Viterbo – “Abbiamo un obiettivo, ripristinare i diritti costituzionali e democratici sospesi con l’emergenza Covid e con l’obbligo vaccinale. Adesso il nostro primo compito è portare in piazza i giovani. La nostra responsabilità più importante”. Secondo sabato di manifestazioni. Anche a Viterbo. Con l’intervento, per la prima volta, degli organizzatori. Contro il green pass deciso dal governo che introduce la distinzione giuridica tra vaccinati e non. Con i secondi esclusi da tutta una serie di servizi. Sabato prossimo prevista ancora un’altra manifestazione. Ieri, a piazza del Comune, almeno 150 persone.
Viterbo – Piazza del comune – La manifestazione contro il Green pass
Paolo Gibilisco fa il professore all’università di Torvergata a Roma. Con una casa anche nel viterbese, a Celleno. Un matematico. “Stiamo facendo il primo passo di un cammino per ripristinare la costituzione repubblicana – dice alle persone che ha di fronte -. Ma mancano i giovani. Il nostro primo compito e di portare in piazza i nostri figli e i nostri nipoti”.
Viterbo – Piazza del comune – La manifestazione contro il Green pass
Chi partecipa arriva in piazza spontaneamente, da ogni lato della città. Si osserva, riconosce e poi raduna a ridosso dei portici di palazzo dei Priori. Sotto le bandiere tricolore, della città e dell’Unione, quella europea, sconvolta dal virus che sta segnando un vero e proprio passaggio d’epoca. Con i movimenti costretti ad agire in un contesto inedito. Anche giuridico. E a ripensarsi.
“Tu obbedisci perché finisca, ma è perché obbedisci che non finirà mai”. “Il popolo è sovrano e alza la testa”. “Green pass no, sto bene senza”. I cartelli e le magliette portati sotto la sede del comune da chi stava manifestando.
Viterbo – Piazza del comune – Paolo Gibilisco
“Una guerra tra poveri”, sta scritto sulle spalle di una maglietta indossata da un ragazzo sotto la trentina. “Uno stagionale della ristorazione”, si definisce, preferendo restare anonimo. Stagionale. Significa che puoi perdere il lavoro in qualsiasi momento. E poi, soltanto pugni chiusi in tasca e binari vuoti. Un viaggio senza futuro. “questo è quello che ci preoccupa – commenta questo ragazzo -. Prima non sapevamo più quello che sarebbe successo da qui al prossimo anno. Adesso non sappiamo cosa ci aspetta domani. Se possiamo ancora scegliere, esercitare le nostre libertà. Il futuro sta anche nella possibilità di poterselo scegliere. E scegliere significa potersi muovere, essere parte di un contesto sociale. Poter partecipare, e non dipendere dalla scelta di qualcun altro”.
Viterbo – Piazza del comune – Adrian Moss
La libertà di scelta, che spinto in piazza anche Adrian Moss, attivista presente all’interno di diversi movimenti che in questi anni si sono battuti contro le multinazionali che hanno iniziato a investire sul territorio della Tuscia, a partire dall’energia. “La questione non è il vaccino in sé e per sé – dice subito Moss -, ma la scelta di volerlo o non volerlo fare. Io non voglio e non devo essere obbligato. Un diritto costituzionale sacro santo”.
Viterbo – Piazza del comune – Angelo Ferrante e Alba Oddo
“Affinché la scienza sia efficace – spiega poi Gibilisco – abbiamo bisogno della massima libertà scientifica. Purtroppo c’è invece un clima dove non è sbagliato radiare dall’ordine dei medici persone che esprimo dubbi sull’obbligo vaccinale e sulla sua costituzionalità. Non ci può essere un libero dibattito scientifico con le minacce. Libera scienza in libero stato”.
Viterbo – Piazza del comune – La manifestazione contro il Green pass
“Non vogliamo avere un trattamento sanitario obbligatorio – aggiunge Gibilisco – vogliamo essere liberi di scegliere, come prevede una democrazia. Come stabilisce la nostra costituzione. Per ripristinarla, continueremo a scendere in piazza ogni sabato e ad organizzarci”. Come in gilet gialli in Francia appena una paio, tre anni fa. Tutti i sabati. Nelle principali città d’Italia e in quelle più piccole.
La volta scorsa le persone in piazza erano più timorose. Più che altro perché gli organizzatori si erano dimenticati di comunicare la manifestazione alla Questura, come richiede la legge. Questa volta invece è tutto in regola. L’altra, aveva suscitato qualche timore sul da farsi, con la digos a piazza del comune che spiegava ai manifestanti la differenza tra “comunicare” e “autorizzare”. E che nessuno in una Repubblica democratica può “autorizzare” una manifestazione, a patto che si svolga nel rispetto delle regole. Come accaduto anche ieri di fronte palazzo dei Priori.
Ieri invece dubbi e timori non c’erano più, così come anche sta volta, non c’era neanche l’ombra di un partito, ma solo persone che ogni tanto ti capita di vedere in giro o che passano il grosso del tempo fuori le mura.
Viterbo – Piazza del comune – La manifestazione contro il Green pass
Assieme a Gibilisco, ci sono anche Angelo Ferrante e Alba Oddo. Dalla scorsa settimana. Lui è un carabiniere in pensione con il grado di vice brigadiere. Lei sua moglie. Condividono insieme una battaglia, così come la vita passata tra una caserma e l’altra lungo tutto il paese. “Lavorando – commenta Ferrante – e crescendo i figli”. “Stiamo qui anche per loro – sottolinea poi Oddo -. Stiamo qui come donne e mamme, come cittadine. Per chiedere il ritorno alla democrazia”.
Il timore di chi in questi fine settimana sta manifestando è anche cosa accadrà dopo agosto ha chi sceglie di non vaccinarsi, decidendo di non tornare indietro sui suoi passi. Quale sarà il loro status giuridico? Quali diritti? Quale futuro? Con quali conseguenze?
“Basta leggere le informazioni quando ci si va a vaccinare – prosegue Ferrante -. Sfido io chi non abbia avuto un dubbio. Ecco, di fronte al dubbio, una persona deve avere la possibilità di scegliere, senza dover essere obbligato. Senza obbligare chi non lo vuole fare”.
Viterbo – Piazza del comune – Alba Oddo
Una manifestazione iniziata puntuale alle cinque del pomeriggio e durata fino alle otto di sera, con piccoli gruppi rimasti oltre. Lavoratori, impiegati, professori, biologi, persone che hanno fatto il vaccino e altre che hanno deciso diversamente. Una piazza trasversale e senza bandiere che cerca il proprio linguaggio per esprimersi e definire un proprio percorso politico di opposizione a quella che viene definita “una dittatura sanitaria”.
Viterbo – Piazza del comune – La manifestazione contro il Green pass
Polizia e guardia Finanza restano sotto palazzo del Governo dove ha sede la prefettura. Tra le forze dell’ordine e i manifestanti alcune transenne a delimitare la zona. Tutto fila via liscio, con la digos che ogni tanto scambia due battute con i manifestanti per assicurarsi che vada tutto bene.
“Siamo stanchi di essere presi in giro”, aggiunge Paolo Gibilisco. Perché poi, per i manifestanti scesi in strada, il punto è anche questo. Vederci chiaro e capire perché, nonostante tutto quello si è passato, ancora non è finito niente. “Dobbiamo creare organizzazione politica – conclude Gibilisco – facendo pressione sui partiti. Eventualmente creandola noi un’organizzazione che ci rappresenti. Dobbiamo difendere la costituzione, dobbiamo difendere la libertà. Questo è il nostro compito. Un altro è quello di portare qui con noi i ragazzi a protestare, facendogli capire che la società che gli stanno preparando è l’opposto dell’Italia repubblicana e democratica uscita dalla resistenza. Quindi, non perdiamoci di vista e ritorniamo in piazza per la libertà e per la costituzione”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotocronaca: La manifestazione in piazza del comune – Video: “Difendiamo la libertà e la costituzione”
– “No al green pass perché limita la libertà e discrimina le persone”
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