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Viterbo - Tavola rotonda all'azienda Camilli - Dura presa di posizione del presidente di Coldiretti Mauro Pacifici - De Luca (Cisl) e Biagioli (Uila): "Serve un fronte comune"

“No al fotovoltaico delle multinazionali, toglie terra all’agricoltura ed è una pratica sleale”

di Daniele Camilli
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Viterbo – “Prima di accendere la luce dobbiamo mangiare. No al fotovoltaico a terra perché non solo sottrae terreni all’agricoltura, ma è una vera e propria concorrenza sleale ai danni delle imprese agricole”. Coldiretti Viterbo prende una posizione netta e chiara contro il fotovoltaico nella Tuscia. A difesa delle aziende agricole che già hanno i loro problemi con la grande distribuzione. A dargli voce il presidente dei coltivatori diretti, Mauro Pacifici. L’occasione, l’altro giorno durante la tavola rotonda organizzata da Coldiretti. Il titolo: “Pratiche commerciali sleali. Nuove prospettive per un cambiamento reale”. Presso l’azienda Orti Camilli, di Danilo Camilli, a Castel d’Asso, Viterbo, che ha gestito l’incontro mettendo sul piatto della bilancia i problemi delle imprese agricole e il loro rapporto con la grande distribuzione.

“Per contrastare il dilagare del fotovoltaico nelle campagne della Tuscia – hanno poi aggiunto Sara De Luca della Fai Cisl e Antonio Biagioli della Uila – serve un fronte comune tra sindacati, organizzazioni di categoria, aziende agricole e istituzioni”.


Viterbo - La tavola rotonda di Coldiretti sulla concorrenza sleale

Viterbo – La tavola rotonda di Coldiretti sulla concorrenza sleale


Quello di lunedì scorso è il primo convegno che vede in prima fila le grandi aziende agricole fuori le mura che nel corso degli ultimi vent’anni sono diventate mano mano una realtà produttiva fondamentale per il territorio, soprattutto nel quadrante di Castel d’Asso dove lavorano oltre 300 persone, commercializzando i prodotti all’interno della grande distribuzione in Italia e all’estero. Aziende che per la prima hanno chiamato al confronto organizzazioni di categoria, sindacali e istituzioni. Per discutere del territorio ed elaborare una strategia condivisa. Per la prima volta le grandi aziende agricole del territorio parlano a viso aperto con la politica della città, avanzando richieste specifiche e cercando con loro un fronte comune. 


Il presidente di Coldiretti Mauro Pacifici

Il presidente di Coldiretti Mauro Pacifici


Nella sala allestita da Coldiretti, c’erano infatti Francesco Battistoni, Giovanni Arena, Pietro Nocchi e Giovanni Bruno. Rispettivamente sottosegretario all’agricoltura, sindaco di Viterbo, presidente della provincia e prefetto. Con loro Danilo Camilli, Mauro Pacifici e i sindacati Fai Cisl, con la segretaria generale Sara De Luca, e Uila, con il segretario Antonio Biagioli. Ad intervenire anche il commissario straordinario della camera di commercio, Domenico Merlani, il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri e il presidente di Confesercenti Viterbo, Vincenzo Peparello. In sala il segretario della Flai Cgil, Marco Nati.


Un impianto fotovoltaico

Un impianto fotovoltaico


Il 22 aprile è stata poi approvata la legge 53, la cosiddetta delegazione europea 2021, che introduce i criteri che il governo italiano dovrà seguire per recepire la direttiva europea sulle pratiche commerciali sleali. Le nuove regole dovrebbero far sparire gare e aste elettroniche a doppio ribasso così come la vendita a prezzi evidentemente al di sotto dei costi di produzione. Introdotti anche limiti oltre i quali non sarà più possibile rimandare il pagamento. Viene inoltre data forza al ruolo dell’Icqrf, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentariche, che potrà avvalersi del supporto del Comando per la tutale agroalimentare dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.


Viterbo - La segretaria della Fai Cisl Sara De Luca

Viterbo – La segretaria della Fai Cisl Sara De Luca


“Una forma di concorrenza sleale – ha detto Pacifici di Coldiretti – è quella praticata dalle multinazionali che stanno investendo sulle energie rinnovabili prendendo di mira i terreni. Si tratta di investimenti facili, perché i pannelli sono semplici da installare. In questo modo le multinazionali garantiscono grandi quantità di denaro ogni anno per ogni ettaro di terreno che affittano. Creando in tal modo una concorrenza sleale. Perché, magari, coltivando il terreno con prodotti agroalimentari e con metodi tradizionali, l’impresa agricola non riesce a garantire quegli affitti ai proprietari delle terre come invece fanno le multinazionali. In questo modo si viene a creare una spostamento della finalità per quei terreni che invece di essere coltivati con i prodotti della terra serviranno solo a produrre energia, distogliendoli dalla loro vocazione e dalla loro natura. Vogliamo che ci siano delle leggi chiare e che gli investimenti in fotovoltaico vengano fatti sulle strutture e sulle case senza togliere la terra destinata a produrre cibo. Prima di accendere la luce dobbiamo mangiare”.


Viterbo - La tavola rotonda di Coldiretti sulla concorrenza sleale

Viterbo – La tavola rotonda di Coldiretti sulla concorrenza sleale


“Il punto è infatti questo – commenta De Luca della Fai Cisl -. Un’azienda agricola, ad esempio, che fa ortofrutta, come appunto quelle che lavorano a Castel d’Asso, hanno bisogno di affittare i terreni per poter aumentare la produzione, rispondere alle richieste della grande distribuzione e garantire i livelli occupazionali del territorio. Un affitto che può essere pagato solo con la vendita dei prodotti e fino a un certo punto. Se invece sul territorio arriva la multinazionale con i pannelli fotovoltaici, ciò significa innanzitutto non poter affittare i terreni circostanti perché ci sono i pannelli. E i terreni devono essere uno appresso all’altro. Non uno a 50 chilometri dall’altro. Non solo, ma la multinazionale può permettersi di pagare affitti più alti rispetto a quelli che può permettersi un’azienda agricola. In tal modo la proposta della multinazionale, agli occhi del proprietario della terra, risulta essere più allettante. Senza poi tener conto che su quel terreno non si coltiverà più niente per i prossimi vent’anni”.

“Chi fa buon cibo – sottolinea De Luca – deve fare buona agricoltura. La sovranità alimentare è la parola chiave. Questo significa preservare suolo e biodiversità, indicando origine e provenienza dei prodotti. E poi fondamentale applicare il criterio della trasparenza e dell’equità dei prezzi. Dietro un prodotto a basso costo c’è un lavoratore sfruttato e non eccellenza agroalimentare. Importante è il made in Tuscia. Sostenibile, biologico, di qualità, e lontano da ogni forma di caporalato”.


Viterbo - Antonio Biagioli della Uila

Viterbo – Antonio Biagioli della Uila


“Il fotovoltaico – ha detto Biagioli della Uila – sta diventando un vero e proprio problema per il territorio. Serve costruire un fronte unico sindacati, organizzazioni, aziende e istituzioni per contrastarlo, e la politica si deve assumere la sua responsabilità. Non possiamo più accettare che la terra sia destinata ad altri scopi che non siano quelli della produzione agroalimentare e dei diritti dei lavoratori che la devono caratterizzare. La politica e le istituzioni devono poi tutelare la produzione di qualità del territorio anche nei confronti della grande distribuzione. Il rapporto con le aziende deve essere più equo e le aziende devono poter gestire il proprio futuro con più tranquillità, potendolo innanzitutto programmare. Il lavoro si difende difendendo il territorio e chi lavoro al suo servizio”.

“Il fotovoltaico – aggiunge Biagioli – pone poi un altro problema. Quello dello smaltimento dei pannelli una volta terminato il contratto, da qui a vent’anni almeno. Che fine faranno questi pannelli. vent’anni sono tanti e tante cose, in corso d’opera possono cambiare. Con quali garanzie per il territorio? Con quale futuro?”


Giovanni Arena

Viterbo – Il sindaco Giovanni Arena


“Abbiamo voluto fortemente il provvedimento contro le pratiche sleali – ha sottolineato infine Pacifici facendo riferimento alla legge approvata lo scorso aprile -, perché in questo modo possiamo finalmente creare un vero e proprio equilibrio lungo tutta quanta la filiera, garantendo gli utili e ripartendoli in maniera equa lungo tutta quanta la filiera. Dalla produzione al consumo. Questo comporterà più reddito ed equità all’interno delle aziende agricole, evitando soprattutto di andare incontro alle pratiche sleali che comportano poi la perdita dell’investimento da parte dell’azienda agricola colpita, con riflessi importanti anche sull’occupazione”.

“Un’iniziativa importante – ha concluso il sindaco Arena -. Gli agricoltori sono costretti a volte ad accettare i prezzi della Gdo senza poter programmare. E’ stato sollecitato il governo a regolamentare il rapporto tra Gdo e imprese agricole. Le aziende agricole temono di fare investimenti perché il venduto non copre più i costi. Con il made in Italy che rischia di essere sopraffatto”.

Daniele Camilli 


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21 luglio, 2021

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