Il tribunale di Viterbo
Viterbo – (sil.co.) – “Manderei la preside a sturare le fogne”, a giudizio mamma e cinque amiche. Parte civile la dirigente.
Sei e tutte donne, di età compresa tra i 45 e i 63 anni, le imputate, difese dagli avvocati Rita Gregori, Enrico Zibellini e Michele Ranucci. Quattro sono di Viterbo, una di Farnese e una di Corchiano. Sono accusate di diffamazione aggravata su Internet.
Al centro della vicenda un paio d’occhiali da vista lasciati da un bambino a scuola, che la preside avrebbe impedito di recuperare dopo un’evacuazione per il terremoto. La mamma avrebbe fatto pubblicare un articolo su un sito e poi rilanciato su Facebook, incassando la solidarietà delle coimputate.
Ma il processo, che avrebbe dovuto celebrarsi ieri davanti al giudice Silvia Mattei, è stato rinviato al 21 aprile, a causa di problemi relativi al Covid che hanno impedito la presenza di tutte le parti in tribunale.
In aula c’era anche la parte offesa, all’epoca dei fatti dirigente scolastica di un istituto onnicomprensivo del capoluogo, che si è costituita parte civile.
La volta scorsa il giudice aveva concesso un rinvio per dare tempo alle parti di tentare di trovare un accordo economico in modo da arrivare a una remissione di querela e scongiurare il rischio di una condanna penale alle imputate.
Secondo quanto emerso al termine dell’udienza di ieri, gli avvocati della vittima avrebbero chiesto 300 euro a testa, a titolo di risarcimento, più il pagamento delle spese per ritirare la denuncia.
Hanno altri due mesi per pensarci.
“Manderei la preside a sturare le fogne”
La vicenda prende il via da un articolo imputato a una mamma, pubblicato il 18 gennaio 2017 su un quotidiano online, dal titolo “Terremoto alla scuola (…) una piccola gaffe”. “La preside (…) non ha voluto mettere le chiavi a disposizione dei vigili del fuoco per aprire la scuola”, si legge.
Il giorno successivo, il 19 gennaio, sempre la mamma, avrebbe pubblicato un commento sul suo profilo Facebook: “Vorrei fare un ringraziamento speciale alla preside (…) della scuola (…), più che preside io la manderei a sturare le fogne, per non avere dato la possibilità ai pompieri sempre disponibili di prendere gli occhiali di mio figlio lasciati a scuola”.
Due delle imputate hanno commentato “che stronza” e “è proprio una stronza”. Un’altra: “Ma tu pensa che cretina, nemmeno se fosse percolante la scuola. Povero stello, come fa due giorni senza occhiali’ La sa, sta cretina, la situazione? Che figura da imbecille questa signora preside”. Un’altra ancora: “Che idiota, per non dire di peggio”. L’ultima: “Ma questa è tutta scema, bisogna far conoscere a tutti che esemplari abbiamo. Ma, dico, ci andavano i pompieri… sta cretina”.
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