Viterbo – Sembra di essere sbarcati sulla luna. Invece sono le strade di Viterbo. Tutte o quasi. Centro storico, le vie attorno alle mura e quelle dei quartieri periferici. Piene di buche, crepe, avvallamenti, sampietrini e lastricati che saltano oppure che vengono tappati come bocche o cementifici ai lati. In sintesi, come tutti già sanno, le strade di Viterbo sono semplicemente martoriate.
Due tipi di strade. Il primo, asfalto e catrame. Il secondo, sampietrini e lastricati. Nel primo caso, sono le strade attorno alle mura, oltre 4 chilometri, e quelle dei quartieri periferici. Nel secondo, si parla invece di centro storico, dove anche l’asfalto, da anni, ha fatto la sua comparsa.
Viterbo – Le strade della città
Fare le strade costa, come si sente sempre dire. Ma costa di più non farle. Soprattutto alle sospensioni delle macchine e alle schiene di chi va in scooter. Il video che è stato girato, e che trovate in allegato all’articolo, lo dimostra. Gli sbalzi dell’automobile, da cui è stato girato il filmato, non sono nient’altro che buche. Difficili anche da evitare, perché il rischio è quello di invadere l’altra corsia e prendere in pieno un’altra macchina.
Un asfalto, quello delle strade che attraversano i quartieri, ad esempio al Carmine, al Pilastro, a Santa Barbara, è “crepato” e pieno di avvallamenti. Un continuo su e giù con il sedile o quel rumoretto di sottofondo simile a quello dei dissuasori, però continuo, non a intermittenza, e a seconda dei tratti qualche volta persino asfissiante. Accompagnato quasi inevitabilmente dalla mitraglia delle buche ai lati. Ta-ta-ta-ta. Secco e violento. Al punto che il pensiero immediato è qualcosa di indicibile. Quello successivo, la speranza d’averla fatta franca, cioè non dover cercare un meccanico qualche minuto dopo.
Anche le rotatorie sono messe male. Due su tutte, anche per l’importanza che rivestono nella circolazione stradale. Martiri delle foibe a valle Faul e la rotatoria che immette su via della palazzina. Considerando la rotonda, slittare di culo su una buca non è certo l’ideale. Così come non lo è altrettanto attraversare piazzale Gramsci nel tratto breve tra le aiuole del comune e il marciapiede a ridosso di porta Fiorentina. Qui, in piccolo, c’è la “sintesi della disgrazia e l’apice dell’apoteosi della schifezza”, citato Diego Abatantuono in Fantozzi contro tutti. Da una parte, le strisce pedonali che terminano con manto rialzato e sfasciato. Dall’altra, le macchine che escono da porta Fiorentina e che incontrano subito l’asfalto rovinato e non di rado un pedone che s’affaccia sulla strada.
Viterbo – Le strade della città
Infine, il centro storico che, tra le altre cose ormai note pure ai sassi, c’ha pure sampietrini e basoli completamente disconnessi e spesso rialzati, che passeggiare senza inciampare è diventata quasi un’impresa. Un altro pezzo del patrimonio cittadino che se ne va, o se n’è già andato. Oltre che un’immagine della città che come la giri, la giri male. Basoli rovinati e incollati con il cemento. In diversi punti del centro storico. Sampietrini che mancano oppure buttati ai lati o sostituiti con il catrame. Il vestito d’Arlecchino di una città al declino.