Civita Castellana – (sil.co.) – L’ultima volta che ha parlato col padre è stato il 27 luglio 2020. Da allora è passato più di un anno e lo ha rivisto solo qualche volta alla fermata dell’autobus. L’uomo, nel frattempo, è stato colpito da divieto di avvicinamento ed è tuttora sottoposto alla misura.
All’epoca aveva 16 anni e aveva fatto sparire da casa tutti i coltelli per paura che il genitore, un disoccupato 49enne originario della Romania ma da anni residente a Civita Castellana, potesse usarli per uccidere lei o la madre. Oppure tutte e due.
Vittima una ragazza tuttora minorenne che fin dalla prima adolescenza ha dovuto assistere suo malgrado alle quotidiane aggressioni del padre alla moglie, una connazionale 41enne, mettendosi in mezzo per difendere la madre, sentendosi dare della “puttana” e della “troia” e rischiando una volta di venire perfino colpita da una coltellata che lui voleva sferrare alla consorte. Un’altra volta gli avrebbe strappato appena in tempo il coltello dalle mani mentre stava per lanciarlo. Poi li ha fatti sparire tutti.
Il 3 giugno dell’anno scorso è stata la stessa adolescente a chiamare i carabinieri, dopo essersi rifugiata in strada per lo spavento. Il 27 luglio, quando stava per prenderla per il collo, sono stati i genitori di un’amica.
Sono intervenuti i carabinieri
“Non capivo perché mia madre continuasse a tenerlo in casa”, ha spiegato ieri al processo in cui l’uomo è imputato di maltrattamenti aggravati in famiglia davanti al collegio presieduto dal giudice Elisabetta Massini.
Il 27 luglio 2020, l’ultima volta che la figlia ha parlato con il padre, lui ha fatto il verso di metterle le mani al collo davanti a un’amica, che ha chiamato i genitori, i quali a loro volta hanno chiamato i carabinieri.
In aula anche la moglie, che nel 2017 lo aveva già denunciato perché “aveva minacciato di tirarmi l’olio bollente in faccia”, poi nel corso del processo ha rimesso la querela e se lo è ripreso in casa. “Per problemi di salute ha perso il lavoro come operaio, io invece ho preso il diploma di Oss e nel 2018 sono stata assunta in una casa di riposo. Pensavo sarebbe cambiato, invece è peggiorato perché ha cominciato a bere. Poi col lockdown la situazione è precipitata“.
Sia la figlia che la madre hanno raccontato di come ancora oggi continui a perseguitare la ex moglie. “Mi chiama in continuazione, siccome non lavora, vuole i soldi da me”, ha detto la donna.
La pm Eliana Dolce
Anni di inferno per la figlia che, interrogata dalla pm Eliana Dolce, non è parsa a tratti in gradi di comprendere la gravità degli episodi di violenza di cui è stata vittima.
“Mi ha puntato il coltello, ma solo perché mi ero messa davanti a mia madre per difenderla, era per lei”, “Durante un picnic, mi ha presa per i capelli e sbattuto la testa sulla portiera della macchina, ma non mi ha picchiata, non mi ha presa a calci e pugni“, “Mentre mi facevo la doccia, siccome doveva andare in bagno, mi ha tirata fuori prendendomi per i capelli e dato una spinta, per cui sono andata a finire addosso al muro, ma ci sono finita da sola perché ho perso l’equilibrio“… e via dicendo.
Sulla difensiva la madre, cui il 20 dicembre 2020 il tribunale per i minori ha affidato le figlie, anche una bambina di dieci anni. Al punto che la presidente Massini si è sentita di rassicurarla, spiegandole che le “contestazioni” del pm non volevano dire che le venivano contestati dei reati, ma solo chieste delle delucidazioni sulle dichiarazioni rilasciate al momento della denuncia e quando è stata interrogata durante le indagini preliminari.
Il processo riprenderà il prossimo 30 marzo.
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