Carabinieri – Nucleo cinofilo antiveleno a Norchia
Viterbo – “Incantate dal posto. Splendido. Non ci aspettavamo però di veder morire Rocco. Così come non ci aspettavamo l’incuria, l’abbandono, i sentieri quasi inaccessibili e l’assenza totale di indicazioni”. Rocco era un cane di 6 anni. Il posto in cui è morto è Norchia, comune di Viterbo, necropoli etrusca e chi parla sono Sofia Falli, Rocco era il suo, e Valeria Cesarini. Una passeggiata che s’è trasformata in un incubo. In uno dei posti più significativi e al tempo stesso tra i più abbandonati e dimenticati del territorio viterbese. Tant’è che molti pensano sia Vetralla.
Viterbo – Sofia Falli e Valeria Cesarini
Rocco, Laura e Gebba. Perché Rocco non è il solo. Tre cani che hanno in comune una cosa. Tutti e tre potrebbero essere stati avvelenati all’interno del sito archeologico di Norchia. Assieme a loro anche una povera volpe. Bocconi, come sta scritto a mano su alcuni cartelli sparsi qua e là per l’area. Altri cani, poi, sarebbero stati avvelenati in zona. Rocco e Laura sono morti. Gebba s’è salvato. Per il rotto della cuffia. La volpe no. Gli episodi, tra febbraio e marzo. C’è anche una denuncia e, pare, due sostanze vomitate dai cani mandate ad esaminare in laboratorio e in attesa di risultato.
Nel frattempo, lo scorso fine settimana, a Norchia sono arrivati pure i carabinieri forestali del nucleo cinofilo antiveleni per verificare la presenza o meno di sostanze tossiche pericolose. E sembrerebbe, secondo indiscrezioni, che segnalazioni e denuncia delle scorse settimane abbiano trovato riscontro.
Rocco
“Stavamo facendo un’escursione a Norchia – raccontano Sofia Falli e Valeria Cesarini -. Siamo arrivate a un ponte diroccato. Ed è lì che Rocco ha mangiato qualcosa. Tempo 10 minuti e ha iniziato a tremare e a stare malissimo. Sembrava un boccone avvelenato”.
Viterbo – Norchia – La volpe trovata morta
Da quel momento in poi è iniziato l’incubo e la necropoli di Norchia ha mostrato la faccia più ostile, il lato più pericoloso. Una zona abbandonata a se stessa, dimenticata, di cui sostanzialmente poco si parla e da cui è difficile uscire semmai dovesse succedere qualcosa. Come accaduto appunto a Sofia Falli e Valeria Cesarini. I problemi. Sentieri poco riconoscibili e praticabili, tombe che non si trovano, indicazioni che mancano, punti di riferimento assenti, servizi distrutti e forse bocconi avvelenati buttati nei punti dove passano turisti e persone che vogliono farsi una passeggiata con cane dopo un anno di Covid. Persone che vorrebbero visitare un sito archeologico, bene culturale dello stato, bene comune, e uscirne con le ossa intere e il cane vivo.
Gebba
“Quando ci siamo accorte che il cane si sentiva male – continuano a raccontare Sofia Falli e Valeria Cesarini -, ci siamo messe a correre per cercare una via d’uscita. A Norchia il telefono non prende o prende malissimo, le indicazioni non ci sono, tant’è vero che non abbiamo trovato neanche le tombe doriche che stavamo cercando, e avrebbero veramente potuto aiutarci. Capire come tornare indietro era impossibile. Abbiamo corso tra buche, inciampi, ponti abbattuti e strade che nn portavano a niente. Per poco non ci perdevamo. Fortunatamente abbiamo incontrato una persona che ci ha aiutate. Purtroppo non è servito. Rocco è morto mentre andavamo dal veterinario che, quando lo ha visto, ha ipotizzato un avvelenamento dicendosi che ad occhi avrebbe potuto trattarsi di stricnina”.
Laura
Norchia è un’area abitata fin dal paleolitico superiore. Gli etruschi arrivarono nel VI secolo a.C.. Subito dopo i romani. La zona venne definitivamente abbandonata nel 1435 per tornare alla luce con gli scavi archeologici. Norchia è un sito archeologico che ricade sul territorio del comune di Viterbo, al confine con quelli di Vetralla e Monte Romano. Maremma. Poco oltre Tarquinia e il litorale laziale. Accanto, la trasversale Orte-Civitavecchia. Un sito archeologico che dà tutta l’impressione d’essere buttato là e basta. Sopravvissuto alla scomparsa, cioè inghiottito dalla vegetazione, grazie alla buona volontà di pochi. Le tombe sono difficili da individuare, visibili solo in alcuni punti, raggiungibili con difficoltà e una certa prestanza. Vale altrettanto per la parte medievale e per quel che resta della chiesa romanica di San Pietro e del castello. Tombe che confinano, oltre che con l’aldilà, anche con riserve di caccia, una grande zona militare e i noccioleti che avanzano pure da queste parti.
“Per raggiungere Norchia e capire cosa andare a vedere – concludono Sofia Falli e Valeria Cesarini – abbiamo cercato indicazioni ovunque. Alla fine, la mappa per arrivare ce la siamo fatta da sole”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: La necropoli di Norchia – Video: Tombe etrusche e “bocconi” avvelenati
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