Viterbo – Il bianco di mille lenzuola. I morti che ogni anno cadono sul lavoro. Una scarica elettrica, un volo di metri, una pressa oppure un trattore che ti schiaccia. La disperazione di chi resta. Il bianco che copre il sangue delle persone. Lavoratori, Morti bianche, “che – come ha detto Luca Paolocci di Usb – contano meno di un fantasma”.
Viterbo – La manifestazione dell’Usb in piazza della Repubblica – L’epigrafe in memoria dei morti di lavoro
L’altro giorno, un’epigrafe dedicata. “In memoria – sta scritto sopra – delle donne e degli uomini uccisi dal lavoro. La nostra vita vale più del vostro profitto”. In piazza della Repubblica, a Viterbo. Di fronte al monumento dei facchini, angolo via Marconi. L’ha messa l’Usb, Unione sindacale di base. Con una corona d’alloro. Come fa ogni anno, da quattro a questa parte. Prima a via caduti sul lavoro, davanti allo stadio Rocchi, lungo via della palazzina. Poi a piazza della Repubblica, dove più di 10 anni fa volò giù da un palazzo un lavoratore di 29 anni. Quest’anno, nella stessa piazza, l’Usb ha voluto lasciare il segno, di quella e di tantissime altre morti.
Viterbo – La manifestazione dell’Usb in piazza della Repubblica
“Sono 4 anni che facciamo questa iniziativa, il 6 agosto – spiega Luca Paolocci di Usb -. Perché il 6 agosto 2018 sono morti 16 migranti che tornavano dai campi in Puglia. Stipati in furgoncini non adatti al trasporto delle persone. Morti in un incidente, tornando dal lavoro in condizioni barbare”.
Viterbo – Luca Paolocci, sindacalista Usb
“Rispetto allo scorso anno – commenta poi Elisa Bianchini (Usb) – i morti di lavoro sono aumentati del 20%. Eppure si parla pochissimo dei lavoratori, solo il tempo della ribalta mediatica e delle interviste e poi torna il silenzio, quasi come se si dovesse ringraziare di lavorare, di ‘soffrire’. Parlare oggi di salute e sicurezza significa affrontare la parte più dura dello sfruttamento, il profitto infatti passa sulle vite dei lavoratori. Come Usb ribaltiamo totalmente questo messaggio, siamo noi che con il nostro lavoro facciamo un favore alle aziende, permettendo il prosieguo della produzione e della vendita”.
Viterbo – La manifestazione dell’Usb in piazza della Repubblica
Unione sindacale di base, sindacato orizzontale e non verticistico, tradizione operaista. Coscienza del lavoro e autonomia di classe, con la “crisi” del capitale, e le trasformazioni che determina, letta come un conflitto aperto. Tutto dentro al lavoro e al capitale. Con le sue congiunzioni semiotiche che in questi ultimi anni hanno modificato radicalmente la percezione del tempo, la sensibilità e il modo in cui ci si relaziona agli altri. Il volto dell’altro, richiamo alla responsabilità, cancellato dalla vista, così come la capacità di immaginare un futuro. Il sogno. Con i corpi di uomini e donne ridotti a numero. Numero di morti prima, numero di vaccinati poi. Infine il numero di una tessera da mostrare per poter passare città piene di checkpoint e cavalli di Frisia. Al bar, al ristorante, in stazione. A casa. Biopotere, come lo definì Foucault 40 anni fa, che nella vita degli individui si traduce in distinzioni-discriminazioni, psicopatologie, disturbi, panico e ansie. Insicurezze. L’incapacità di stare al mondo. Perché starci vuol dire esserci. Esserci per trasformarlo. Morti tutti quanti insieme e risorti di volta in volta e per decreto. Un mondo intrappolato in schemi semiotici e interazioni codificate che intervengono direttamente sulla sensibilità stessa dell’organismo. Col Covid che ha messo il turbo a tutto.
“Per ottobre – aggiunge Paolocci – stiamo uno sciopero molto duro. Uno sciopero contro le politiche del governo Draghi. Assieme a tutto il sindacalismo di base. A Roma. Una manifestazione che speriamo sia l’inizio di altre lotte in comune. L’obiettivo immediato, che è anche uno dei temi della manifestazione in piazza della Repubblica, è l’introduzione di omicidio sul lavoro per le morti bianche”.
Viterbo – La manifestazione dell’Usb in piazza della Repubblica
“Nei primi sei mesi del 2021 – dati osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering – sono 538 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste sono 444 quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 94 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere (cioè mentre andava a lavorare ndr). Rispetto a fine maggio 2021, ci sono 104 vittime in più. Il settore delle costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (51 dall’inizio dell’anno, 8 in più rispetto a maggio). Seguono: attività manifatturiere (41), trasporto e magazzinaggio (40 vittime da inizio anno), commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli (31), amministrazione pubblica e difesa (14), sanità e assistenza sociale (13). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (314 su un totale di 444). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel primo semestre 2021 sono 40 su 444. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2021 sono 58″.
Nella Tuscia, l’ultimo morto pochi giorni fa. Un uomo di 59 anni folgorato a Bagnoregio, mentre stava su una piattaforma a tagliare una pianta.
Viterbo – La manifestazione dell’Usb in piazza della Repubblica
In piazza della Repubblica, l’altro giorno, assieme a Usb anche altre sigle sindacali. Con loro anche Giuseppe Sini, punto di riferimento del movimento pacifista internazionale, e diverse rappresentanti delle associazioni di volontariato.
Viterbo – La manifestazione dell’Usb in piazza della Repubblica
“Siamo qui in questa piazza – commenta poi Paolocci – perché qui nel 2010 è morto un ragazzo di 29 anni, cadendo da un palazzo mentre stava lavorando. Mentre stava lavorando. A.B., di lui resta solo un nome e un cognome puntati. Nient’altro. Come capita spesso per i morti sul lavoro. Inoltre, si sa quanti sono? Sono quelli censiti dall’Inail? L’Inail calcola come morti sul lavoro le persone che hanno un regolare contratto. Ma se non sei assicurato e non hai i documenti, sei buono per raccogliere la frutta che arriva sulle nostre tavole, però, se muori, non sei nulla. Nemmeno un fantasma, perché il fantasma prima è stato vivo. Lo straniero privo di documenti non è vivo nemmeno da vivo. E i morti sul lavoro fanno notizia solo quando diventano merce. Quando diventa qualcosa da pubblicizzare e vendere in televisione”.
Daniele Camilli
Fotocronaca: “In memoria delle donne e degli uomini uccisi dal lavoro”
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