazionale, quello venuto fuori l’altra settimana con la pubblicazione da parte del governo della Cnapi, che ha colto un po’ tutti di sorpresa. Istituzioni e società civile, con una mobilitazione di associazioni, organizzazioni e amministrazioni che sta attraversando quasi tutte le zone coinvolte. 

A livello nazionale le aree individuate sono 67. Nella Tuscia 22, vale a dire il 32% dei territori intercettati lungo tutto il paese, da nord a sud. Più di tutti. Una percentuale che arriva al 92% se si considerano le sole aree del centro Italia. Ventiquattro. Ventidue riguardano la provincia di Viterbo, una quella di Grossetto e l’ultima la provincia di Siena. Nel resto del paese, a nord le aree ritenute idonee dalla Cnapi sono 8, a sud 17 e nelle isole 18.


Deposito nazionale - L'area di Montalto di Castro

Deposito nazionale – L’area di Montalto di Castro


Nella Tuscia i comuni coinvolti sono 14, gli ettari di terreno più di 7500 sostanzialmente distribuiti in due blocchi. Maremma e Monti Cimini. Due aree strategiche per lo sviluppo del territorio provinciale. Una provincia che ha inoltre, dati Istat, un numero di aziende agricole e di superficie agricola utilizzata tra i più alti a livello nazionale

I comuni interessati e il numero di aree in cui è inserito il loro territorio: Tuscania, il suo territorio è riportato in 7 distinte aree, Canino 5, Montalto di Castro 4, Arlena di Castro 4, Vignanello 3, Corchiano 3, Piansano 2, Tessennano 2, Ischia di Castro 2, Soriano nel Cimino 2, Gallese 2, Cellere 1, Tarquinia 1, Vasanello 1.

La Cnapi suddivide i territori in aree. Per ciascuna area, dopo un introduzione con le fasi della localizzazione e l’approccio metodologico adottato, si va ad analizzare la geologia, gli aspetti naturalistici e le caratteristiche antropiche, verificando infine criteri di esclusione e approfondimento. In appendice ai documenti le carte geologica, degli elementi idrogeologici e dell’uso del suolo di ciascuna area.


Deposito scorie radioattive - Le aree idonee nel Viterbese

Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese


Quattordici comuni, cioè il 23% del territorio della Tuscia, con il grosso, 9 comuni, in Maremma. Il resto sui Monti Cimini. Due zone della provincia di Viterbo storicamente ed economicamente rilevanti, sia per quanto riguarda le filiere produttive, nocciola, allevamenti, ortofrutta, sia dal punto di vista turistico. A partire dal centro storico e dalle basiliche romaniche di Tuscania. Per finire con etruschi e romani a Canino. Nel cuore della riforma di quello che una volta si chiamava Ente Maremma, oggi Arsial, Agenzia regionale sviluppo e innovazione agricoltura Lazio. La prima distribuzione delle terre a braccianti e contadini, dopo la seconda guerra mondiale. Poderi di 10 ettari che col tempo sono stati venduti oppure si sono ampliati fino a configurare vere e proprie grandi proprietà su quella che una volta era la terra del latifondo delle grandi famiglie nobiliari romane. Sui Monti Cimini, attraverso una serie di contratti con i piccoli e medi produttori, si sta mano mano configurando un’area che fa capo alla multinazionale Ferrero. 


Deposito nazionale - L'area di Tuscania

Deposito nazionale – L’area di Tuscania


Territori rurali dove l’agricoltura, quella piccola e media, un tempo svolgeva un ruolo determinante, soprattutto in Maremma. Oggi la grande distribuzione, con la richiesta di quantitativi che la piccola e anche media proprietà possono reggere, rappresenta il punto di riferimento della produzione agricola un po’ in tutta la provincia di Viterbo. Sempre dalle parti della Maremma sono previste inoltre grandi estensioni di fotovoltaico, con proprietà legate anche a società estere, e a Montalto una centrale a Turbogas gestita da Enel che ne ha prevista pure un’altra a Torrevaldaliga nord, Civitavecchia, qualche chilometro più a sud.


Deposito nazionale - L'area di Canino

Deposito nazionale – L’area di Canino


Nel frattempo, la traversale, cioè la superstrada che alla fine di tutto dovrebbe collegare Terni-Orte con Civitavecchia, non è ancora arrivata al porto. Il progetto, però, risale a più di 50 anni fa. E pure la superstrada,  ferma adesso a Monte Romano, dopo aver attraversato anch’essa un pezzo di Maremma, piano piano che procede rosicchia ettari di terreno. E c’è ancora in ballo il passaggio per la Valle del Mignone, osteggiato dalle associazioni ambientaliste. Territori, a cavallo tra Civitavecchia e Tarquinia, che proprio qualche giorno fa hanno dato vita anche a un “Fronte del no” alla centrali di Torrevaldalica nord e sud. La prima dell’Enel, la seconda di Terreno Power. Sempre a Civitavecchia, muovendo da altre questioni, il sindaco Ernesto Tedesco ha chiesto infine di potersi unire alla provincia di Viterbo.


Deposito nazionale - L'area di Corchiano

Deposito nazionale – L’area di Corchiano


Adesso, dalle parti della Maremma, così come per quanto riguarda i Cimini, c’è pure l’ipotesi del deposito nazionale di rifiuti radioattivi e nucleari. Con l’avvio di un iter fatto di consultazioni e osservazioni che durerà 60. Per approdare poi alle fasi successive, quelle della decisione. Un percorso che, tra una cosa e l’altra, potrebbe durare tre, quattro anni. E nella peggiore delle ipotesi per le comunità che vi si oppongono, portare a un deposito che coprirà un’area di 150 ettari. 110 ettari destinati al deposito e 40 a un parco tecnologico.


Deposito nazionale - L'area di Soriano nel Cimino

Deposito nazionale – L’area di Soriano nel Cimino


Il deposito sarà caratterizzato da “un complesso di edifici – spiega il sito internet depositonazionale.it – idoneo allo stoccaggio di lungo periodo di circa 17.000 metri cubi di rifiuti a media e alta attività, che resteranno temporaneamente al Deposito, per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico”.

Nel frattempo, gli ettari di terreno della Tuscia ritenuti idonei dalla carta nazionale per la costruzione di un deposito di rifiuti radioattivi e nucleari sono più di 7500. 5800 in Maremma e 1741 sui Monti Cimini.

Daniele Camilli


Le aree della Tuscia idonee alla costruzione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi e nucleari


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