Viterbo – “Lo sparo dell’altro giorno deve aprire gli occhi di tutti. Politica, istituzioni, scuola e famiglie. Serve un controllo maggiore, soprattutto a livello educativo, per evitare che episodi simili non passino per normalità. Insomma, quanto accaduto tra domenica e lunedì notte qualche interrogativo lo pone di sicuro”.
Viterbo – Europei di calcio – Un colpo di pistola in via Ascenzi
Stefano Evangelista è presidente del consiglio comunale e ha 29 anni, due in più rispetto al 27enne di Vetralla che l’altra sera, al Sacrario, in via Ascenzi, durante i festeggiamenti per la finale vinta dall’Italia a Wembley contro l’Inghilterra, ha sparato un colpo in aria con una scacciacani. Beccato subito dopo dalla Digos, R.S., è stato poi denunciato per procurato allarme ed esplosioni pericolose. Gli sono stati poi sequestrati un passamontagna, quello che indossava quando è sbucato fuori dalla macchina e ha sparato in aria, e la pistola che ha utilizzato, compreso un bossolo a salve.
L’idea è quella di sentire il punto di vista dei consiglieri comunali più giovani, quelli che a palazzo dei Priori a Viterbo dovrebbero portare in aula anche speranze e prospettive di una generazione. Stefano Evangelista, Andrea Micci (36 anni), Chiara Frontini (32), Matteo Achilli (31) e Martina Minchella (32). Maggioranza e opposizione, destra e sinistra. Il tentativo di un dibattito a fronte di fatti che sono anche il sintomo di una città diversa da come si immagina. Non più sorniona e provinciale, ma periferica e “borgatara”. E con le contraddizioni proprie di un pezzo d’area metropolitana. Ieri sera, per un istante, in piazza, quella pistola puntata in aria, lo sparo, il passamontagna a coprire il volto come se ci si trovasse nel mezzo di un atto terroristico, parlano e mostrano un universo parallelo che ci cammina accanto. Un universo che, dopo il Covid, sembra avere pure qualche rotella fuori posto.
Viterbo – Europei di calcio – I festeggiamenti al Sacrario
“In piazza ci sono andato anch’io – prosegue Evangelista -, e al Sacrario ho visto tanta bella gente, gioiosa. Tante persone che hanno saputo cogliere il messaggio positivo dell’evento sportivo. Il fatto che sia stato preso subito rende merito alle forze di Polizia, alla Digos in particolare. E’ stato evitato il peggio, perché in piazza c’erano tante persone e di tutti i tipi. Quanto successo deve aprire gli occhi e sono necessari i dovuti approfondimenti. La politica, quando si trova di fronte a certe dinamiche, deve interrogarsi. Un campanello d’allarme che fa riflettere”.
Viterbo – I festeggiamenti per la finale degli Europei vinta dall’Italia
Una generazione nuova ha fatto capolino ieri sera al Sacrario, mostrandosi 10 anni dopo le secchiate d’acqua degli Europei del 2012, quando poi la nazionale perse in finale con la Spagna. Dieci anni fa l’acqua, dieci anni dopo una pistola, anche se finta. Ma col senno di poi, e grazie all’intervento della Digos che ha permesso soprattutto di averne la certezza. Altrimenti, se il tizio in passamontagna non lo avessero identificato, quel colpo rischiava di restare pressoché per aria, lasciando a tutti il dubbio che magari fosse stato vero.
Viterbo – Il consigliere comunale Stefano Evangelista
Dieci anni di distanza e “un gap generazionale – sottolinea Chiara Frontini – più profondo e diverso rispetto ai dieci anni che potevano separare me, quando avevo 20 anni, da una persona più grande. Io ho 32 anni e con un ragazzo o una ragazza più piccola mi dovrei rapportare con maggiore facilità. Invece non sempre è così, ed è sempre più difficile”.
La paura, anche se accennata, perché in pochi hanno capito cosa stesse accanto, poi i corpi e i loro gesti. Basta vedere il video o la sequenza di foto e fotogrammi. Da una parte, il ragazzo con il passamontagna. Il braccio disteso sul tetto della macchina, l’altro che tiene la pistola e volteggia per aria. Infine lo sguardo, tutt’attorno, a scrutare ogni cosa. Sicuro di sé. Come se fuori dal finestrino ci fosse stata Baghad, Kabul o Gaza e non una piazza in festa per la vittoria dell’Italia agli Europei.
Viterbo – La consigliera comunale Chiara Frontini
In una delle foto, di lato, ci sono poi due ragazzi. La deontologia giornalistica impone giustamente di coprire i volti, perché probabilmente minorenni. Lo sguardo era terrorizzato, con il più grande dei due che sembra fare il gesto di proteggere il più piccolo. Gli unici due del lato dove stavano a rendersi conto, in mezzo agli altri che saltavano e s’abbracciavano per gli azzurri avevano vinto. Un istante surreale, a testimonianza di come le cose siano improvvise e possano precipitare da un momento all’altro.
Viterbo – Il consigliere comunale Andrea Micci
Ci sono poi i modelli di riferimento. “Sottocultura”, come la definisce Micci. “Modelli – aggiunge Evangelista – che vengono proposti da televisione e media in generale e che sono negativi e poco edificanti, anche per le realtà cittadini e dei quartieri che rappresentano”.
Viterbo – Europei di calcio – I festeggiamenti al Sacrario
“Non tutti i giovani sono così – spiega Micci – e non mi va di generalizzare, ma credo che ci sia un sottocultura diffusa da alcuni artisti che va in quella direzione. E questi sono gli effetti sui giovani. La cosa mi spaventa e le famiglie devono dare il loro contributo. Questo ragazzo ha agito come se fosse normale”.
Viterbo – La consigliera comunale Martina Minchella
Una sottocultura che per Micci “sta spopolando, con atteggiamenti da gang e l’inneggiare continuo ad armi e droga. Quanto accaduto mi lascia senza parole. Con una pistola in mezzo alla folla. Questi atteggiamenti vanno combattuti in tutti i modi possibili. Bisogna inoltre cominciare a capire quali sono i modelli giusti e quelli che non lo sono. Ciò che è giusto, da ciò che è sbagliato. E lo sparo dell’altra notte è un gesto sbagliato. E non possiamo dire che tutto va bene, non possiamo giustificare”.
Viterbo – Il consigliere comunale Matteo Achilli
Martina Minchella si concentra soprattutto sull’intervento delle forze dell’ordine. “Un gesto che va condannato. Quando si va a festeggiare, non si porta appresso una pistola. Il plauso va alle forze dell’ordine. L’intervento è stato tempestivo. E ciò significa che il piano messo in atto rispetto a controllo e prevenzione ha funzionato”.
“Sono comportamenti che vanno puniti perché non hanno nulla a che fare con lo spirito della festa – precisa invece Matteo Achilli -. A me a 20 anni non mi sarebbe mai venuto in mente di sparare in aria in mezzo alla gente. Una cultura che non mi appartiene. Si tratta di comportamenti che vengono soprattutto dall’educazione data ai ragazzi. A me hanno insegnato il rispetto e il non eccedere mai nei comportamenti. E’ una questione di cultura e di educazione e queste te le danno le persone che ti stanno accanto”.
Viterbo – Europei di calcio – I festeggiamenti al Sacrario
Ragazze e ragazzi giovani e giovanissimi che l’altra sera scivolavano via in piazza mischiandosi a tutto quello che incontravano. Tra bandiere, balli e abbracci. Con i musiconi di sottofondo e l’inno nazionale cantato di tanto in tanto. Una generazione travolta dal Covid, chiusa in casa nel momento più bello della vita, sostanzialmente “senza” scuola per due anni e costretta a fare i conti con una libertà diversa rispetto a quella che gli è stata raccontata sui banchi in classe. Ragazze e ragazzi che, con gli istituti superiori e l’università in Dad, e tanti con le famiglie in cassa integrazione, hanno iniziato a lavorare per tirare su due soldi. In tutti i modi e lavorando spesso in nero. Giovani che trovano modelli, riti, identità e definiscono ruoli e prospettive altrove rispetto ai canali di socializzazione che un tempo trasmettevano scuola e istituzioni in generali. Modelli che poi vengono considerati alternativi a una società che, agli occhi di questi ragazzi, sembra aver poco da offrire. Modelli che infine diventano punti di riferimenti per cui “battersi” contro qualcuno o qualcosa. una disgregazione che a volte sembra far rima con “balcanizzazione”. Seppure, ancora, a bassa intensità.
Calcio – Italia campione d’Europa – I festeggiamenti a Viterbo
“Per me che ho 32 anni – commenta poi Chiara Frontini – dovrebbe riuscire più facile parlare con un ragazzo o una ragazza di 23-24 anni. Invece c’è un salto generazionale importante rispetto agli stimoli, alle prospettive e alla speranza. A 18 anni io mangiavo la strada e avevo voglia di fare. Oggi, invece, per una serie di fattori, compresa la rivoluzione digitale, il gap generazionale non è di 10 anni, ma decisamente di più di quanto uno ci si aspetti. Se non iniziamo ad occuparci seriamente dei nostri giovani e a pensare a politiche in loro favore premiando i migliori in ogni campo, credo che di fronte a questi episodi ci troveremo sempre più spesso. I ventenni di oggi hanno dei modelli di riferimento che possono diventare esempi devianti. E di questo la politica se ne deve occupare. E lo deve fare come un’urgenza pressante del nostro tempo. In particolar modo dopo un periodo di distanziamento e limitazioni. Periodo che, nel momento in cui si interrompe, potrebbe dar sfogo a manifestazioni eclatanti. Come quelle che abbiamo visto domenica sera”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: Passamontagna e pistola – Video: Lo sparo in via Ascenzi
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