Un’aula del tribunale di Viterbo
Nepi – (sil.co.) – Maestra condannata: “Scolaretti costretti in classe a un clima di terrore”. Sono uscite le motivazioni della sentenza di condanna della docente Silvia Palma.
Uno degli scolaretti sarebbe stato messo più volte con la faccia al muro per punizione, un altro si sarebbe fatto spesso pipì sotto perché non lo lasciava andare al bagno. E’ l’insegnante dell’asilo di Nepi condannata lo scorso 12 gennaio a un anno, 11 mesi e 15 giorni in primo grado dal giudice Gaetano Mautone per maltrattamenti aggravati e abbandono di minori.
“Per le scuole dell’infanzia – viene, tra l’altro, ribadito dal giudice – non è assolutamente previsto alcun tipo di punizioni per i bambini e l’uso di sanzioni corporali da parte dell’insegnante è espressamente vietato”.
Inchiodata dai filmati delle telecamere nascoste, coi 26 piccoli affidati alle sue cure avrebbe “giocato” a “1,2,3… schiaffo”, minacciando i più vivaci della classe, composta da 14 maschi e 12 femmine, con frasi come “Ti lego alla sedia e ti prendo a calci nel sedere”. Per questo è stata sospesa dal servizio dal 27 gennaio 2017 per un anno.
Marco Russo, difensore di parte civile con la collega Mara Mecherini
Era alla sua prima esperienza come insegnante
Un’esperienza iniziata a settembre 2016 e conclusasi a gennaio 2017, subito dopo le festività dell’Epifania, con l’adozione della misura interdittiva. Lo hanno sottolineato, durante la discussione, gli stessi avvocati Marco Russo e Mara Mencherini, difensori delle sette parti civili, i genitori di altrettanti bambini tra i 3 e i 5 anni vittime delle angherie della docente.
E’ il motivo per cui a Silvia Palma sono state concesse le attenuanti: “In considerazione della totale inesperienza nel ruolo affidatole ed anche della pressoché totale assenza di supporto didattico di cui necessitava, trovandosi al primo anno di insegnamento”. L’imputata ha potuto inoltre beneficiare della sospensione condizionale della pena, ma dovrà risarcire in sede civile le parti offese.
“In classe un clima di vero e proprio terrore”
“Nella fattispecie – si legge nelle motivazioni del giudice Mautone – occorre porre particolare attenzione alla tenerissima età,dei minori affidati alla Palma, tutti di età compresa tra i tre ed i cinque anni, bambini, cioè, il cui sviluppo psicologico e conoscitivo era nella prima fase di evoluzione e per i quali l’immagine della insegnante doveva costituire una primaria figura di riferimento“.
E ancora: “Il ricorso sistematico della Palma a metodi violenti, quali tirate di orecchi, schiaffi sulla testa e strattonamenti, nonché a pratiche poco ortodosse, quali il lancio di pennarelli o la conta “1, 2, 3 schiaffi”, tali da ingenerare costante paura nei bambini appaiono circostanze che resero le relazioni tra l’insegnante e la classe dolorose e mortificanti per i bambini“.
“Stante la frequenza dei gravi episodi denunziati, deve riconoscersi come le condotte violente riferite, lungi dall’essere meramente episodiche, fossero improntate ad abitualità e sistematicità, tali da aver ingenerato nei bambini un clima di vero e proprio terrore e di sofferenza psichica e fisica“.
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