(g.f.) – Per tenere “viva” Viterbo, qualcosa si deve inventare. Non è un momento facile per Filippo Rossi, sballottato per il ballottaggio.
La scelta fra Michelini e Marini è una scelta fra il meno peggio, almeno stando a quello che Rossi diceva soltanto alcuni giorni fa.
Era il quindici maggio: “Viva Viterbo non aprirà mai nessun dialogo con chi ha portato la nostra città in questa situazione dopo venti anni di governo.
Non vogliamo essere complici di chi ha ucciso e continuerebbe a uccidere Viterbo. Lo stesso ragionamento vale, purtroppo, anche per il centrosinistra”.
Si è visto che poi le cose sono andate esattamente così.
Verso il sindaco uscente Giulio Marini, il candidato di Viva Viterbo non è stato troppo tenero. Il 29 maggio: “Immaginare di nuovo Marini seduto sulla sedia di sindaco è davvero difficile, dopo una gestione del Comune così fallimentare”.
Ma giù dalla torre ci va pure Michelini, il 24 maggio: “Raccattano un consigliere degli anni novanta in quota Fioroni, lo stesso che cinque anni fa volevano candidare in Provincia. Si torna indietro di venti anni e l’unico che da dentro il Pd ha cercato di portare un cambiamento, Francesco Serra, lo hanno ucciso”.
Tanto a destra quanto a sinistra, un disastro, roba da mettersi una collana d’aglio e chiamare un esorcista.
Il 24 maggio a piazza della Repubblica Filippo Rossi non fa difficoltà nell’ammettere che: “Non faremo nessun accordo in cambio di un assessorato alla cultura. Ditelo alle spie di Marini che sono qui in piazza”. Un assessore no, ma magari due…
Viste le trattative portare avanti da una parte e dall’altra, viene da pensare che Rossi stia cadendo di nuovo in errore.
“In passato – dice in piazza – ho votato questa gente, perché pensavo non ci fosse alternativa. Oggi mi candido perché non volevo essere costretto a rifare la stessa scelta sbagliata. O votare la novità più vecchia proposta dal centrosinistra. Michelini, che per rinnovare Viterbo vuole farsi aiutare da gente come Gigli, Fioroni, Sposetti, Zucchi, Fattorini o Taglia”.
E dopo la cena di Michelini con Potito Salatto, il 21 maggio la sentenza di Rossi è netta: “Marini e Michelini non sono altro che due facce della stessa medaglia”.
E allora non rimane che lanciarla e vedere cosa succede. Testa o croce?
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