Caso Manca - Antonio Ingroia denunciato per calunnia pronto a difendersi e ad attaccare all'interrogatorio di lunedì
di Stefania Moretti
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 L’avvocato dei Manca Antonio Ingroia |
Viterbo – “Una vicenda che non smette mai di sbalordire. Con novità sempre negative”.
Antonio Ingroia fatica a riconoscersi nelle vesti di calunniatore. L’ultimo sviluppo collaterale al caso di Attilio Manca lo riguarda in prima persona: la procura di Viterbo ha aperto un fascicolo sull’ex pm di Palermo per calunnia. Calunnia nei confronti di Salvatore Gava, ex capo della squadra mobile di Viterbo. Firmatario del verbale che attesta la presenza di Attilio Manca a Belcolle nei giorni dell’operazione al boss Bernardo Provenzano a Marsiglia.
I riflettori su quel verbale erano stati accesi da “Chi l’ha visto” a gennaio: i fogli di presenza dell’ospedale viterbese attesterebbero assenze di Manca dal lavoro per almeno due giorni e mezzo a ottobre. L’unica ‘colpa’ che l’ex magistrato si assume è quella di averlo ribadito in aula.
“Se colpa si può definire – insinua Ingroia -. Da quanto si legge nell’avviso di garanzia, la calunnia si riferisce a parole da me pronunciate in udienza preliminare, ma questa denuncia disattende i più elementari principi costituzionali e del codice penale”.
In che senso?
“Credo che leda i principi costituzionali relativamente al diritto di difesa, che va garantito in toto non solo agli imputati, ma anche alle parti civili e alle vittime dei reati, attraverso i loro difensori. E poi lede il diritto penale stesso, perché c’è una specifica causa di non punibilità per le cose dette e scritte dalle parti nei discorsi pronunciati. Peraltro io continuo a definire questa prova del verbale di Gava sostanzialmente falsificata. L’ho detto anche oggi (ieri, ndr) in conferenza stampa a Palermo”.
Il motivo della conferenza stampa era annunciare l’indagine a suo carico per calunnia?
“Assolutamente sì. E’ stata indetta per annunciare quella che ritengo sia una grave violazione. Abbiamo deciso insieme alla famiglia Manca di convocare i giornalisti per dimostrare tutti i punti in cui si evidenzia la falsità del contenuto di quell’informativa, dove si dice che Attilio Manca era al lavoro nei giorni in cui Provenzano entra in clinica per curarsi. Per quello che ci risulta dai fogli di presenza-assenza, questo non risponde al vero”.
La trasmissione “Chi l’ha visto” parlò, tra l’altro, di assenze nei giorni 25 e 26 ottobre 2003. Si tratta di un sabato e di una domenica. E’ possibile che il dottor Gava si riferisse alla presenza di Manca al lavoro nei soli giorni feriali?
“Quello che intendesse o non intendesse Gava poco rileva. Allora, eventualmente, andava segnalato che esisteva un weekend, considerando che il giorno di riposo è uno solo a settimana. Per di più, risultano assenze anche nel mese di luglio che sono state ignorate completamente, mentre sappiamo che a luglio Provenzano si è trattenuto a Marsiglia per più di una settimana e il 23 di quel mese avrebbe fatto anche una visita di controllo. Ebbene, il 23 luglio Manca era in ferie”.
Significa, secondo voi, che poteva essere a Marsiglia da Provenzano?
“Io non sto dicendo che questa è la prova che Manca ha operato Provenzano. Io dico solo che questa informativa non corrisponde al vero, perché non è vero che Manca era continuativamente in servizio nei giorni del ricovero di Provenzano. Non è vero a luglio come a ottobre. C’è, poi, la possibilità che in due giorni Manca sia potuto partire per Marsiglia, visitare Provenzano e tornare al lavoro in tempo per lunedì”.
Gava l’ha denunciata?
“Suppongo che non abbia fatto nessuna denuncia né alcuna querela. Non mi risulta indicata nell’informazione di garanzia. Questa è stata un’iniziativa d’ufficio della procura di Viterbo. Per questo la ritengo gravissima, perché non è un atto dovuto a seguito di una denuncia. Avrei potuto anche capirlo, pur non condividendo. Ma stando così le cose, no: questa è una decisione autonoma di cui è responsabile chi ha firmato quest’atto. Responsabile penalmente e disciplinarmente”.
Su alcuni giornali online siciliani si legge che ha intenzione di denunciare il pm Petroselli.
“Mi riservo di utilizzare tutti gli strumenti a mia disposizione. Prima ritengo doveroso presentarmi all’interrogatorio lunedì prossimo”.
Ha avuto notizie dalla procura nazionale antimafia?
“In questi giorni siamo alle prese con la redazione dell’atto formale di denuncia contro ignoti per omicidio e la richiesta di apertura di un fascicolo sia alla procura nazionale antimafia che alla procura di Palermo. Purtroppo questa iniziativa che non ho esitato a definire giuridicamente mostruosa della procura di Viterbo toglierà tempo anche a questo. L’assurdo è che mentre la procura dovrebbe trovare un responsabile per la morte di Attilio Manca si preoccupa di perseguire chi questo responsabile lo cerca da sempre”.
Avete pensato di chiedere alla procura nazionale antimafia di ascoltare Provenzano?
“Da quello che so è in condizioni di salute molto precarie. Stava male già nell’estate 2012. Non abbiamo mai chiesto di ascoltarlo perché lo riteniamo un atto improduttivo. Io ci provai. Nell’estate 2012 gli feci delle domande ma lui rispose a monosillabi. E’ da escludere che abbia voglia di raccontare la verità su Attilio Manca”.
E Setola? Ha detto di aver saputo qualcosa sulla vicenda Manca. Poi ha ritrattato e rinunciato a collaborare.
“Setola è uno dei principali temi sui quali quando andremo dai magistrati. La sua retromarcia è singolare. Si è saputo che aveva qualcosa da dire e poche settimane dopo ci ha ripensato. Cosa è successo? Qualcuno lo ha avvicinato? Chiederemo che sia interrogato”.
E quanto al suo interrogatorio di lunedì? Risponderà?
“Certo. Ovviamente. Risponderò e farò alcune domande”.
Stefania Moretti
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