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Tribunale - Imputato di diffamazione un 42enne - Vittima una ragazza all'epoca 27enne

Aggressione verbale su Facebook a malata di artrite reumatoide: “Fra qualche anno sarai da buttare nei secchioni”

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Viterbo – (sil.co.) – “Tra qualche anno non camminerai, non vedrai e non parlerai… sarai da mettere in un sacco nero e buttare nei secchioni. Voglio proprio vedere chi ti sposa per portarti in giro in carrozzella”.

Sono gli insulti ai danni di una 34enne affetta da artrite reumatoide contenuti in due post su Facebook, diffusi tramite il profilo di un 42enne residente in un centro della provincia imputato di diffamazione aggravata davanti al giudice Roberto Colonnello.

La vittima, all’epoca, aveva 27 anni. 


Viterbo - Palazzo di giustizia

Viterbo – Palazzo di giustizia


“Nessun dubbio che si trattasse proprio di lui, insulti simili me li ha fatti pure a voce”, ha detto ieri al giudice la parte offesa, che si è costituita parte civile con l’avvocato Emilio Lopoi.

Nel frattempo sono trascorsi sette anni tondi dal 25 giugno 2014 quando l’imputato, all’epoca 35enne, per giunta recidivo, avrebbe pubblicato sul suo profilo Facebook i due post sfociati nella querela e nella successiva richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Fabrizio Tucci.

“Una pulisce i cessi degli alberghi, l’altra vive da parassita – avrebbe scritto il 42enne dando della parassita alla parte civile – da una vita sulle spalle di tutti, senza un lavoro, senza una macchina e senza pagare neanche le bollette. Ma che schifo sei?”.

E ancora: “Vorrei proprio sapere dove lo trovi qualcuno con le pezze al culo peggio di come ce l’hai te!!! Qui la gente lavora e paga a differenza tua!!!”.

“Invece di preoccuparti degli altri, guardati un po’ te. Invece di curarti, vai al centro estetico. Peccato che hai gli occhi storti, le gambe storte e la bocca storta. Tra qualche anno non camminerai, non vedrai e non parlerai… sarai da mettere in un sacco nero e buttare nei secchioni. Voglio proprio vedere chi ti sposa per portarti in giro in carrozzella”.

“Eh sì, c’è da dirlo, stai meglio di tutti quanti noi, sì, sì. Ah, dimenticavo. Non ti augureremmo mai del male, anche perché peggio di quello che ti fai da sola non possiamo proprio”. Un’ultima frase: “Tutti leoni, pii chiami il nonnino per mettermi paura, vergognati”. 

Sentita la vittima, il giudice ha rinviato al prossimo 12 ottobre per chiudere l’istruttoria dopo aver ascoltato gli ultimi testimoni.


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30 giugno, 2021

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