Viterbo – “Gli assistenti all’educazione e alla formazione che lavorano nelle scuole viterbesi non sono ancora stati vaccinati. Nonostante le promesse della Asl. Chiediamo una soluzione a brevissimo per questi lavoratori”. L’Unione sindacale di base (Usb), sindacato dei lavoratori, scende sul piede di guerra e punta il dito contro l’azienda sanitaria.
“Senza un riscontro a breve – spiega infatti Elisa Bianchini dell’Usb -, cioè senza i vaccini per gli assistenti, ci troveremmo costretti a intraprendere tutte le azioni di lotta previste. Manifestazioni e presidi. Fino ad arrivare allo sciopero. Perché gli assistenti avrebbero dovuto essere vaccinati come tutto il personale scolastico, come previsto”.
Viterbo – Elisa Bianchini dell’Usb
Si tratta di lavoratori, come spiega Bianchini, “che stanno fianco a fianco con bambini e ragazzi disabili. Si tratta di operatori che hanno sempre lavorato, anche in zona rossa”.
Gli assistenti scolastici all’educazione e alla formazione, il nome completo della figura professionale, lavorano nelle scuole del viterbese. Sono in tutto una cinquantina, almeno quelli rappresentati dall’Usb. “Attualmente sono ancora senza vaccini – prosegue Elisa Bianchini -. A febbraio si era aperta una finestra della regione per vaccinare tutto il personale scolastico e non. Perché è personale esposto a rischio Covid. Ma gli assistenti scolastici sono rimasti esclusi. Naturalmente parliamo del viterbese, perché a Roma sono stati vaccinati”.
Viterbo – Un punto operativo per il vaccino
Ieri mattina il ritorno a scuola. In presenza al 70%. Con l’obiettivo di arrivare a 100. Anche alle superiori. Con la doppia entrata, il ritorno a casa per gli studenti nel tardo pomeriggio e l’incognita dei trasporti. Studenti dei comprensivi, dei licei e degli istituti tecnici. In tutto circa 40 mila tra ragazzi e ragazze in tutta la Tuscia.
Perché gli assistenti sarebbero rimasti senza vaccino? “Abbiamo scritto alla cooperativa di riferimento con cui lavorano gli assistenti – continua Elisa Bianchini -. La cooperativa ci ha informato di aver fatto tutti i passi previsti contattando la Asl e facendole presente che c’erano anche questi lavoratori che avevano bisogno dei vaccini. Stiamo parlando del 25 febbraio. Adesso siamo a fine aprile. Il problema sembrava a questo punto essere la Asl che non aveva risposto alle richieste dei lavoratori. Abbiamo allora fatto un presidio sindacale davanti alla cittadella della salute a Viterbo e siamo stati convocati dalla direttrice sanitaria”.
Coronavirus – Tampone in una scuola
“La direttrice – prosegue il racconto Bianchini – ci ha spiegato che l’errore sarebbe stato della cooperativa per il modo con cui ha comunicato la richiesta di vaccinare gli assistenti”.
La vaccinazione andava prenotata direttamente sul sito della Regione Lazio. La cooperativa avrebbe invece mandato la lista dei lavoratori da vaccinare direttamente alla Asl. L’errore sarebbe stato questo. Questo sarebbe stato l’intoppo. Fatto sta che gli assistenti restano ancora senza il vaccino”.
Viterbo – Gli studenti tornano a scuola
Perché, invece, la Asl non avrebbe mantenuto le promesse. “La Asl – risponde Bianchini – non ha ancora dato risposta alla cooperativa. E a un certo punto si è chiusa pure la possibilità di prenotarsi sul sito della Regione. Con gli assistenti che sono rimasti fuori. La Asl ci aveva però garantito in sede di incontro dopo il presidio alla cittadella, e in una seconda riunione, che avrebbe fatto una richiesta urgente alla Regione per vaccinare i lavoratori rimasti esclusi. Non stiamo parlando di un’esclusività – conclude infine Elisa Bianchini – ma di persone che già dovevano rientrare nella vaccinazione e sono stati esclusi senza una valida ragione e nessun riscontro. Come le promesse della Asl”.
Daniele Camilli
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