Sant’Angelo di Roccalvecce – La proposta di murale della pubblica amministrazione
Viterbo – (sil.co.) – La guerra dei tre porcellini approda davanti al giudice civile Paolo Bonofiglio.
Nel frattempo i tre porcellini sono diventati sei: metà ancora su carta e l’altra metà che invece, in quattro e quattr’otto, ha già messo su casa.
Questa mattina alle 10 si terrà l’udienza in tribunale dopo che l’associazione presieduta da Gianluca Chiovelli, inventore del “paese delle fiabe”, ha fatto causa al comune per una presunta violazione del diritto d’autore. Pronta a chiedere un risarcimento di un milione di euro.
Al centro la delibera con cui lo scorso 2 luglio la pubblica amministrazione, assistita dagli avvocati Francesco e Roberto Massatani, ha stanziato 10mila euro per la realizzazione, a Sant’Angelo di Roccalvecce, di un murale dedicato alla celebre fiaba del lupo cattivo e dei tre porcellini sulle pareti della scuola elementare di sua proprietà.
L’associazione Acas l’ha presa male e, oltre a presentare lo scorso luglio un esposto e poi un ricorso d’urgenza ex articolo 700 al tribunale invocando la violazione del diritto d’autore, ha giocato d’anticipo, realizzando un altro murale, inaugurato a settembre.
Già da un mese, dunque, il murale dell’Acas dedicato alla favola campeggia su un edificio di proprietà privata, come gli altri della frazione su cui si possono ammirare i personaggi delle storie più amate dai bambini di tutte le età, diventati fonte di richiamo turistico e apprezzamenti a livello nazionale. Sono in tutto una cinqauntina, realizzati a partire dal 2016.
Sant’Angelo di Roccalvecce – Il murale dei tre porcellini del’Acas
“Ci hanno boicottato fin dall’inizio, causa al comune per un milione di euro”, è tornato a ribadire Chiovelli alla vigilia dell’appuntamento di oggi davanti al giudice.
“L’associazione chiedeva la sospensione della delibera ‘inaudita altera parte’, che non gli è stata concessa dal tribunale, che ha invece disposto la comparizione delle parti. Il comune ha quindi predisposto e depositato già da qualche giorno una memoria – spiega l’avvocato Roberto Massatani – nella quale viene ribadito la completa legittimità dell’operato della pubblica amministrazione relativamente a un immobile che è di sua proprietà”.
“La delibera peraltro non ha avuto seguito – sottolinea il legale – e non si capisce quale diritto possano vantare questi signori, questa onlus che diritti di brevetti non ne ha. Hanno depositato cinque murales, okay. Se uno a casa sua vuole fare cinque murales, chi glielo impedisce. Ma perché fare murales deve diventare diritto esclusivo di questa onlus che gestisce 4-5 cittadini del paese, fautori di questa giusta iniziativa che ha portato lustro al paese?”.
“Dovevano essere contenti che il comune gliene faceva un altro di murale. Attenzione sulla scuola pubblica – prosegue Massatani – ma perché il comune non lo poteva fare? Il diritto d’autore è su un oggetto, su un’opera, su un’idea, non è su un paese. Non mi spiego tanta arroganza, tanti insulti e offese gratuite, come quelli contenuti già nell’esposto della scorsa estate, inviato anche al prefetto”.
Gianluca Chiovelli
“Nel 2019 – ricorda Chiovelli – c’è stata l’intenzione d’indire un bando per finanziare murales di fiabe su mura di proprietà comunale, con artisti estranei al progetto e l’ideazione stessa estranea. Doveva avvenire tramite bando, da parte dell’assessore De Carolis. Si è bloccato tutto, attraverso diffide al comune”.
“Questa estate abbiamo scoperto che l’assessore Barbieri – continua Chiovelli – aveva proposto di realizzare un murale sulla scuola comunale, stanziando 10mila euro. La nostra iniziativa è registrata ovunque, ai beni culturali, come marchio, è un progetto conosciuto e ideato da Acas. È stato un altro tentativo d’appropriarsene, escludendoci. Senza contare che diecimila euro sono una cifra spropositata”.
“Se i cittadini fanno bene, come pubblica amministrazione, puoi premiare oppure fregartene non aiutandoli. Ma non puoi andare contro. Alcuni elementi del comune lo hanno fatto. Per questo abbiamo chiesto come risarcimento un milione di euro, cifra simbolica”.
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