L’avvocato Alberto Parroccini
Viterbo – (sil.co) – Alla vicina che si lamenta della “braciolata” di Ferragosto: “Vi ammazzo e butto nel pozzo”. La sera del 13 agosto 2015 avrebbe aggredito una vicina di casa settantenne che, mentre usciva di casa in bicicletta, si era lamentata col marito del fumo proveniente dal suo barbecue, gridandogli dalla strada di chiudere le finestre. Domenica scorsa avrebbe lanciato una manciata di petardi, facendoli esplodere nel giardino dell’anziana coppia di coniugi per spaventarli.
Il presunto vicino terribile, difeso dall’avvocato Alberto Parroccini, è finito a processo davanti al giudice Giacomo Autizi, che ieri ha ascoltato la moglie, parte civile con l’avvocato Valerio Panichelli, il marito e anche uno dei figli, il quale ha rivelato in aula il lancio di petardi che sarebbe avvenuto alla vigilia dell’udienza. Scenario, un piccolo borgo del comprensorio di Civita Castellana.
“Io gridavo a mio marito che era in casa di chiudere le finestre per il fumo, per farmi sentire, perché è sordo. Lui ha saltato il muretto di recinzione e mi è venuto addosso, strattonandomi con tutta la bicicletta e poi prendendomi per il collo, fino a farmi sentire soffocare, mentre le persone che erano a casa sua gli urlavano ‘fermo, quella vuole i soldi’ e mio marito,c he aveva visto dal balcone, correva in mio soccorso”.
“Vi ammazzo a tutti, vi butto tutti in un pozzo, Non mi frega niente di nessuno. Qui sparisce tutto, non ci deve essere più niente”, avrebbe continuato a inveire, minacciando di morte entrambi gli anziani vicini di casa.
E’ stato poi il figlio, avvisato da alcuni parenti, a chiamare i carabinieri. “I miei genitori erano fuori del cancello, avevano paura anche di entrare in casa. Mamma stava male, aveva degli evidenti segni rossi sul collo. Dalla casa del vicino, quando sono arrivato, hanno intonato una canzoncina di scherno che faceva: ‘Ve lo faccio vedere io, abbiamo i testimoni’. Qualche tempo dopo l’imputato ha provocato mio fratello dicendogli in giardino ‘fate una finaccia’. Io e mio padre siamo intervenuti in suo soccorso, senza sporgere denuncia. E poi domenica, alla vigilia del processo, sono stati lanciati una decina di petardi nella nostra proprietà”.
Il difensore Parroccini ha insistito nel dire che gli ospiti dell’imputato hanno fornito nell’immediatezza la stessa sua versione ai carabinieri e cioè che loro stavano cucinando la carne alla brace e mangiando verso le 21, quando sarebbe avvenuta l’aggressione. Il 20 maggio saranno sentiti altri cinque testimoni.
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