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Coronavirus - L'annuncio ieri sera dalla regione Umbria - Il sindaco Alvaro Parca a notte inoltrata apre il caso: "Perché non vengono conteggiati 5 guariti?" - FOTO e VIDEO
Giove zona rossa – I pacchi per la spesa a domicilio
Giove zona rossa – I volontari dell’Associazione nazionale carabinieri
Giove – Cittadini in fila per i rapid test
Giove – A Giove continua l’incubo della zona rossa. Il piccolo comune umbro, di fronte al confine viterbese di Orte, Bomarzo e Bassano in Teverina, è off limits dallo scorso 10 aprile per l’eccessivo numero di casi di Coronavirus. Ma ancora non basta.
Ieri sera alle 21 la regione Umbria ha diffuso una nota che sancisce il prolungamento della zona rossa “almeno fino alle ore 20 del 3 maggio prossimo”, perché “il quadro generale presenta una condizione epidemica ancora in evoluzione, senza chiari segni di remissione e/o stabilizzazione”.
L’isolamento, continua la regione, potrà “eventualmente ridursi a seguito del miglioramento del quadro epidemiologico attuale, che lo allinei agli altri comuni limitrofi”.
Fino a pochi minuti prima, il sindaco Alvaro Parca invitava tramite Facebook la popolazione a recarsi in massa a effettuare test rapidi sierologici gratuiti. Esami il cui esito, a detta del sindaco, avrebbe “determinato l’eventuale fine della zona rossa”.
“L’ordinanza della proroga dell’isolamento è arrivata nella e-mail ordinaria del comune alle 20,40 esatte, dopo che l’avevano già pubblicata vari giornali” si è poi giustificato Parca.
La zona rossa, secondo i piani originari, sarebbe dovuta finire domani. Era stata decretata dopo che, dal 27 marzo al 9 aprile, il numero dei contagi in paese era schizzato da zero a 29. Oggi, secondo i dati presentati nell’ordinanza regionale di prolungamento della zona rossa, i “tamponi positivi totali” a Giove sono 37 su 405 effettuati, con “2 guariti accertati”, “369 tamponi negativi” e una persona deceduta.
Numeri che non convincono Parca. “Tutti parlano di 37 casi – commenta – invece io sul sito dell’Usl ne vedo 36 e uno è assegnato a Giove ma in realtà è in un altro comune, quindi sono 35. E per la verità anche un altro caso non dovrebbe essere attribuito a Giove”.
“Ma la cosa veramente strana – continua il sindaco – è che non siano stati riportati nella tabella 5 casi di guarigione che avrebbero ridotto a 30 (o a 29) il numero dei positivi rispetto a quelli riportati dall’Usl nella lettera alla presidente per giustificare la proposta di proroga della zona rossa. E stiamo ancora aspettando risultati su altri 15 casi circa che hanno finito o stanno finendo il loro periodo di isolamento”.
“Va detto – aveva già dichiarato Parca prima della pubblicazione della nuova ordinanza – che il comune di Giove è uno di quelli in cui, in proporzione, sono stati effettuati più tamponi. Credo che siamo tra i comuni più controllati dell’Umbria, se non addirittura d’Italia”.
La decisione della regione di prolungare la zona rossa di altri 8 giorni ha dunque colpito a livello psicologico la popolazione, che sperava in una più rapida conclusione dell’isolamento estremo.
Continueranno i posti di blocco attivi h24 nelle vie d’accesso principali al paese: uno presidiato dai carabinieri e uno da polizia e guardia di finanza, e sbarramenti in tutte le strade secondarie. L’ordinanza regionale dispone che a Giove si possa entrare e uscire solo per “assicurare attività e servizi essenziali”.
I lavoratori residenti o domiciliati nel territorio comunale sono costretti a casa, a meno che non svolgano “attività necessarie a garantire il sostentamento, l’allevamento degli animali” o comunque “attività non differibili”. Chiusi anche tutti gli uffici pubblici e bloccata la raccolta differenziata dei rifiuti.
La gente esce per fare la spesa solo una volta a settimana, in base all’iniziale del proprio cognome. La polizia locale passa periodicamente nei negozi a verificare il rispetto di questa disposizione. Inoltre gli ingressi all’unico supermercato del paese sono contingentati e si prenotano col numerino: spesso capita che i clienti vengano respinti, perché la fila all’esterno del locale è già troppo lunga e si arriverebbe oltre l’orario d’apertura. Nei negozi più piccoli, invece, si entra uno per volta, o addirittura si rimane sulla soglia, si ordina a voce e si riceve la merce direttamente imbustata.
Per contenere i disagi ed evitare che le persone rimangano in giro troppo a lungo, è stato organizzato il servizio di spesa a domicilio. Il centralino del comune raccoglie le ordinazioni e le smista ai volontari di protezione civile operativi a Giove, Amelia, Attigliano e Lugnano in Teverina. La spesa effettuata fuori dal territorio comunale viene consegnata nel centro logistico di coordinamento della protezione civile, allestito al posto di blocco di Attigliano, e da lì ritirata e portata a casa dei clienti dai volontari giovesi dell’Associazione nazionale carabinieri, guidati da Fabio Pesciolini.
“Il lavoro all’esterno della zona rossa – spiega Giuliano Santelli, coordinatore del centro logistico della protezione civile – serve a rifornire le persone che si trovano nell’area isolata, in modo particolare per la spesa di alimentari e medicinali. In totale i volontari impegnati sono circa 30. L’assistenza ai contumaciali è svolta da guardia di finanza, vigili del fuoco e croce rossa, perché si tratta di un’attività specifica molto professionale”.
“In questa situazione d’emergenza un aiuto grandissimo è arrivato dalla protezione civile – chiude Parca – che tra l’altro ha avuto l’adesione di una ventina di nuovi ragazzi che stanno facendo un lavoro eccezionale. E poi le forze dell’ordine, le protezioni civili dei comuni vicini. Un aiuto e una solidarietà notevole da parte di tutti”.