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Montefiascone - Archiviata l'inchiesta - Il sindaco uscente: "Denuncio i responsabili e mi ricandido"

Ex giunta Paolini e municipale, non fu abuso d’ufficio

di Silvana Cortignani
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Massimo Paolini

Il sindaco Massimo Paolini


Montefiascone – Ex giunta Paolini e municipale, non fu abuso d’ufficio. Archiviata l’inchiesta, i dieci indagati sono pronti alla controffensiva. Portabandiera delle “vittime” il sindaco Paolini del comune di Montefiascone, nel frattempo commissariato e prossimo alle elezioni per il rinnovo della pubblica amministrazione.

“Denuncio i responsabili e mi ricandido”, annuncia Massimo Paolini. Intanto le spese legali degli indagati le pagherà la pubblica amministrazione. E per il danno erariale spunta l’ipotesi corte dei conti.

Il caso è esploso lo scorso mese di gennaio quando l’ex sindaco Massimo Paolini, il vicesindaco Orietta Celeste, gli assessori Massimo Ceccarelli, Paolo Domenico Manzi, Fabio Notazio e Rita Chiatti sono stati raggiunti dall’avviso di garanzia della procura, assieme all’ex comandante Luigi Salvatori (in pensione), all’allora comandante della municipale di Montefiascone (e Tarquinia) Giulia Bassi e agli agenti Luciana Fronda e Giovanni Nunziati. 

Al centro dell’inchiesta, partita da una determina del 2017 e arrivata al 2019, sono finiti il conferimento dell’incarico di comandante a Giulia Bassi e il concorso per l’assunzione di quattro agenti di polizia locale con contratto part-time a tempo determinato della durata di tre mesi. 

Massimo Paolini, possiamo chiamarla ancora sindaco?
“Sì, certo. Finché non ci saranno le elezioni mi sento ancora sindaco, poi sarò ‘già’ o ‘ex'”.

Archiviata l’inchiesta siete pronti alle carte bollate?
“Sì, se ci sono gli estremi. Il mio avvocato Massimo Pistilli ha chiesto copia delle carte del decreto di chiusura, in vista di una eventuale denuncia per calunnia oppure per diffamazione contro i responsabili”.

Intanto il comune dovrà pagare le spese legali…
“Vero. L’amministrazione dovrà pagare migliaia di euro di parcelle per le spese legali sostenute da otto indagati su dieci a causa di questa vicenda e non è scartata l’ipotesi di inviare tutto alla corte dei conti perché è stato creato un danno erariale non indifferente al comune”. 

Si sente più  leggero a distanza di nove mesi da quando il pm Franco Pacifici ha fissato gli interrogatori e ha scoperto di essere indagato assieme a tutta la sua giunta?
“Sono contentissimo che la giustizia abbia fatto il suo corso in tempi velocissimi, senza aspettare le elezioni, liberandoci da un peso che era di non poco conto per chi tra noi  doveva essere candidato, come me che mi ripresenterò nella lista che appoggia Andrea Danti sindaco”.

Nessuna tentazione di mollare la politica dopo la disavventura giudiziaria?
“La mia famiglia fa politica ininterrottamente dal 1953, ha cominciato mio padre Felice che è stato consigliere e assessore, poi mio fratello Aldo che è stato assessore e vicesindaco e infine io, che sono stato assessore dal 2005 al 2010, prima ai servizi sociali col sindaco Fernando Fumagalli e poi ai lavori pubblici con Andrea Danti, prima di coronare il sogno della famiglia diventando sindaco del comune di Montefiascone nel giugno del 2016”.

Silvana Cortignani


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1 settembre, 2021

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