Viterbo – “Una forzatura per aprire gli occhi alla politica”. Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia ed ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia, apre la sua osteria in via dell’Orologio Vecchio a Viterbo. Pranzo e cene, luci accese e porta spalancata. La zona anti Covid è quella arancione e non si potrebbe.
“Non possiamo permetterci di svendere le nostre eccellenze enogastronomiche a multinazionali, cinesi e malavita che, se regolari non pagano le tasse in Italia, se frutto invece della malavita non possono essere assolutamente agevolate da questa situazione”.
Un’iniziativa annunciata annunciata giorni fa. A partire dal 7 aprile. Con Bianchini che poteva, a Viterbo, soltanto il 9. Perché, come scritto sulla sulla pagina Facebook, impegnato a Roma con il movimento di ristoratori Mio Italia che presiede. Un’associazione nata appena un anno fa e che all’inizio della prossima settimana si metterà seduta al tavolo del governo per discutere il decreto imprese.
Viterbo – Il presidente di Mio Italia Paolo Bianchini
Il 6 aprile a Roma la manifestazione davanti a Montecitorio di diverse sigle di ristoratori, messi al tappeto dall’emergenza, e gli scontri con la polizia. Atteggiamenti violenti da cui Bianchini e Mio Italia, presenti a Roma, hanno preso subito le distanze condannando chi aveva deciso di scontrarsi con le forze dell’ordine.
Oggi a pranzo, l’apertura del ristorante in via dell’Orologio Vecchio. All’ora di pranzo. In giro non c’era nessuno. Il ristorante resterà aperto anche a cena. Chiunque potrebbe andare e Bianchini lo servirebbe al tavolo. Ma si beccherebbero entrambi una multa. Se invece nessuno va, Bianchini è titolare del locale e, come se fosse in via del tutto privata, può tranquillamente entrare e accendere la luce.
“Una forzatura che è servita – spiega Paolo Bianchini nel suo ristorante -. In questi giorni, nelle aule parlamentari, così come sui giornali, finalmente si parla di affitti, costi fissi e sostegni. Quello che volevamo – sottolinea il presidente di Mio Italia – lo abbiamo ottenuto. Lunedì e martedì saremo a Roma a scrivere il decreto imprese e a portare avanti le nostre proposte. Siamo contenti di aver forzato la mano in maniera intelligente senza provocare nulla ai nostri clienti e alle nostre strutture. Anche con la solidarietà che i sindacati delle forze dell’ordine ci hanno espresso capendo che non siamo né violenti né fuorilegge. Siamo felici di quello che abbiamo fatto portando all’attenzione dell’opinione pubblica quello che stiamo vivendo come comparto”.
Viterbo – L’osteria di via dell’Orologio Vecchio
Chi volesse venire veramente a pranzo o a cena e vi chiedesse di servirlo al tavolo? “I nostri clienti – risponde Bianchini – sanno bene che la nostra è una provocazione e una forzatura nei confronti del governo Draghi. Ci hanno espresso grande solidarietà e sono pronti a tornare nei nostri locali per rivivere i momenti che gli abbiamo dato in passato”.
“Il 95% della popolazione – aggiunge poi Paolo Bianchini – è sano e quel 95% ha diritto alla vita, ha diritto di ritornare nei nostri locali. Abbiamo invece perso la bella stagione, la stagione dei tavoli all’aperto”.
Appena Bianchini ha aperto sono arrivati carabinieri e polizia. Hanno scambiato due parole con Bianchini e sono rimasti fuori lungo via dell’Orologio Vecchio.
Viterbo – L’osteria di via dell’Orologio Vecchio
“Al governo Draghi chiediamo al governo 3 cose fondamentali – spiega Bianchini – Innanzitutto il blocco degli sfratti e un aiuto concreto sugli affitti. Sia per noi affittuari sia per i proprietari delle mura. Stanno arrivando gli sfratti esecutivi ai proprietari delle imprese dopo 13 mesi di elemosina, e molti rischiano di farsi staccare la corrente. Chiediamo poi un sostegno importante sui costi fissi che continuano a correre. Chiediamo infine il blocco delle licenze per tre anni che ci permettono di ridare valore alle nostre aziende visto che abbiamo perso il 60% del valore del fatturato 2019 sul 2020″.
Viterbo – L’osteria di via dell’Orologio Vecchio
“Abbiamo poi chiesto il blocco delle licenze – conclude infine Paolo Bianchini – perché le multinazionali, i cinesi e la malavita stanno penetrando nel tessuto economico nazionale. Non possiamo permetterci di svendere le nostre eccellenze enogastronomiche a questi soggetti che, se regolari non pagano le tasse in Italia, se frutto invece della malavita non possono essere assolutamente agevolate da questa situazione”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: L’osteria di Paolo Bianchini – Video: La riapertura del ristorante
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