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Ripartiamo da San Pellegrino - Si trovano tra i binari all'imbocco del tunnel e il caseggiato abbandonato sulla destra - L'ingresso a Viterbo venendo da Roma - FOTO E VIDEO
Viterbo – Cinque piccole discariche che, messe insieme, ne fanno di fatto una vera. Stazione dei treni di Porta Romana, Viterbo. L’ingresso in città da Roma. Poco dopo la Cassia e prima delle mura. Non in evidenza, ma nascoste tra i binari all’imbocco del tunnel verso Porta Fiorentina e la specie di caseggiato sulla destra. Vecchi edifici all’interno dell’area delle ferrovie. Un tempo abitati e una volta rimessa per gli attrezzi e altre cose utili a treni e stazioni.
Viterbo – Porta Romana – Una discarica
Davanti alla stazione di Porta Romana, così come di fronte a quella di Porta Fiorentina, roba buttata là alla rinfusa. Soprattutto di fronte alla seconda, con monnezza ammucchiata, mucchi di sabbia da lavoro, travi di legno e altre che sembrano di cemento e, all’orizzonte, altre cianfrusaglie belle grosse.
Tuttavia, l’interesse maggiore va tutto a Porta Romana, nel tratto dell’area davanti alla stazione già indicato. Tra i binari all’ingresso del tunnel e il caseggiato abbandonato alla loro destra.
Un po’ di monnezza, in mezzo anche alcuni farmaci, si vede già dall’alto, buttando l’occhio sui binari. Basta affacciarsi dal viale che dalla stazione porta all’inizio del centro. Vicino al semaforo. Tre buste azzurre buttate di sotto e lasciate lì da tempo. Esplose all’impatto. I treni ci passano accanto. Nessuno le vede, bisogna farci caso.
Viterbo – Porta Romana – Una discarica
Messe peggio le case abbandonate e le baracche nei pressi. Ci si arriva dalla strada dopo i muri della stazione. Il cancello è aperto. Sembra di entrare in una baraccopoli. Alla fine della strada, uno slargo d’erba con un mamozione industriale a fare da sfondo. La grande gru arrugginita che da anni campeggia sempre in quel posto. Le porte delle abitazioni sono chiuse. Per impedire che qualcuno ci vada a trovare riparo. Le finestre sembrano anch’esse murate. Qui nessuno deve dormire. Però la monnezza qualcun altro ce la butta. Senza che nessuno, finora, sia venuto a toglierla. Infatti è dappertutto e ben nascosta alla vista. La si vede solo all’impatto.
Viterbo – Porta Romana – Un edificio abbandonato
Il primo, descritto, sui binari. Il secondo. Nel cortiletto d’erbacce a qualche metro di distanza dalla prima casa al chilometro 86 da Roma. C’è pure un materasso ormai putrefatto. Coperto dal terriccio, si riconosce solo grazie alle molle che spuntano dalla collinetta di chissà che cosa sottostante. Altre sono sparse qua e là per il terreno.
Viterbo – Porta Romana – Il materasso putrefatto
Proseguendo poi la camminata, il terzo impatto. Discarichetta sotto una pergola con lamiere stese sul muro. Un bel quadretto. Per terra, tavole, resti di qualcosa, una valigia e un po’ di plastica. Tutt’attorno edifici e baracche abbandonate. In un angolo anche la cuccia, anch’essa a pezzi, di un cane. In un altro, coperte a fare da porta. La vegetazione, simile a quella che si trova in giro in città. Alta da incuria.
Viterbo – Monnezza lungo i binari di Porta Romana
Infine il quarto e il quinto impatto. La quarta discarica. Sta dentro a un recinto, di lato a un cancello. Qualche ferraglia e un pezzo di legno. L’ultima si trova invece dentro a una specie di rimessa con l’ingresso in lamiera divelto. Tirato via, così sembra, a forza. Buste, pezzi di legno, plastica e lamiere.