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Tribunale - Processo case popolari - Il collegio sottolinea nelle motivazioni che "non cessa la rilevanza sostanziale del riconoscimento dell'innocenza di un imputato"

Ugo Gigli assolto dopo la morte, i giudici: “A tutela della sua memoria”

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Ugo Gigli e Enrico Valentini

Ugo Gigli e Enrico Valentini


Viterbo – (sil.co.) – Gestione personalistica dell’Ater, sono passati cinque mesi dall’assoluzione di Ugo Gigli e delle dipendenti Simona Laureti e Antonella Zei. 

Era il 15 marzo 2021. In quella data, a pochi giorni dalla morte e dai funerali dell’ex direttore generale dell’Ater, scomparso il 28 febbraio all’età di 81 anni, il difensore Enrico Valentini chiese di poter discutere lo stesso il processo per chiedere l’assoluzione del suo assistito nonostante si sarebbe potuto “accontentare” della dichiarazione di estinzione del reato a causa della morte dell’imputato.

“La sopravvenienza di una causa estintiva del reato – viene spiegato nelle motivazioni della sentenza del collegio presieduto dal giudice Elisabetta Massini – non può porre nel nulla la realtà acquisita nel procedimento che il fatto ascritto all’imputato non sussiste o non è previsto dalla legge come reato o non è stato commesso dall’imputato stesso”.

“Una siffatta realtà deve prevalere – sottolineano, tra le altre cose, i magistrati – per la rilevanza sostanziale del riconoscimento dell’innocenza di una persona accusata, che non cessa per effetto della sua morte, residuando l’interesse dei congiunti e degli eredi alla tutela della memoria”.

Nel caso specifico – rispetto alle plurime accuse mosse a Ugo Gigli, tra cui truffa, abuso d’ufficio, falso e violenza privata – l’istruttoria dibattimentale “ha consentito certamente di acclarare l’insussistenza del fatto rispetto ai reati di cui ai capi e, f, g contestati al medesimo in concorso con Antonella Zei per il capo e (e con Simona Laureti per il capo f)”.

Antonella Zei, difesa dall’avvocato Matteo Moriggi, è stata assolta “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di avere falsificato atti per far restare Gigli al suo posto di direttore generale per più tempo del dovuto.

Simona Laureti, difesa da Luca Chiodi, è stata assolta “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di avere modificato all’Inps la sua situazione lavorativa, da autonomo a co.co.co., garantendo a Gigli contributi e un trattamento di fine rapporto maggiorato, a spese dell’Ater. 


Il magistrato Elisabetta Massini

Il giudice Elisabetta Massini


Nessuna alterazione del contratto

“Non risulta provata l’alterazione del contratto di cui alla contestazione il cui autore materiale si assume essere stata Antonella Zei – scrivono i giudici Elisabetta Massini, Giacomo Autizi e Silvia Bartollini – non essendo stato prodotto dalla pubblica accusa l’atto alterato”.

“Anche ove l’alterazione fosse stata operata (circostanza non provata), non avrebbe avuto alcun effetto – proseguono – il contratto che l’Ater stipula con la figura del direttore generale infatti, è disciplinato dalla legge e dallo statuto nella sua durata ed alcuna conseguenza potrebbe derivare da una previsione contra ius nello stesso contenuta”. E ancora: Sul punto, inoltre, è intervenuta la sentenza, prodotta dalla difesa di Gigli, pronunciata nel 2015 dal tribunale di Viterbo sezione lavoro che ricostruisce l’inquadramento normativo del contratto in questione”.

Nessuna truffa all’Inps per 180mila euro

Quanto invece al capo ove si assume una condotta di induzione in errore dell’lnps posta in essere mediante una comunicazione ideologicamente falsa delle variazioni della posizione lavorativa del Gigli, si trattava di una comunicazione obbligatoria che l’ente doveva operare a fronte del cambiamento da parte di Gigli e di un altro dipendente delle loro posizioni contributive”.

“Il diverso inquadramento di Gigli era peraltro stato operato da ufficio diverso da quello nel quale prestava la sua attività Simona Laureti, la quale, tra gli altri compiti, era deputata alla comunicazione obbligatoria all’lnps della cancellazione da gestione separata.Tale condotta pertanto non può considerarsi raggiro nei confronti deIl’Inps, trattandosi di atto dovuto”.

“Gigli si è limitato a avanzare domande all’Inps relative all’inquadramento della sua posizione retributiva al variare della posizione contrattuale all’interno dell’Ater. Peraltro l’imputata Zei Antonella ha dichiarato di aver provveduto alla redazione materiale del contratto, presente la presidente, utilizzando come era prassi il precedente contratto e modificando i dati che dovevano essere variati.ll contratto era stata sottoscritto dalla presidente e conservato da altro ufficio ( l’ufficio risorse umane), rispetto al quale la Zei non aveva la disponibilità dell’accesso materiale ai contratti ivi conservati”.


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30 agosto, 2021

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