Viterbo – “Se così fosse, sarebbe una bella batosta per tutta quanta l’istruzione. Significa che la scuola non ha dato nulla ai ragazzi. E’ necessaria una riflessione, ed è ora di affrontare le criticità”. Il provveditore agli studi di Viterbo, Daniele Peroni, è incredulo. Non ha ancora letto i dati delle prove Invalsi 2021 che attestano un vero e proprio disastro per quanto riguarda l’apprendimento dei ragazzi nelle scuole del paese. Dopo un anno e mezzo di Covid e didattica a distanza. Un crollo dell’istruzione senza precedenti che colpisce in particolar modo le zone più povere e il meridione d’Italia. E che chiama in causa tutto il ciclo scolastico, anche oltre la pandemia, con quest’ultima che avrebbe determinato un vero e proprio collasso.
Viterbo – Un istituto superiore
A salvarsi sono solo le elementari, dove si registra anche un lieve miglioramento in italiano rispetto agli anni precedenti. Per il resto, due quattordicenni su cinque, con punte del 60 per cento al Sud, hanno competenze da quinta elementare. Invece quasi uno studente su due delle superiori è fermo a un livello da terza media, al massimo prima superiore. Nel sud e nelle isole, ad essere insufficienti sono 6 studenti su 10.
Viterbo – Il provveditore agli studi Daniele Peroni
“In questi casi – aggiunge il provveditore agli studi – bisogna comunque sia lanciare un messaggio di speranza in vista del futuro. Oggi, l’apprendimento è un percorso che va avanti tutta quanta la vita. E quello che non è stata approfondito in quest’anno, spero venga approfondito dopo. Anche le università ne sono consapevoli e sono chiamate a fare corsi di recupero prendendo atto di questo periodo e iniziando l’anno accademico con corsi di approfondimento sui temi Invalsi”.
Viterbo – Un giorno di scuola durante la pandemia
Le prove nazionali Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) sono prove scritte che ogni anno gli studenti svolgono per valutare i livelli di apprendimento di competenze fondamentali in italiano, in matematica e inglese.
Il disastro peggiore è in matematica. Il 51% degli studenti italiani è rimasto indietro almeno di tre anni. Nel sud il 70 per cento è insufficiente, e la maggioranza di quest’ultimi è gravemente insufficiente. Ferma, cioè, ai livelli di terza media.
Viterbo – Un istituto superiore
“Non so quale è la situazione viterbese – commenta il provveditore Peroni – Purtroppo a noi questi dati non li inviano. Li apprendiamo dai giornali. Dovrei prima studiarmi il rapporto”. E’ tuttavia chiaro che dopo un anno e mezzo di emergenza, “non ci sono più dubbi che la preparazione in presenza è più efficace di quella a distanza. La Dad è stata il modo per non interrompere le attività didattiche. E’ stata quindi utile”. Un aspetto che è stato più volte rimarcato nel corso della pandemia, da Peroni stesso e da tutti i dirigenti scolastici della Tuscia.
Sul fronte inglese, alla fine delle superiori metà dei maturandi non comprende sufficientemente un testo scritto. Percentuale che sale al 60, se si passa ai file audio.
Viterbo – Il giorno della maturità
“E’ logico che dopo tutto questo tempo – spiega Daniele Peroni – l’impatto c’è stato. E se i dati dovessero risultare veri, questo dimostra che c’è assoluta necessità di recuperare il tempo perduto e le competenze acquisite. Poi, sulle competenze matematiche sappiamo da sempre che il sistema italiano non dà e potrebbe fare meglio. Sappiamo che ci sono delle aree di debolezza importanti. Lo vediamo anche dai concorsi che si stanno facendo. Numero elevatissimo di bocciature e numero molto basso di candidati che sono riusciti a superare il concorso. E questo è un sintomo di non perfetta preparazione e formazione nel corso degli anni. Bisogna lavorare per migliorare le competenze matematiche e tutte quelle che ci stanno attorno: l’informatica, l’ingegneria e la scienza. Ed è su questo binario che dobbiamo viaggiare. Sperando che non si debba più abbandonare la scuola in presenza”.
Daniele Camilli
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