Viterbo – Tre cani, una volpe e due morti. La volpe e uno dei due cani. Un altro cane, invece, s’è salvato per miracolo. Mentre il terzo, fortunatamente, è rimasto illeso. E pare che altri cani abbiano subito la stessa sorte. Tant’è vero che all’inizio del sentiero che porta alla necropoli etrusca, campeggiano due cartelli. Rossi con scritta bianca: “Attenzione, bocconi avvelenati”. L’ipotesi è infatti questa. Avvelenamento, e pare che la cosa vada avanti da tempo. A Norchia, comune di Viterbo, necropoli etrusca al confine con Vetralla, in piena Maremma.
Viterbo – Norchia – La volpe trovata morta
Il cane e la volpe sono morti il 20 marzo, probabilmente avvelenati. Proprio all’inizio del percorso archeologico, venendo giù dalla collina del Cinelli. C’è anche una denuncia per “avvelenamento cane” presentata ai carabinieri di Viterbo, forestale, tre giorni dopo e riguarda il cane, un bracco tedesco, scampato all’avvelenamento. Il corpo della volpe, invece, almeno fino a domenica 28 marzo, era ancora lì. Non più in mezzo alla strada, ma di lato. Buttato in mezzo a frattone.
“Alcuni pomeriggi fa – racconta Agnese Ferruzzi – mi trovavo a fare una passeggiata in bicicletta alla necropoli di Norchia. Lì ho incontrato due amici con tre cani. Abbiamo fatto un pezzo di strada insieme, e a un certo punto ci siamo imbattuti in una volpe morta da poche ore. Questa era l’impressione, dato che era ancora calda e non era ferita”.
Viterbo – Agnese Ferruzzi
Norchia è un sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale che si trova sul territorio di Viterbo, lungo l’antica via Clodia. Tra i più importanti in Italia. Di certo, tra i più abbandonati, al punto d’essere quasi dimenticato. A Viterbo la gente pensa che Norchia ricada sul territorio di Vetralla. A Vetralla sanno invece bene che fa parte di Viterbo. Risultato, l’area in questione è lasciata a se stessa. A vivacchiare. Sommersa dalla vegetazione, soprattutto d’estate. Ed è solo grazie alla soprintendenza e ai proprietari dei terreni, privati, che alcune tombe sono state liberate da erba ed alberi, e salvate. Per il resto, l’abbandono è evidente. Si vede già al parcheggio dove, in un angolo, c’è una discarichetta appoggiata, e ben composta, discretamente, sul marciapiede.
Viterbo – Norchia – Il sentiero con il cartello “Attenzione, bocconi avvelenati”
Subito dopo aver trovato la volpe, “tornando verso il parcheggio – racconta Agnese Ferruzzi – uno dei due cani ha cominciato a tremare e a buttare bava dalla bocca. A quel punto lo abbiamo preso in braccio e abbiamo cominciato a correre per raggiungere le automobili dei miei amici. Arrivati al parcheggio, ci siamo accorti che anche un altro cane aveva gli stessi sintomi. Tremore continuo e bava alla bocca”.
Viterbo – Norchia – Le due tombe a tempio
Un avvelenamento, così sembra, avvenuto nel bel mezzo della necropoli etrusca, dove la gente va a passeggiare con cani e figli che di solito infilano muso e mani dappertutto. Cercando di scorgere qua e là tombe, castello e chiesa di San Pietro come monumenti in Cambogia che sbucano fuori dalla giungla. Senza tigri e serpenti lunghi metri, ma con buche a terra, nascoste dalle foglie, che rischiano di slogarti un piede. Oppure, a seconda delle dimensioni, si rischia di cadere dentro. Visitare quello che resta della chiesa romanica, così come il colombario presenta tutta una serie di difficoltà.
Viterbo – Norchia – La volpe trovata morta
Non solo, ma il cane e la volpe morti, dopo aver attraversato lo stesso tratto di strada, non sarebbero i soli. Altri sarebbero stati avvelenati. E da quelle parti ci vanno solo turisti e persone a passeggiare. Camminata ammessa anche in zona rossa. Come se da queste parti qualcuno, buttando forse bocconi qua e là lungo i sentieri, dove si passa anche con le macchine, stesse dicendo a tutti di non mettere piede nella necropoli. Oppure, se l’ipotesi di avvelenamento dovesse essere confermata, lì dove cane e volpe sono morti dev’esserci qualcosa che non va.
Viterbo – Norchia – Il posto dove è stata ritrovata la volpe
Una necropoli vasta e complessa che s’arresta solo, obbligatoriamente, davanti al confine della zona militare del cosiddetto poligono di tiro. Esercito. In tal caso, il comune è quello di Monte Romano.
Una zona, quella di Norchia, abitata fin dal paleolitico superiore. Gli etruschi, e le tombe, arrivarono nel VI secolo a.C., i romani dopo. L’abitato venne definitivamente abbandonato nel 1435 per tornare alla luce, con i primi scavi archeologici un centinaio di anni fa. Scoperte che si sono intensificate con la riforma agraria dell’ente Maremma. Così come gli scavi clandestini. Uno di questi sembrerebbe ancora oggi attivo al di sopra delle due tombe a tempio. Proprio davanti a un noccioleto appena nato. Come altri attorno alla necropoli. Al suo interno anche un paio di riserve di caccia. Mentre i ponti di ferro sul Biedano, il fiume che attraversa l’area, la parte che si affaccia sul primo nucleo di tombe sono stati tutti abbattuti. E l’impressione è che sia stata una piena.
Viterbo – Norchia – Un ponte distrutto sul Biedano
“Appena ci siamo accorti che i cani stavano male, anzi malissimo – conclude Agnese Ferruzzi -, i miei amici si sono subito precipitati dal veterinario. Lungo la strada uno dei due cani è morto. L’altro s’è salvato per un pelo, vomitando un bolo blu che la proprietaria del cane ha portato all’istituto zooprofilattico per farlo analizzare. Siamo in attesa dei risultati. L’ipotesi è quella dell’avvelenamento”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: La necropoli di Norchia – Video: Tombe etrusche e “bocconi” avvelenati
– “Bocconi avvelenati alla necropoli etrusca di Norchia”
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY