Viterbo – Sant’Angelo in bilico tra turisti e transenne. Il paese delle fiabe che il comune non vuole e che, alla fine dell’anno, rischia di restare soffocato dai divieti. Un anno, infatti. Tanto dura il divieto di sosta con rimozione che di fatto coinvolge tutto il paese. L’ordinanza è del comune di Viterbo, di cui il paese delle fiabe fa parte, settore sesto dei lavori pubblici, servizio viabilità. Sta appesa su una transenna di lato all’ingresso del paese. Una delle tante, anzi tantissime che si incontrano, e far da cornice ai dipinti sui muri che hanno reso il borgo famoso in tutta Italia.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Il lavoro di Violetta Carpino
Poco prima della transenna con l’ordinanza appesa, il primo check point. Fatto anch’esso di transenne. Sopra sta scritto: “Transito consentito ai soli residenti” e “Divieto di transito su via Sipicciano”. I residenti di Sant’Angelo saranno in tutto, sì e no, 150. I turisti che ogni anno vengono, migliaia. La durata del divieto non c’è scritta, ma ricollegandolo all’ordinanza precedente, si potrebbe anche suppose. La stessa. Dal gennaio alla fine di dicembre di quest’anno. Mesi fondamentali per la ripresa del territorio. Soprattutto per quei territori, come Sant’Angelo che, grazie a un’intuizione, campano di turismo.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Divieti e transenne
Il divieto di transito, di fatto ai turisti, il divieto di sosta in quasi tutto il paese e la totale assenza di parcheggi attorno, l’ultimo a disposizione è stato anch’esso transennato di recente per altri motivi, costringono adesso cittadini e turisti che vogliono andare a visitare il paese delle fiabe a fare una scelta. Fregarsene del divieto e proseguire con la macchina e con la speranza di non incontrare un vigile. Perché, in effetti, in giro, rischi grossi non si notano. Qualcuno accenna a qualche lavoro da fare sulle case. Fatto sta che le famiglie stanno tranquillamente a spasso coi figli e la vita del paese va avanti. Con qualche turista che comincia a vedersi e che, se ha rispettato il divieto, come ha fatto, s’è fatto pure un paio di chilometri a piedi lasciando la macchina ai margini del bosco. E mano male che c’è il bosco, perché due chilometri sotto il sole non sono pochi.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Gianluca Chiovelli di Acas
Nel frattempo, Sant’Angelo, il paese delle fiabe, s’è riempito di transenne. Addosso ai muri, di lato ai dipinti e, dulcis in fundo, a ridosso del belvedere. Dove adesso si stendono i panni e qualcuno dà da mangiare ai gatti.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe
“Sant’Angelo era un borgo destinato alla distruzione – racconta il presidente dell’associazione Acas, Gianluca Chiovelli -, basta cercare in rete le immagini che risalgono al 2011 per rendersene conto. Con il nostro lavoro abbiamo voluto cambiare il corso del destino di un territorio. Per salvarlo e continuare a dare un futuro a chi ci vive e vuole continuare a farlo”.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Divieti e transenne
Circa 150 persone che ogni anno, dal 2017, accolgono migliaia di turisti ogni fine settimana. Al punto che in questi ultimi anni, accanto al bar e agli alimentari, storici, del paese, sono venuti su anche un ristorante osteria, un forno per dolci e pizza, un negozio di souvenir e 3 B&b. Un indotto che prima non esisteva e che oggi ruota attorno all’idea di Acas, sostenuta da Prometeus, altra associazione, di dipingere i muri delle case con personaggi e storie di fiabe. Interpretate da artisti che a Sant’Angelo vengono ormai a lavorare un po’ da tutto il mondo. L’ultima, Violetta Carpino, con l’opera “Dal pensiero al sogno”, che s’appoggia a un ulivo e si apre alla valle. La sintesi, che arriva infatti alla fine, di un intero progetto la cui parola d’ordine, ha precisato più volte Chiovelli, è “open, cioè apertura verso l’esterno e capacità di stabilire sinergie con altri territori ed esperienze”.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Divieti e transenne – L’ordinanza del comune
Dal 2017 in avanti, i dipinti realizzati con le fiabe sono in tutto 45. Un punto di riferimento, per quanto riguarda il turismo, a livello nazionale. E che un divieto di transito, uno di sosta e transenne ovunque, pure sul belvedere, il tutto per la durata di un anno, rischiano semplicemente di annientare.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Divieti e transenne – L’ordinanza del comune
Il testo del divieto che vieta la sosta in un paese dove di fatto non ci sono, e non ci sono più parcheggi, riporta, quasi sbiadito dall’acqua, quanto segue. L’ordinanza è del 7 gennaio 2021. Ed è del VI settore lavori pubblici, servizio viabilità del comune di Viterbo. “Visto che al settore lavori pubblici – sta scritto – pervengono richieste di istituire divieto di sosta con rimozione, nonché la modifica della circolazione veicolare in alcune vie e piazze del capoluogo e delle frazioni in occasioni di manifestazioni pubbliche o per lavori sul suolo stradale nonché per ragioni di pubblica incolumità e sicurezza; Rilevato che sia l’amministrazione che gli enti gestori dei sotto servizi hanno necessità di intervenire urgentemente per ricerche e per riparazione guasti; Considerato che tali interventi non sono programmabili; Ritenuto, pertanto, che per effettuare tali interventi si necessita di disporre l’idonea segnaletica di divieto di sosta ovvero per la modifica della circolazione veicolare nelle vie e piazze interessare”. Visto e visto, alla fine l’ordinanza ordina “che, per i motivi di cui in premessa, dal 9 gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 nelle sue e piazze interessate dagli interventi di cui in premessa, in deroga alla disciplina vigente, venga vietata la sosta con rimozione coattiva dei veicoli, e se necessario venga interrotta la circolazione veicolare disponendo, ove possibile, le opportune deviazioni”.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Divieti e transenne
“Ora – spiega Chiovelli – se un turista vuole visitare Sant’Angelo il paese delle fiabe, perché ha letto da qualche parte in rete che è un bel posto da vedere, si deve prima fermare a più di due chilometri dal paese, deve parcheggiare dove trova e farsi a piedi tutta quanta la strada. Andata e ritorno. Perché un bus navetta non c’è. Nonostante Sant’Angelo sia diventata una vera e propria meta turistica nazionale sul territorio del comune di Viterbo. Una volta arrivato a Sant’Angelo, a coronamento del tutto, un turista trova anche una serie di transenne lungo un po’ tutta quanta la via principale”.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Divieti e transenne
Giovanni Martini è titolare del ristorante osteria “Mastro Ciliegia”. 57 anni, famiglia, origini a Sant’Angelo, vive a Viterbo. Apre il fine settimana, ed è sempre pieno di turisti.
“Ho aperto l’anno scorso – racconta Martini -, un po’ come tutti gli altri che lo hanno fatto nel corso degli ultimi due anni. Le ragioni per cui l’ho fatto: passione per il settore della ristorazione e legame con la terra dove sono cresciuto. Da noi, il fine settimana è sempre pieno di gente. I turisti vengono soprattutto da Roma, alcuni anche dall’estero. prevalentemente famiglie con bambini”. A vedere appunto le fiabe dipinte sui muri.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Il ristoratore Giovanni Martini
Un’iniziativa, quella di fare il restyling di vecchie case contadine coperte negli anni dall’intonaco, avviata in sordina da Acas. Il presidente, Gianluca Chiovelli, è di Roma, quartiere Primavalle. Borgata. Assieme ad Alessandro Guarnacci, ha scritto un libro sul quartiere dove è nato e cresciuto.
“Pare che i divieti – dice poi Chiovelli – siano stati giustificati da piccoli crolli, che prima non c’erano”. Un paese, Sant’Angelo, che quando partì il progetto di Acas si spaccò di fatto in due. Favorevoli e contrari, come succede spesso nei piccoli paesi quando arriva una ventata di novità, soprattutto così forte. Un conflitto che, però, proprio perché si tratta di piccole e piccolissime realtà, talvolta è più sentito e acceso. Frattura che s’è risanata anche se per alcuni, sentendo un po’ le voci di corridoio, soltanto in parte. Adesso il paese delle fiabe è una realtà importante che la gente viene apposta a vedere. Per affacciarsi anche dal belvedere. Adesso, da 6 mesi, ci sono pure le transenne e i divieti del comune. Con tutta l’intenzione di durare per altri sei mesi. Attorno, però, pare non vi sia nemmeno l’ombra di un lavoro che punta a riparare le criticità che, sei mesi fa, hanno giustificato appunto divieti e transenne. Nel frattempo, però, a Sant’Angelo, i turisti ci devono arrivare dopo un paio di chilometri a piedi, lasciando la macchina dove capita.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – L’osteria Mastro Ciliegia
Un’esperienza, quella del paese delle fiabe, dove il comune, nel corso degli anni, si è affacciato ben poche volte, che si caratterizza anche per modello e punti di riferimento teorici. Un vero e proprio paradigma sviluppato da Acas e Gianluca Chiovelli. Tant’è che è proprio Chiovelli stesso a dire che “si tratta di un’iniziativa replicabile ovunque, anche sotto forme diverse, perché il discorso che la caratterizza si potrebbe sviluppare tranquillamente in qualsiasi parte del territorio. Quantomeno della Tuscia”. Dove, prima che arrivasse il Covid, il ragionamento sul turismo, in atto da anni all’interno di diverse amministrazioni, alla fine ha portato a sviluppare vere e proprie aree territoriali che si sono definite attorno a una città, a un prodotto o a un nuovo immaginario collettivo. Ad esempio Civita di Bagnoregio che, accanto all’idea e all’immaginario della città che muore, ha messo in piedi anche gli strumenti per governali. Da biglietti e parcheggi alla comunicazione. Quindi dal governo del territorio alla gestione della sua immagine. Fino alla creazione di un vero e proprio indotto territoriale grazie al tentativo di agganciare esperienze simili vicine. Come appunto Sant’Angelo, Celleno e Roccalvecce. Discorsi da cui Viterbo, nonostante Sant’Angelo e Roccalvecce siano sul suo territorio, si è da sempre esclusa. E alla fine, è stata esclusa.
“La parola d’ordine che ha permesso di dar vita al paese delle fiabe – spiega Chiovelli – è stata ‘open’. Apertura verso l’esterno. Questo è lo spirito del tempo. Dobbiamo essere ‘aperti’. E a questo modo di vedere le cose, dobbiamo poi agganciare le specificità che fanno il nostro valore aggiunto. E sono innanzitutto tre: storia, arte e natura. Per portare i turisti, però da sole non bastano. Devi avere qualcosa in più. Un elemento che ti contraddistingua rispetto a tutti gli altri territori. In un contesto dove il tuo concorrente non è più il paese confinante, anzi, quello è il tuo alleato, ma il mondo. Un mondo che affronti con marketing e internet. proponendo qualcosa che sia originale e che soltanto tu hai”.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe
Il paese delle fiabe. L’idea, il valore aggiunto in più, cui sono state agganciate storia, arte, natura ed economia del posto che altrimenti da sole non avrebbero avuto spazio e capacità di competere a livello nazionale. Un livello raggiunto grazie alla cassa di risonanza delle fiabe dipinte sui muri delle case che hanno appunto permesso “l’apertura” al mondo.
Perché proprio le fiabe? A spiegarlo, in tal caso, è Propp in uno dei più importanti testi del novecento. “Le radici storiche dei racconti di fate”. Le fiabe sono “strutturali”, cioè si rassomigliano in tutto il mondo. Uno dei documenti delle più antiche età dell’uomo, quand’era ancora cacciatore, prima ancora d’essere pastore e agricoltore. La fiaba quando la si ascolta, e nel caso di Sant’Angelo la si vede rappresentante, parla alle corde più profonde dei linguaggi che caratterizzano l’inconscio. E ciò significa pure che vedere una transenna che in qualche modo con la sua presenza, si spera solo utile, “deturpa” uno dei disegni oppure ostacola il belvedere, fa doppiamente rabbia.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – L’osteria Mastro Ciliegia
“Le fiabe – conclude infatti Chiovelli – sono un patrimonio universale che, legato a storia, arte e natura, hanno fatto di Sant’Angelo un paese unico a livello nazionale. Noi non stiamo costruendo uno stadio, ma integrando Sant’Angelo in un contesto più ampio grazie alle fiabe. Un’esperienza replicabile ovunque a partire da altri punti di riferimento unici e universali. Non solo, ma la fiaba non ha copyright. Non si può dire che Cappuccetto rosso è della Disney. Cappuccetto rosso è di tutti. E Sant’Angelo vuole continuare ad accogliere tutti, come appunto una fiaba”. Con la speranza che il comune non la interrompa a suon di transenne e divieti.
Daniele Camilli
Fotocronaca: Il paese delle fiabe stretto tra divieti e transenne
– “Dal pensiero al sogno, un nuovo murale per vedere il mondo con occhi diversi”
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