La pm Paola Conti
Viterbo – (sil.co.) – Arrestato il 14 dicembre dell’anno scorso con l’accusa di avere avuto plurime volte rapporti sessuali completi con la figlia di 9 anni, sarà processato il prossimo 21 ottobre con l’abbreviato.
La difesa ha ottenuto ieri il via libera al rito alternativo che, in caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena.
Imputato un quarantenne residente in Germania ma domiciliato a Viterbo. Titolare del fascicolo il pubblico ministero Paola Conti.
Assistito dall’avvocato Giuliano Migliorati, il presunto padre pedofilo è comparso ieri davanti al giudice Giacomo Autizi. Il difensore ha ottenuto parere favorevole alla richiesta che l’imputato venga giudicato con l’abbreviato, non il cosiddetto rito “secco”, bensì “condizionato” all’acquisizione di alcuni atti che saranno prodotti alla prossima udienza.
Alla delicata udienza, che si è svolta a porte chiuse, ha preso parte, per la vittima, l’avvocato Remigio Sicilia, che si è costituito parte civile.
Sono passati nel frattempo nove mesi da quando al quarantenne è stata notificata nella sua abitazione la misura cautelare degli arresti domiciliari da parte degli agenti della squadra mobile della questura di Viterbo.
Il difensore Giuliano Migliorati
Un caso delicato di cui si è occupata, come detto, la pm Paola Conti.
Il quarantenne è imputato di “violenza sessuale continuata in danno di minore di 10 anni”, con l’aggravante del vincolo di parentela con la parte offesa.
Secondo l’accusa, tra il 2017 e il 2018, avrebbe compiuto, in più circostanze e lungo un arco di tempo di molti mesi, atti sessuali completi in danno della propria figlia, che al momento dei fatti aveva un’età di nove anni e che al momento dell’arresto già non viveva più col genitore.
Solo successivamente la bambina sarebbe riuscita a trovare il coraggio di confidarsi in lacrime con la mamma, che si è subito rivolta alla mobile per sporgere denuncia.
L’avvocato di parte civile Remigio Sicilia
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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