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Viterbo - Vincolo di 1600 ettari della sovrintendenza - L'assessore Ubertini dopo che il Tar ha accolto il ricorso Unitus contro il provvedimento - Anche il comune era critico sulla scelta

“Stiamo vigilando, in contatto con i nostri legali”

di Giuseppe Ferlicca
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Claudio Ubertini

Claudio Ubertini


Viterbo – “Stiamo vigilando e siamo in contatto con i nostri legali”. Vincolo di 1600 ettari imposto dalla sovrintendenza, dal comune l’assessore Claudio Ubertini (Urbanistica) fa sapere che l’amministrazione si sta muovendo.

Dal Bullicame alle Masse, un’area al cui interno sono comprese zone termali, agricole, insediamenti e anche l’orto botanico dell’Unitus. L’ateneo aveva presentato ricorso contro il provvedimento e la notizia di questi giorni è che il Tar lo ha accolto.

Adesso a palazzo dei Priori valutano se possa in qualche modo avere riflessi pure sul resto.

Palazzo dei Priori scelse di rivolgersi al presidente della Repubblica. Perché tutelare è giusto, ma si temeva che limitazioni eccessive potessero influire sullo sviluppo di una così ampia porzione di territorio comunale.

In consiglio ieri Ubertini ha fatto sapere che ci stanno lavorando. Ma siamo alle fasi iniziali. “Il ricorso Unitus che è stato accolto è notizia recente – osserva Ubertini – ci siamo sentiti col nostro legale, che approfondirà. Stiamo vigilando con attenzione”.

Nella sentenza del Tar che interessa l’Unitus i giudici parlano di tutela del paesaggio necessaria, ma che sia adeguata rispetto a quelle che sono le finalità previste. “Gli avvocati – prosegue Ubertini – dovranno approfondire il contenuto della sentenza”.

All’epoca, l’opposizione, in particolare Alvaro Ricci (Pd), si batterono perché anche l’amministrazione presentasse ricorso. Si scelse la via del ricorso straordinario al presidente della repubblica e poi, a seguito di un altro ricorso, quello Free Time, società investita dal vincolo in zona Paliano con l’insediamento termale, palazzo dei Priori si era associato.

L’area di 1600 ettari, definita di notevole interesse pubblico è andata ad ampliare un’altra già esistente, dal 1985 nella valle dell’Urcionio.

La sovrintendenza aveva motivato la scelta: “Negli ultimi anni, il comune di Viterbo ha provveduto alla redazione di alcuni piani di sviluppo edilizio, in totale contrasto con le necessità della tutela archeologica e paesaggistica e di proposte di vaste lottizzazioni all’interno dell’area che s’intende tutelare, che minacciano di trasformare rapidamente e irrimediabilmente le zone individuate, fenomeno che causerebbe un irreversibile degrado di un territorio”.

La zona d’interesse riguarda un lungo tratto di territorio cittadino. “Dalla cinta muraria, in corrispondenza di porta Faul, a nord-est, fino quasi al confine con il comune di Vetralla a sud, includendo le sorgenti solforose delle Masse di San Sisto. A ovest il limite è segnato dal raccordo Civitavecchia-Viterbo-Orte, statale675, nel tratto meridionale, dalla strada provinciale 15 e dalla strada Tuscanese nella parte settentrionale”.

Giuseppe Ferlicca


Articoli – Orto botanico, annullato il supervincolo della soprintendenza – Orto botanico, l’università ricorre al Tar contro il supervincolo della soprintendenza – Dal Bullicame al Riello e alle Masse, 1600 ettari da vincolare


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29 gennaio, 2021

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