Tribunale – Il giardino della solidarietà (nel riquadro l’architetto Barbara Latilla)
Viterbo – Si chiama Barbara Latilla e non è un cervello in fuga. E’viterbese doc, ha 48 anni e da venti fa l’architetto, paesaggista per passione e per vocazione, la professionista che ha firmato il progetto del “Giardino della solidarietà” del tribunale, inaugurato lo scorso 22 giugno alla presenza del ministro della giustizia Marta Cartabia.
Cosa fa un architetto paesaggista? Ci vengono in mente i filari di cipressi della Val d’Orcia in Toscana, per non andare troppo lontano, i cui paesaggi “patrimonio Unesco” non sono affatto naturali, ma frutto della trasformazione da parte dell’uomo…
“I paesaggisti sostanzialmente focalizzano l’attenzione sul paesaggio e la tutela del paesaggio, ma soprattutto sulla scoperta del ‘genius loci’ di ogni luogo, perché l’attività fondamentale è quella di scoprire qual è lo spirito del luogo dove si va ad operare”.
E qual è, nello specifico il “genius loci” del palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino?
“Poiché il ‘genius loci’ è presente in ogni luogo, anzi ‘non c’è luogo senza genio’ come ci diceva anche lo storico grammatico latino Servio quando commentava l’Eneide, anche in un tribunale, quindi un luogo contemporaneo alla nostra storia, costruito dall’uomo in tempi recenti, il paesaggista e chi deve operare all’interno di questo luogo può scoprire lo spirito che c’è all’interno. O meglio, cercare di tirare fuori l’essenzialità di quel luogo”.
Il “giardino” al tribunale del Riello in realtà c’è sempre stato, ma prima era un “deserto”…
“Molte persone, infatti, non ne conoscevano nemmeno l’esistenza. L’iter che ho seguito nel progetto è stato proprio cercare di far scoprire quel giardino, invisibile a molti, a chi vive il tribunale e lo vive, diciamoci la verità, come un luogo di disagio, di sofferenza, di drammi personali che ognuno noi si può trovare a vivere all’interno di quell’edificio, di quella struttura, senza riuscire a percepire l’aria intorno a lui”.
Giardino del tribunale – Facciata posteriore
Quale era l’obiettivo?
“L’obiettivo era: cerchiamo di far vivere a chi vive il tribunale giornalmente per molto tempo, per molti mesi durante la sua vita o per periodi della sua vita, con uno sguardo verso il futuro. Come potevamo arrivare a questo risultato? Attraverso l’utilizzo di essenze arboree, arbustive, erbacee perenni che segnassero lo scorrere del tempo, in modo tale che chi vive il tribunale può, durante i mesi dell’anno, vedere la vita che scorre attraverso le varie fioriture che scandiscono i mesi dell’anno”.
Un po’ come il giardino all’inglese, che fiorisce tutto l’anno?
“No, perché il giardino all’inglese è molto differente, ha delle masse arbustive morbide e informali, che hanno come obiettivo dare un tratto di paesaggio e quindi ricordare la campagna, i tratti boschivi, con i cuscini non potati, lasciati liberi di crescere”.
Nel caso del giardino del tribunale invece…
“Il giardino in questo caso ha una sua personalità molto precisa, perché ha un filare di ‘alberi di Giuda’ che saranno i primi a fiorire a marzo e quindi annunceranno la primavera. Poi sotto questi alberi, che arriveranno nel corso del loro sviluppo vegetativo a un’altezza di circa 5 metri, ci saranno dei cespugli bianchi e azzurri, che ricordano molto nei colori la facciata del palazzo di giustizia. Quindi c’è un rimando tra il giardino e la parte architettonica del tribunale a livello cromatico”.
Fiori bianchi e azzurri come i colori della facciata?
“Sì, in quanto, in questo caso, il giardino dialoga ed esprime lo spirito del luogo proprio perché si associa cromaticamente all’esistente, quindi all’architettura, che comunque è un’architettura contemporanea, caratterizzata da questo color bianco ghiaccio e azzurro ceruleo degli infissi che sono presenti nella facciata”.
Una continuità, dunque, tra il giardino, il palazzo di giustizia e chi lo vive?
“Fondamentalmente il luogo è un luogo che assorbe energie, è un posto dove ogni giorno gli individui sono sottoposti ad un carico emotivo pesante e quindi questo giardino, speriamo, raggiunga l’obiettivo di dare uno sguardo sul futuro, uno sguardo su una possibilità di cambiamento, per tutti quelli che vivranno all’interno di questo tribunale e vedranno il giardino entrando e uscendo da luogo”.
L’architetto paesaggista Babara Latilla con la sorella geometra topografa Simona Latilla
Architetto, lei condivide lo studio con sua sorella, Simona Latilla, che invece è geometra topografa e lavora anche per Metro C a Roma. Lavorate anche insieme?
“Certo, nel caso del giardino del tribunale, ad esempio, lei, assieme al geometra Antonio Colognola, si è occupata del rilievo topografico di tutte le aree del tribunale attraverso delle tecnologie molto particolari, a partire dall’utilizzo del laser- scanner”.
Il laser-scanner viene utilizzato anche dagli esperti della scientifica…
“Il laser-scanner, in particolare, è servito alla ricostruzione tridimensionale del sito. Poi con l’ausilio del drone abbiamo fatto tutte le foto aeree e questo ci ha permesso di fare il rilievo di tutte le aree a verde e quindi di mappare tutte le essenze esistenti all’interno del giardino e quindi di tenerne conto, perché bisogna comunque tener conto dell’esistente per inserirsi in maniera adeguata”.
Giardino del tribunale – L’ingresso laterale
Le essenze del “Giardino della solidarietà”
“Un luogo questo, dove le persone arrivano cariche dei loro pensieri, delle loro inquietudini, distratte dalle problematiche che devono affrontare, non si accorgono del tempo che passa, i giorni, i mesi, gli anni. Il progetto – ribadisce più volte Barbara Latilla – ha come obiettivo scandire le stagioni dell’anno, sottolineandole attraverso i colori delle fioriture con cromie che passano dal bianco all’azzurro cerùleo, colori presenti nella facciata principale, con pennellate di viola e rosa tenue”.
I cercis siliquastrum (alberi di Giuda) con la loro fioritura precoce in marzo suggeriranno l’inizio della primavera, i cespugli arbustivi di spiraea bianche e ceanothus azzurri, anticiperanno l’arrivo dell’estate con le spighe verticali dei lupinus ornamentali bianchi, blu e rosa il tutto su un fondale sempreverde realizzato con una siepe di corbezzolo creando un luogo di biodiversità.
La facciata posteriore caratterizzata da un’esposizione all’ombra, sarà scandita e sottolineata da cespugli di ortensie di colore bianco e blu violaceo con hosta in varietà che si confronteranno con un viale di alti agapanti durante i mesi di luglio e agosto. L’autunno parlerà attraverso il colore giallo dorato delle foglie dei tigli e l’inverno sussurrerà attraverso i rami nudi degli alberi, mentre le bacche di agrifoglio coloreranno dicembre.
Il giardino del tribunale – Realizzazione dell’ingresso laterale
Chi è Barbara Latilla
Architetto paesaggista specializzata con il master di II livello in curatore di parchi, giardini e orti botanici presso l’università degli studi della Tuscia, si occupa da quasi vent’anni di progettazione del verde pubblico e privato collaborando con università ed enti pubblici. La sua progettualità ha come obiettivo fondante il rispetto e la valorizzazione del genius loci, reinterpretando l’anima del luogo con il lessico contemporaneo, scoprendo l’identità dello spazio verde, i suoi caratteri specifici, creando una dimensione intima e personale, dove ognuno di noi possa trovare quello che cerca e ricavarne un benessere fisico e mentale. La complessità di una formazione dove confluiscono discipline che vanno dall’architettura all’urbanistica, dalla botanica all’agronomia, dall’arte alla letteratura, fa scaturire progetti e realizzazioni che suscitano emozioni, ricordi, che segnano lo scorrere del tempo, ponendo al primo posto i tempi della natura.Questi i concetti espressi all’interno del progetto di recupero e valorizzazione del giardino del tribunale di Viterbo.
Progettazione, la scheda
Sbr Studio di progettazione arch. Paesaggista Barbara Latilla, rilievi topografici geometri Antonio Colognola e Simona Latilla.
Coordinamento scientifico: direttore dell’Azienda agraria, professor Giuseppe Colla
Responsabile scientifico dell’Orto botanico, professoressa Laura Zucconi
Vice direttore dell’Azienda agraria, professor Andrea Colantoni
Curatore dell’Orto botanico, dottoressa Monica Fonck
Dottoressa Sabrina Tempesta
Realizzazione: Unicoop Tirreno, Azzeroco2.
Silvana Cortignani
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