Tarquinia – Omicidio delle Saline: scandagliata la vita di Dario Angeletti, il delitto è maturato nella sfera privata. Gli inquirenti ipotizzano un movente passionale.
Dario Angeletti
Il biologo e docente Unitus 50enne trovato morto alle Saline di Tarquinia è stato ucciso tra le 13 e le 15 di martedì. Alle 13 ha lasciato il centro ittiogenico sperimentale marino dove lavorava dicendo che sarebbe andato a comprare un panino per il pranzo. Come tutti i giorni. Ma l’altro ieri in quei laboratori non è più tornato.
Intorno alle 15 un passante ha notato Angeletti nella sua auto, una Volvo grigia, con la testa sul volante e la cintura di sicurezza ancora allacciata. Era nel parcheggio vicino alla Saline. Allertato il 118, gli operatori sanitari hanno tentato di rianimarlo ma senza alcun esito. E appena dichiarato il decesso sono scattate le indagini dei carabinieri di Tarquinia e del comando provinciale di Viterbo, coordinate dalla procura di Civitavecchia che ha aperto un fascicolo per omicidio.
Tarquinia – Il parcheggio delle Saline luogo del delitto
Cinturata l’area, sul posto è arrivato anche il medico legale, secondo il quale la ferita mortale non sarebbe riconducibile a un’arma da fuoco. Sul luogo del delitto l’arma non è stata trovata. Ad uccidere Angeletti non sarebbe stato un colpo di pistola. La ferita alla testa, sull’orecchio sinistro, sarebbe incompatibile: non è molto evidente ed è poco profonda, e ciò farebbe pensare più a qualcosa di affilato e appuntito. Ma risposte certe potranno arrivare solo dall’autopsia, in programma per oggi nella Capitale.
Ieri mattina nel parcheggio in cui è avvenuto il delitto, passato nuovamente al setaccio, i carabinieri hanno trovato un bossolo. Ma sono gli stessi inquirenti a ritenere poco probabile che sia legato all’uccisione del professore universitario. Essendo stato trovato sulla scena del crimine, è stato comunque acquisito.
Tarquinia – Il parcheggio delle Saline luogo del delitto
Un ruolo decisivo hanno avuto le telecamere di sorveglianza presenti nella zona, nonostante lontane qualche centinaio di metri e nonostante non abbiano immortalato l’omicidio. Ma le immagini hanno permesso ai carabinieri di concentrarsi sulle auto in transito nel parcheggio durante l’orario del delitto. In particolare quella dell’indiziato numero uno: un uomo che vive a San Martino al Cimino, frazione di Viterbo, che conosceva Angeletti.
Intorno alle 23 di martedì i carabinieri hanno bussato alla sua porta per una perquisizione, durante la quale l’uomo ha accusato un malore per poi essere trasportato all’ospedale di Belcolle dove è stato ricoverato. Per il momento non è né in stato di fermo né in arresto, ma è piantonato dai militari dell’Arma che sono pronti ad ascoltarlo appena le sue condizioni di salute lo permetteranno.
All’uomo è stato fatto anche il cosiddetto guanto di paraffina, ossia la tecnica che permette di verificare se un’arma da fuoco sia stata usata da poco tempo. Ma l’esito di questo metodo di indagine potrebbe dare esito negativo, anche perché a uccidere Angeletti potrebbe non essere stata un’arma da fuoco. Al termine delle perquisizione nell’abitazione del sospettato e nella sua auto, che nelle ore precedenti sarebbe stata nel parcheggio delle Saline e immortalata dalle telecamere, i carabinieri hanno acquisito elementi e materiali.
Tarquinia – Il parcheggio delle Saline luogo del delitto
Gli inquirenti, anche dopo sopralluoghi all’università della Tuscia, escludono che il movente del delitto sia riconducibile all’ambito lavorativo del docente. Piuttosto sarebbe attinente alla sua sfera privata. Si ipotizza un movente passionale, per una donna. Indagini ad ampio raggio sono state condotte sulla vita del docente: i carabinieri hanno ascoltato le sorelle, la moglie, i figli, l’uomo che ha lanciato l’allarme, amici e conoscenti. Poi hanno condotto accertamenti sul cellulare per acquisire elementi utili, risalire agli ultimi contatti avuti e ricostruire come e con chi ha trascorso le sue ultime ore.
Sotto sequestro c’è anche la sua Volvo, su cui i militari del nucleo investigativo di Viterbo hanno condotto rilievi. È possibile che il killer sia salito nell’auto di Angeletti per poi ucciderlo. Le tracce trovate verranno ora analizzate. Il lavoro dei carabinieri prosegue senza sosta.
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Presunzione di innocenza
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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