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Tribunale per i minorenni - Montefiascone - All'epoca dei fatti avevano 17 anni e la presunta vittima 14 - L'accusa ha chiesto due anni e mezzo

Stupro di gruppo nella capanna del presepe, assolti i tre imputati

di Silvana Cortignani
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Angelo Di Silvio

L’avvocato Angelo Di Silvio

Montefiascone – Ragazzina minorenne vittima del branco nella capanna del presepe, dopo oltre sei anni i tre imputati sono stati assolti dall’accusa di violenza sessuale di gruppo.

Tutti di Montefiascone, come la presunta parte offesa, sono due italiani e un ragazzo d’origine straniera, diciassettenni all’epoca dei fatti e oggi dell’età di 23 anni.

Sono i minori, nel frattempo diventati maggiorenni, che il 6 dicembre 2014 – alla vigilia dell’Immacolata – avrebbero approfittato, secondo l’accusa, di una 14enne in una frazione falisca dove erano in corso i lavori per l’allestimento del presepe vivente. 

La richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Rosina Romano risale al 2017. Il processo per i tre imputati, difesi dall’avvocato Angelo Di Silvio, si è chiuso ieri davanti al collegio del tribunale per i minorenni di Roma con un’udienza fiume.

La sentenza di assoluzione è giunta al termine di tre ore di discussione e oltre un’ora di camera di consiglio. L’accusa aveva chiesto una condanna a due anni e sei mesi ciascuno per tutti gli imputati.

Partendo da una pena base di sei anni, prevista per il reato di violenza sessuale di gruppo, il pm ha calcolato, nel computo, la diminuente della minore età e riconosciuto le circostante attenuanti generiche.

Gli abusi sarebbero consistiti in palpeggiamenti. Ma anche senza una violenza carnale vera e propria, per la legge si tratta comunque di violenza sessuale su minore. Ulteriormente aggravata secondo l’articolo 609 octies del codice penale – quello relativo per l’appunto alla violenza di gruppo – punito con la reclusione da sei a dodici anni.

La testimonianza della presunta vittima, oggi 21enne, è stata cristallizzata durante tre ore di incidente probatorio, che si è svolto, dopo ben tre rinvii, nel maggio 2015, sempre davanti ai giudici del tribunale per i minorenni di Roma.

Secondo l’adolescente, che non avrebbe subito uno stupro, gli aguzzini le avrebbero intimato di non riferire nulla dei presunti abusi, altrimenti l’avrebbero infangata. Lei ha taciuto per qualche giorno, poi si è confidata con la madre ed è scattata la denuncia.

Silvana Cortignani


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5 marzo, 2021

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