Piazza delle erbe – I leoni di Pio Fedi
Viterbo – Si sgretolano i leoni dello scultore che ispirò la statua della Libertà al porto di New York. I primi, di marmo, stanno a Viterbo, fontana di piazza delle erbe. Il secondo si chiamava invece Pio Fedi ed era nato nella città dei papi nel 1816, per poi essere sepolto nel 1892 cimitero monumentale della Misericordia si trova ad Antella, una frazione del comune di Bagno a Ripoli in provincia di Firenze.
Viterbo – Piazza delle erbe – I leoni di Pio Fedi
Il monumento funebre a Giovanni Battista Niccolini in Santa Croce a Firenze, alto quattro metri e conosciuto come la Libertà della poesia, ispirò la statua della Libertà di Frédéric Auguste Bartholdi, che la Francia donò agli Stati Uniti nel 1889. Sempre di Fedi, il gruppo marmoreo Ratto di Polissena collocato nella Loggia dei Lanzi in Firenze.
Quattro leoni in marmo datati 1876. Denti e unghie ben in vista, ruggiscono ai passanti e fanno la guardia ai quattro lati di piazza delle erbe. Così chiamata per il mercato ortofrutticolo che c’era una volta. Tra corso Italia e piazza del comune.
Leoni sbiaditi che si stanno sgretolando. Anno dopo anno. Foto dopo foto. Perché di quest’ultime, a denunciarne lo stato in cui si trovano, nel tempo ne sono state fatte tante. Giornali e lettori. Ma poi nessuno ha fatto niente. Le cause dello stato comatoso, sempre le solite: incuria, degrado, abbandono e l’acqua probabilmente al cloro, dato l’eccessivo pallore di marmi e peperino. Opere d’arte a Viterbo col presagio della fine scritto in fronte. Una sorte condivisa con il grosso del patrimonio del centro storico.
Viterbo – Piazza delle erbe – I leoni di Pio Fedi
La fontana dei leoni, risalente al XV secolo, danneggiata in più punti e lasciata lì a marcire, “è verosimilmente il risultato dei restauri sul più antico fontanile, affidati – come spiega il cartello turistico in piazza delle erbe – nel 1621 dal comune di Viterbo ai maestri scalpellini Desiderio Pieruzzi e Antonio di Michelangelo da Cortona che, seguendo il progetto di Filippo Caparozzi, autore della fontana nel giardino di palazzo comunale, misero a punto gli artistici mensoloni. Qualche anno dopo il Pieruzzi si occupò anche del rifacimento della vasca sottostante, nel realizzare la quale ebbe sicuramente presente il modello delle celebri fontane cinquecentesche romane. Nel 1876 infine, i leoni, profondamente deteriorati, furono ricostruiti e novo dal maestro Pio Fedi”.
Viterbo – La fontana di piazza delle erbe
Leoni che Fedi volle realizzare a tutti i costi. Tant’è che il consiglio comunale nel 1874 non pensò a Fedi, ma a un suo allievo fiorentino. Forse per i costi che avrebbe comportato. Alla fine fu Fedi stesso a presentarsi all’appaltatore viterbese che nel frattempo s’era recato a Firenze. Proponendosi per l’incarico. Inizialmente i leoni da restaurare dovevano essere tre. Ma visto che Pio Fedi aveva accettato l’incarico, e probabilmente a buon prezzo, venne fatturato pure il quarto.
Viterbo – Piazza delle erbe – I leoni di Pio Fedi
Una fontana restaurata più volte. 1494, 1621, 1854 e 1876. Iniziata male, con problemi di incuria e abbandono fin dall’inizio, rischia oggi di finire peggio. Con i soliti problemi a distanza di secoli.
Viterbo – La fontana di piazza delle erbe
La fontana “ebbe nel corso del tempo varie denominazioni – prosegue il cartello turistico in piazza – di cui la più antica e significativa era quella di ‘fontana di santo Stefano’, derivata dalla parrocchiale omonima presso la quale sorgeva l’originale medievale; assunse poi diversi nomi in relazione ai toponimi della piazza stessa, che nel cinquecento fu detta ‘Flaiana’ prima e ‘Alessandrina’ poi”.
Viterbo – La fontana di piazza delle erbe
“Piazza e fontana ebbero poi l’attuale denominazione ‘delle erbe’ nel XVIII secolo, quando la piazza divenne la sede del mercato degli ortaggi. E’ tuttavia anche nota come ‘fontana dei leoni’, dall’elemento decorativo che maggiormente la contraddistingue e al quale si associa generalmente la piazza. La fontana è infatti da sempre, oltre che una struttura di pubblica utilità, anche un elemento urbano fortemente aggregante e distintivo del sito in cui sorge, vero fulcro visivo e auditivo dello spazio circostante”.
Daniele Camilli
– Frontini (Viterbo 2020): “Leone della fontana in piazza delle Erbe corroso”
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