Viterbo – “La didattica a distanza amplifica le differenze tra le diverse condizioni sociali. Il luogo fisico aula rende invece possibile l’uguaglianza tra tutti gli alunni, ponendoli nelle stesse condizioni di partenza. Tutti in grado di migliorare insieme. E questa è la cosa fondamentale della scuola”. Per il provveditore agli studi di Viterbo Daniele Peroni la riapertura in presenza al 100% delle scuole “è una buonissima notizia”. “La didattica in presenza è nettamente superiore”. “Ci dobbiamo fidare di quello che il comitato tecnico scientifico ha valutato opportuno”. Inoltre, “le scuole viterbesi – ha detto il provveditore agli studi – sono sicuramente attrezzate a seguire i protocolli di sicurezza”. “Un piccolo margine di dubbio c’è solo sui trasporti”. “Una scuola – ha detto poi Peroni – che esce sicuramente diversa da questo anno e mezzo di Covid”. Resta infine in piedi, con molta probabilità, la doppia entrata. “Per andare incontro a Cotral”, ha detto Peroni.
Viterbo – Il provveditore agli studi Daniele Peroni
Cosa ne pensa della riapertura al 100% in presenza delle scuole?
“L’unico passaggio ulteriore che si fa rispetto ad oggi, è il passaggio al 100% della scuola secondaria. Per quanto riguarda gli istituti comprensivi non cambia nulla. Da sempre il primo ciclo di istruzione è totalmente in presenza. E da questo punto di vista è una conferma. Ciò che cambia dal 26 aprile, se la cosa viene confermata, è il discorso delle superiori. Ad oggi le scuole hanno la possibilità di fare in presenza dal 50 al 75%. Da quello che stiamo sentendo, il governo ha ritenuto opportuno aumentare la percentuale al 100%. Ovviamente ci dobbiamo fidare di quello che il comitato tecnico scientifico ha valutato opportuno. Probabilmente hanno visto che le vaccinazioni stanno procedendo e i contagi sono in fase di diminuzione”.
La didattica a distanza è stata utile?
“La presenza degli alunni a scuola è importante. La didattica a distanza, per quanto in questa fase ci è servita, non può avere le stessa efficacia della didattica in presenza. Tant’è vero, da quello che si sente, l’intento è proprio quello di fare l’ultimo mese di scuola in presenza per fare riappropriare i giovani delle superiori di quella socialità che è venuta a mancare in questi mesi e che è un punto focale dell’educazione dei giovani in quella fascia di età”.
Dal suo punto di vista il ritorno in presenza al 100% è quindi una buona notizia…
“Se tutto si svolgesse in sicurezza, secondo me la riapertura in presenza delle scuole al 100% è una buonissima notizia. Come dicevo, la didattica in presenza è nettamente superiore rispetto a quella a distanza. L’efficacia è assolutamente incomparabile. Quindi, dopo mesi di chiusura, il fatto di poter far stare tutti i ragazzi in presenza è una buonissima notizia. Ovviamente bisogna stare attenti a tutte le norme di sicurezza”.
All’interno delle scuole viterbesi la sicurezza è garantita?
“Le scuole sono sicuramente attrezzate a seguire i protocolli di sicurezza, i ragazzi stanno a distanza di un metro gli uni dagli altri e, così come gli insegnanti e tutto quanto il personale, portano le mascherine. L’unico problema che conosciamo è sempre quello che succede fuori dalle scuole. Quello che succede nel tratto che va da casa a scuola e viceversa. Chi non può permettersi di farsi accompagnare dai genitori dovrà prendere i mezzi pubblici”.
Coronavirus – Tampone in una scuola
I mezzi pubblici si sono adeguati alle esigenze della scuola durante i mesi della pandemia?
“Con gradualità erano arrivati ad adeguarsi. Cotral, dopo varie richieste da parte dei dirigenti scolastici e da parte nostra, era riuscito a sopperire alle necessità della scuola. Eravamo però nel punto in cui si faceva didattica in presenza tra il 50 e il 75%. Fin a quel momento, man mano e progressivamente, Cotral era riuscito a garantire una certa tranquillità e sicurezza ai ragazzi nel raggiungere scuole e case. Un piccolo margine di dubbio, ora che andiamo al 100%, c’è senz’altro. Ora dobbiamo vedere come, di volta in volta, i mezzi in più messi a disposizione dal Cotral, con raddoppi di linea, andranno incontro a ragazzi che tornano a scuola al 100% e che quindi, ogni mattina prenderanno i mezzi. Al momento noi non lo sappiamo. Probabilmente Cotral potrebbe saperlo meglio. Gli effetti si vedranno dal 26 aprile in poi”.
Verrà mantenuta la doppia entrata anche con il 100% degli studenti in presenza?
“Presumo di sì. Perché tutto il sistema dei trasporti riusciva, secondo quanto detto da Cotral, a garantire la sicurezza solo se c’era la doppia entrata. Quindi immagino che resterà la doppia entrata per consentire a Cotral di restare loro con il 50% della capienza dei mezzi”.
Viterbo – Gli studenti tornano a scuola
Qual’è la situazione della scuola viterbese di fronte al ritorno in presenza di tutti gli studenti?
“La situazione della scuola viterbese è sicuramente buona e me lo sento di dire tranquillamente. I dirigenti scolastici hanno lavorato veramente bene, in sintonia con gli uffici scolastici provinciale e regionale. E’ stato fatto molto. Tutto il lavoro preparatorio fatto nei mesi di luglio, agosto e settembre dello scorso anno, con la ricerca di nuove aule, ha dato i suoi frutti. Ad oggi le scuole viterbesi, al loro interno, garantiscono la massima sicurezza. E il livello dei contagi ce lo dimostra. Il territorio viterbese è sempre stato al di sotto della media regionale e nazionale. E questo anche all’interno delle scuole”.
C’è stata collaborazione da parte della Asl?
“Sì. Il sistema di monitoraggio e di controllo con le Asl si è dimostrato efficace. Appena c’è stato un caso in una classe, la classe è stata isolata e nella stragrande maggioranza degli episodi quel caso è rimasto isolato. Ossia, i compagni di quello studente non sono stati contagiati. Questo dimostra anche che il contagio è avvenuto fuori e la presenza dell’alunno in classe non ha comunque portato a contagiare altri alunni. Ciò sta a significare che all’interno della classe e della scuola sono state adottate le dovute precauzioni e il tempestivo isolamento e la scoperta del caso da parte della Asl è riuscito a contenere benissimo il contagio”.
Con le altre istituzioni del territorio come è andata?
“C’è stata massima collaborazione da parte di tutti. Anche quando ci siamo visti al tavolo della prefettura che ha dovuto gestire il problema dei trasporti. Anche per quanto riguarda la ricerca di nuove aule, tutte le istituzioni sono state disponibili. E’ chiaro a tutti che la scuola è il cardine del futuro del paese. Senza una scuola che consente agli studenti, soprattutto a quelli svantaggiati, di crescere il paese non va avanti. La presenza al 100% mi rende felice soprattutto per quanto riguarda gli alunni svantaggiati. Non tutti, all’interno della propria casa, seguendo a distanza, sono nella stessa condizione. Mentre il luogo fisico aula è un luogo fisico uguale per tutti, con le stesse condizioni di frequenza, la stessa cosa non si può dire quando si frequenta da casa. A scuola l’aula è una per tutti. A distanza le case sono tante. E c’è chi ha problemi di connessione o più semplicemente di tranquillità. Un conto è una famiglia con un solo figlio, un conto una famiglia con 4 figli che seguono tutti quanti a distanza. Bisogna poi vedere se i genitori riescono o meno a seguire gli alunni. La didattica a distanza amplifica le differenze tra le diverse condizioni sociali. Il luogo fisico aula rende invece possibile l’uguaglianza tra tutti gli alunni, ponendoli nelle stesse condizioni di partenza. Tutti in grado di migliorare insieme. E questa è la cosa fondamentale della scuola”.
Viterbo – Un punto operativo per il vaccino
Come esce la scuola viterbese da un anno e mezzo di Covid?
“Ne esce sicuramente diversa, come ne usciamo diversi tutti, e ne siamo ormai consapevoli. Al di là delle difficoltà che ci sono state e lo sbandamento iniziale, questa situazione ha portato a riflettere su come intervenire in casi di crisi. E le crisi portano a cercare nuove soluzioni. La soluzione principale è stata la didattica a distanza che fino a un anno fa era quasi sconosciuta. Da un anno a questa parte tutte le scuole si sono attrezzate con dispositivi che hanno consentito di andare avanti. Sappiamo poi che il nostro corpo insegnanti non è dei più giovani, anche in questo caso tutte le resistenze al mezzo elettronico sono venute meno. E oggi tutti sono diventati bravi dal punto di vista informatico. Una crescita per tutto il personale scolastico”.
Che aspettative ha in vista del prossimo anno?
“Spero di trovare un’Italia totalmente vaccinata dal primo settembre. Cosa che ci potrà consentire di ripartire completamente in presenza fin da subito. E di non ritornare a una risalita dei contagi come è stato l’anno scorso a ottobre. Se ci facciamo trovare pronti sul lato delle vaccinazioni questo rischio riusciremo a scongiurarlo. Ci ritroveremo inoltre con una scuola sicuramente cresciuta che svolgerà, mi auguro, la propria attività al 100% in presenza con l’utilizzo delle tecnologie informatiche che in questo anno abbiamo tutti imparato a gestire”.
Se le avessi invece fatto la stessa domanda alla fine dell’anno scolastico 2018/19, cioè l’anno prima che iniziasse la pandemia, cosa avrebbe risposto?
“Non avrei scommesso una lira sugli insegnanti così capaci a gestire le tecnologie informatiche. Di positivo c’ha lascito questo, questo anno particolare. La consapevolezza dell’utilizzo della tecnologia informatica non fine a se stessa ma per l’educazione dei ragazzi”.
Daniele Camilli
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