Viterbo – Qui ci lasciarono la pelle il maggiore garibaldino Luigi De Franchis, il trombettiere Gioacchino Alluminati e padre Manetto Niccolini dell’ordine dei Serviti. Il 24 ottobre 1867. Pareva che la presa di Roma e la sua annessione alla stato italiano fossero imminenti. Invece ci vollero ancora tre anni. Con De Franchis, Alluminati e Niccolini ammazzati pensando che i viterbesi si sarebbero ribellati al papa in piena notte.
Viterbo – Il restauro di Porta della Verità
Porta della Verità a Viterbo, già dell’Abate. Restaurata una prima volta nel 1728. L’ultima qualche giorno fa. Su intervento del comune. Ad occuparsene Roberto Pastori della Bottega del restauro in via San Pellegrino 31. Con lui, anche Fabrizio. “La bottega era di mio padre – racconta Pastori -, e prima ancora di mio nonno. Stiamo lì dagli anni ’50, e sono tra quelli che hanno vissuto il centro storico negli anni ’70, ’80 e ’90”. Quando a San Pellegrino c’era la cittadella degli antiquari. Vero e proprio crocevia. Naufragata anch’essa al termine del viaggio, alla fine degli anni ’90.
Viterbo – Il restauro di Porta della Verità
Tre le porte delle mura medievali restaurate negli ultimi tre mesi. Diverse le segnalazioni delle persone nel corso degli anni. Per lo stato pietoso in cui versavano. Porta della Verità, Porta Romana e Porta San Pietro. Porta della Verità è stata l’ultima. Tutte e tre restaurate da Roberto Pastori.
Sempre a Porta della Verità, in via della Verità 19, alla fine del 1943 vennero deportati dai nazisti verso i campi di sterminio tre viterbesi di religione ebraica. Emanuele Vittorio Anticoli, Letizia Anticoli e Angelo Di Porto. A ricordarli, tre pietre d’inciampo messe davanti al portone di casa dall’università degli studi della Tuscia nel 2015.
“La porta di legno è seicentesca e sicuramente aveva bisogno di un restauro – spiega Pastori -. Erano malandate e bisognava intervenire. Abbiamo sostituito i pezzi sottostanti con del materiale antico. Abbiamo poi fatto delle tassellature e dato dell’isolante. Questo prima di passare alla vernice”.
Viterbo – Roberto Pastori
Porta della Verità è l’ingresso al quartiere di via Mazzini. L’ultimo avamposto della Viterbo che c’era una volta nel centro storico e che oggi si sta mischiando senza perdere caratteri e generosità a una città che si sta trasformando radicalmente e che proprio da queste parti, tra le vie a ridosso del Corso e San Faustino, sta dando i suoi primi segnali concreti in un intreccio costante, spontaneo e quotidiano di culture e comunità di lavoratori provenienti veramente da tutti e cinque i continenti. Dove c’è ancora un forte senso di solidarietà e le attività commerciali rappresentano inoltre una rete di contatti e scambi molto radicata in un quartiere dove in questi ultimi anni ha preso piede anche il sindacalismo, in particolar modo quello di base.
“La partecipazione del quartiere – ha fatto notare Pastori – è stata fondamentale. Ha agevolato i lavori e li ha resi più spediti. A Porta Romana ci abbiamo messo tre settimane, lavorando da mezzogiorno alle 4 del pomeriggio”.
Viterbo – Porta della Verità
A pochi passi da Porta della Verità, piazza Crispi con il museo civico e la chiesa di Santa Maria con la cappella Mazzatosta affrescata da Lorenzo da Viterbo e restaurata da Cesare Brandi.
“Porta della Verità – prosegue Pastori – era ridotta molto male, con molte infiltrazioni. Porta del Carmine stava messa meglio. San Pietro malissimo, con pericolo di crollo. Era ridotta Ecce Homo”, cioè come Gesù flagellato. Il significato dell’espressione.
Viterbo – Il restauro di Porta della Verità
Le Porte di Viterbo sono in tutto 15. Un tempo erano 21. Sei sono scomparse. Quattro conservano ancora le porte: Verità, Romana, San Pietro e Carmine. Almeno quattro, tuttora, sono messe piuttosto male: Carmine, Faul, Porta Murata, San Leonardo.
L’ultimo intervento a Porta della Verità pare risalga a 25 anni fa. A Porta Romana bisogna tornare indietro al 1977. “All’epoca – dice Pastori – intervenne Salvatore Ercoli, una brava persona e un bravo artigiano”. “Certo – aggiunge poi Roberto Pastori -, andrebbe fatta un po’ di manutenzione. Non ogni 25 anni, ma almeno ogni 4. Sono porte importati. Si vede dalla chiodatura e dalle cerniere. Sono porte molto importanti”.
Viterbo – Il restauro di Porta della Verità
Roberto Pastori è cresciuto nel centro storico di Viterbo, via San Pellegrino dove ha ereditato l’attività del padre. “Al negozio adesso ci vado poco – commenta Pastori -. Per quello che faccio è troppo piccolo. Ho vissuto il centro storico a San Pellegrino negli anni ’70 e ’80 quando c’erano negozi di antiquariato importanti. Adesso è cambiato compltemunete con una ristorazione e turismo di basso livello, senza offesa per nessuno. Ma il centro storico andrebbe curato molto meglio”.