Viterbo – (sil.co.) – Picchia la compagna puntandole un coltello alla gola, l’accusa chiede un anno e otto mesi di reclusione.
Tragedia sfiorata a Pianoscarano. In pieno lockdown, verso le 23,40 del 30 aprile 2020, un pluripregiudicato quarantenne del capoluogo si è fatto arrestare per l’ennesima volta dalla polizia. Stavolta nello storico quartiere adiacente a San Pellegrino mentre, brandendo un coltello e in stato di alterazione, teneva bloccata a terra la compagna picchiandola selvaggiamente. Poco prima, verso le 18,30, i militari erano già intervenuti per un altro violento litigio della coppia.
L’uomo è stato disarmato da quattro poliziotti di due volanti, la donna è stata medicata a Belcolle con una prognosi di 30 giorni per le ferite riportate al volto e per lui sono scattate le manette. Oltre al coltello che teneva in mano, ne aveva un altro in tasca e altri due in bella vista sul sedile posteriore della macchina.
Tuttora agli arresti domiciliari, per via dei numerosi e gravi precedenti, ieri è comparso davanti al giudice Roberto Colonnello con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, detenzione di oggetti atti a offendere e lesioni gravi, per via della prognosi di 30 giorni. L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Nicola Cozza Caposavi.
Viterbo – Polizia e 118 in centro
Una sfilza di precedenti
Si tratta di una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, un 40enne d’origine peruviana, condannato, nel 2015, a cinque anni e 8 mesi per tentato omicidio. Vittima un giovane aggredito a bottigliate dall’imputato e da un amico, la sera del 23 marzo 2013 al Pilastro.
Nel 2018 si è invece fatto arrestare per spaccio mentre era agli arresti domiciliari. Nel 2017 per avere picchiato dei poliziotti dopo essere uscito di casa di notte, violando le misure di sorveglianza.
Nel 2012, quando era poco più che trentenne, fu arrestato per avere seminato il panico in una pizzeria. Nel 2011 era già finito in manette per avere aggredito due bariste a San Pellegrino.
Perdonato dalla vittima
Nonostante la prognosi di 30 giorni dei sanitari di Belcolle, la vittima, cinque mesi dopo l’aggressione, a settembre dell’anno scorso, quando è iniziato il processo col giudizio immediato, ha rimesso la querela, sostenendo di essere guarita in una decina di giorni e di avere riportato solo lievi lesioni al naso e a uno zigomo, che non hanno necessitato di interventi.
Lo ha ricordato al giudice la difesa, secondo cui il quarantenne non avrebbe neanche opposto resistenza, lasciando cadere il coltello dalle mani alla vista degli agenti. “La macchina a bordo della quale c’erano gli altri due coltelli non è intestata a lui e i due coltelli che aveva addosso erano per mangiare – ha detto il legale, spiegando – la compagna lo aveva invitato a cena, ma siccome abitava lì da poco e non aveva ancora completato il trasloco, aveva portato lui le posate e anche le pentole”.
Il pm ha chiesto una condanna a un anno e otto mesi di reclusione. Il giudice ha rinviato alla prossima settimana per repliche e sentenza.
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