Trasporto della macchina di Santa Rosa 2018 – Il ministro degli Interni Matteo Salvini
Trasporto della macchina di Santa Rosa 2018 – Il ministro degli Interni Matteo Salvini
Trasporto della macchina di Santa Rosa 2018 – Il ministro degli Interni Matteo Salvini
Viterbo – Un coro, all’improvviso. Un urlo. Forte, potente. In piena notte. Appena arriva il ministro dell’interno Matteo Salvini. A piazza delle Erbe, a Viterbo. La notte della Repubblica. “Chiudi-le… chiudi-le… chiudi le frontiere… oh Salvini, chiudi le frontiere!”.
La Macchina di Santa Rosa ha da poco raggiunto la terza fermata. La strada da percorrere è ancora lunga. I facchini sono fuori. Riprendono fiato, bevono e scambiano qualche parola. La loro preoccupazione è arrivare alla fine del percorso. Ci sono ancora da affrontare corso Italia, difficilissimo, e la salita della basilica di Santa Rosa, subito dopo piazza del Teatro.
“Uno di noi… Salvini uno di noi… Salvini uno di noi!”. Sono soprattutto ragazzi e ragazze. Giovanissimi. Attorno e sopra la fontana medievale della piazza. Stanno lì dalla notte precedente, per non perdere il posto e vedere il trasporto il più possibile da vicino.Ormai da tempo. Il consenso è totale. Nessuna voce si leva contro la richiesta di bloccare in ogni modo i flussi migratori. Lo specchio dei tempi e del clima che si respira nel paese.
La domanda tuttavia arriva. Subito. La fa la giornalista Paola Pierdomenico: “Cosa ne pensa di questa accoglienza le stanno chiedendo di chiudere le frontiere”. Salvini nicchia e cerca di spostare l’attenzione altrove. “Siamo qui per Santa Rosa – risponde il ministro -. La protagonista è lei, sono loro”. Le persone che hanno assistito al trasporto e quelle che poco prima gli chiedevano di chiudere le frontiere.
Un’ora prima, pressappoco, Matteo Salvini s’era fatto vivo anche a piazza San Sisto, punto di partenza della macchina di Santa Rosa. Una rockstar. Folla in delirio. Chi vuole stringergli la mano, chi un selfie. Polizia locale e vigili del fuoco inclusi.
La giornalista insiste. “A Viterbo c’è quest’aria di cambiamento che le chiedeva il Paese?”. “Pazzesco, pazzesco, pazzesco – ribadisce per ben tre volte il ministro -. È una gioia e al tempo stesso una grande responsabilità”.
“L’Italia è bella – ha concluso infine Salvini – perché ci sono 8 mila comuni, 8 mila Santi, 8 mila campanili, 8 mila lingue, 8 mila vini. Li difenderemo”.