Operazione Terra madre – Nei riquadri i fratelli Pira e il padre
Farnese – (sil.co.) – Armi e rapine, lasciano il carcere dopo la condanna i fratelli Pira. Arrestati sei mesi fa, se la cavano patteggiando 18 mesi e due anni, 11 mesi e 20 giorni.
Via libera del collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei alla richiesta di rito alternativo per Marco e Paolo Pira, 40 e 48 anni, i fratelli allevatori d’origine sarda di Farnese, finiti in carcere lo scorso 12 dicembre quando sono stati arrestati su richiesta del pm Massimiliano Siddi.
In carcere per le armi e indagati a piede libero per due rapine. Du colpi non portati a termine che, secondo le intercettazioni che li avrebbero incastrati, avrebbero pianificato durante il lockdown, ai danni di una facoltosa coppia del’Alta Tuscia e di un’altra vittima residente invece a Montefiascone.
A distanza di sei mesi, ieri mattina i fratelli Pira sono stati condannati con lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito alternativo scelto dai difensori Giuseppe Picchiarelli e Angelo Di Silvio.
Marco ha patteggiato un anno e mezzo di reclusione e una multa di 5mila euro. Paolo 2 anni, 11 mesi, 20 giorni e una multa di 5mila euro. Entrambi sono stati rimessi in libertà dopo la sentenza.
I Pira compariranno di nuovo davanti al giudice Silvia Mattei il prossimo 15 settembre quando riprenderà il processo in cui, assieme al padre Antonio, devono rispondere, tra l’altro, dei cani ammazzati a bastonate dell’ex sindaco Dario Pomarè. Furono arrestati dai carabinieri per stalking, armi e altri reati nell’operazione “Terra madre” scattata all’alba del 28 luglio 2015. A distanza di sei anni non si è anocra concluso il processo.
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