Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
    • Facebook
    • Twitter
    • LinkedIn
    • Google Bookmarks
    • Webnews
    • YahooMyWeb
    • MySpace
  • Stampa Articolo
  • Email This Post

Operazione "Petrol Station" - Sfruttamento e caporalato - Destinato a salire il numero delle vittime, oltre i 13 casi finora accertati - Giovedì l'interrogatorio di garanzia di Charles Sanzillo

Benzinai reclutati tra gli stranieri che portano i carrelli al supermercato

di Silvana Cortignani
Condividi la notizia:

Un distributore Ewa a Viterbo

Un distributore Ewa a Viterbo


Viterbo – Caporalato in otto distributori facenti capo all’impero Ewa, interrogato Sanzillo iunior mentre si indaga su ulteriori possibili vittime. E’ il prosieguo dell’operazione “Petrol Station”.

Tredici per il momento le parti offese accertate, tutti dipendenti extracomunitari in regola col permesso di soggiorno, per lo più provenienti dall’Africa sudorientale, regolarmente assunti con contratti part time, ma costretti a lavorare di fatto fino a 12 ore al giorno, per 3 euro l’ora, con decurtazioni di 100-200 euro sullo stipendio per ammanchi o similari, in alcuni casi obbligati a vivere in alloggi di fortuna ricavati nei gabbiotti delle aree di servizio.

Reclutati tramite passaparola oppure fuori dei supermercati, dove per pochi spicci aiutavano le signore coi carrelli, i “benzinai” avrebbero anche dovuto scattare fotografie delle targhe delle auto dei clienti e inviarle via WhatsApp per dimostrare di essere in servizio. Chi ha provato  a lamentarsi sarebbe stato licenziato, facendo scattare l’allarme e i sospetti degli investigatori.   

Per questo sono da una settimana ai domiciliari nelle loro abitazioni di Caserta, dove vivono, gli imprenditori Vincenzo e Charles Salvatore Maria Sanzillo, padre e figlio, di 63 e 28 anni, originari di Marcianise, arrestati il 18 giugno per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, il cosiddetto “caporalato”.


Andrea Castaldo

L’avvocato Andrea Castaldo del foro di Salerno


 I Sanzillo sono difesi dal professor Andrea Castaldo, del foro di Salerno, assistito dal collega di studio avvocato Silvio Ciniglio. Entrambi gli indagati sono ai domiciliari da venerdì della settimana scorsa, quando sono stati raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare emesse dal tribunale di Viterbo su richiesta del pubblico ministero Massimiliano Siddi, in seguito alle indagini iniziate a novembre 2019 e condotte dalla squadra mobile coordinata dai due dirigenti che si sono avvicendati nelle ultime settimane, Gian Fabrizio Moschini e Alessandro Tundo. L’operazione è stata illustrata giovedì durante una conferenza stampa in procura. 



I Sanzillo, Vincenzo in particolare, sono finiti già in passato nel mirino della magistratura campana, e non solo, per vicende legate alla catena di distributori di famiglia. Sarebbero circa 150 in tutta Italia le pompe bianche riconducibili al “gruppo”, con prezzi sempre super competitivi. Nel Lazio sono localizzate, in particolare, nelle province di Viterbo e di Latina. Nessuno degli impuanti viterbesi è stato posto sotto sequestro in seguito all’inchiesta.

Charles Sanzillo si è difeso rispondendo alle domande del giudice che lo ha interrogato presso il tribunale di Santa Marua Capua Vetere su delega del gip di Viterbo Savina Poli, mentre in questa fase non era previsto l’interrogatorio del padre Vincenzo, per il quale l’arresto è scattato in seguito all’aggravamento della misura della sospensione dal suo ruolo di amministratore della società.

Il figlio, secondo l’accusa, avrebbe coadiuvato attivamente il padre nella sua attività imprenditoriale, con specifico riferimento proprio alla gestione del personale impiegato nei distributori di carburante.

“Il nostro assistito, Charles Sanzillo, ha fornito la sua spiegazione dei fatti, rispetto alla contestazione, ci auguriamo che possa essere utile al gip per fare luce sulla vicenda. Speriamo di chiarire quanto prima possibile la contestazione nell’interesse dei nostri assistiti”, spiegano i legali Castaldo e Ciniglio, che hanno chiesto un alleggerimento della misura cautelare in corso. 

Nei riguardi del padre il provvedimento, come detto, è stato disposto in aggravamento della misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali, allo stesso applicata il 23 luglio 2020 in quanto, in qualità di presidente e legale rappresentante di una società a responsabilità limitata, avrebbe coordinato e sovrinteso a tutte le attività della società, impartendo direttive ai collaboratori per quanto concerne la gestione dei dipendenti dei distributori di carburante Ewa, dislocati nella provincia di Viterbo, di proprietà della società.

Nel frattempo, come detto, prosegue il lavoro degli investigatori che, nel corso delle indagini, avrebbero intercettato ulteriore vittime, oltre ai tredici immigrati individuati nella prima fase. L’inchiesta, insomma, per il momento non è ancora in dirittura d’arrivo e sembrerebbe foriera di ulteriori sviluppi. 

Silvana Cortignani


Articoli: “Costretti a vivere in alloggi di fortuna nei gabbiotti dei distributori” – “Sfruttati 7 giorni su 7, dodici ore al giorno per 3 euro l’ora” – Caporalato, arrestati i gestori di otto impianti di carburante

Video: La conferenza stampa in procura


Condividi la notizia:
26 giugno, 2021

                               Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY

Test nuovo sito su aruba container https://www.tusciaweb.it/le-strane-pose-di-milo/