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Bambino di 10 anni ucciso con una coltellata - Il sindaco Aquilani: "Fondamentale che un provvedimento del genere abbia un seguito" - Ieri i funerali del piccolo Matias - FOTO E VIDEO
Vetralla – “Un divieto di avvicinamento non può restare un pezzo di carta. E’ fondamentale che un provvedimento del genere abbia un seguito capace di prevenire questo tipo di tragedie”. Il sindaco di Vetralla Sandrino Aquilani ha seguito tutti i momenti successivi alla tragedia di stradone Luzi a Cura dove martedì scorso è stato ucciso Matias Tomkow di dieci anni. Il padre, Mirko Tomkow, è stato arrestato con l’accusa di omicidio.
Vetralla – I funerali di Matias Tomkow – Il sindaco Sandrino Aquilani
Molti passaggi sono ancora da chiarire e la dinamica è al vaglio degli inquirenti. Martedì, tornato da scuola, Matias frequentava la quarta elementare, il bambino viene trovato morto in casa dove pare si trovasse anche il padre su cui però pendeva un divieto di avvicinamento al figlio e alla moglie, tra i primi, assieme ai carabinieri di Vetralla, a scoprire quanto accaduto. Un’intera comunità è prima scossa e poi sconvolta da una tragedia che non aveva mai conosciuto in passato in questi termini.
“Dobbiamo fare una sorta di introspezione – ha detto il sindaco – per trovare la forza di andare avanti. Per trovare una soluzione a questi atti che stanno diventando sempre più frequenti”. Sandrino Aquilani è sindaco di Vetralla dal 1992. A parte i mandati di Massimo Marconi e Franco Coppari, alla guida del comune c’è stato sempre lui. Di fatto, quello conquistato a ottobre è il suo sesto mandato. Per tutta la vita ha fatto l’imprenditore e la sua è una delle aziende del territorio che da molti anni lavora sui mercati nazionale e internazionale in una realtà non più piccola, come è Cura. A ricordarla come era una volta, i bar, il cinema, le poste e la scuola. Quella dove la madre accompagnava Matias tutte le mattine e dove tutte le mattine è pieno di genitori che accompagnano o vanno a prendere i figli a scuola.
“Dobbiamo introdurre una cultura del rispetto reciproco – ha commentato Aquilani -, per gli altri e per la città. E dobbiamo tutti quanti essere impegnati in questa direzione, altrimenti non ce la facciamo”.
Vetralla – I funerali di Matias Tomkow
Ieri i funerali di Matias celebrati da don Paolo Chico, parroco di Santa Maria del Soccorso, una chiesa che per secoli ha dato assistenza ai pellegrini di passaggio lungo la via Francigena, diretti a Roma. La sera precedente, la veglia di preghiera. Sempre in chiesa. Con il sindaco che ha ricordato un fatto importante. Matias aveva ottenuto la cittadinanza italiana il 20 ottobre. Da poco. Una conquista che altri non sanno quanto possa costare. Il sindaco ha invitato anche la gente che ascoltava ad “adottare Matias”. A non lasciare sola la famiglia, offrendo lui stesso la cappella di famiglia al cimitero di Vetralla come sepoltura.
Vetralla – La casa dove abitava Matias
Là, dove una volta abitava ci sono invece fiori, lettere, ricordi e un via vai di bambini che portano qualcosa che si va ad aggiungere al resto. La loro memoria è diversa da quella degli adulti. Loro, non dimenticheranno mai.
“Perché un papà uccide il proprio figlio?”. La domanda che tutti i bambini si sono fatti l’altro giorno a scuola, subito dopo la tragedia. “Non c’è una risposta – ha detto il sindaco – perché non c’è una giustificazione. Come padre, come genitore, ho potuto soltanto piangere la morte di un figlio. Le famiglie vanno assistite. E un divieto di avvicinamento non può restare un pezzo di carta, ma è fondamentale che un provvedimento del genere abbia un seguito capace di prevenire questo tipo di tragedie. Sta a noi cambiare rotta. In questi ultimi anni ci sono stati tantissimi femminicidi. Una cosa assurda. Una calmata questo mondo prima o poi se la deve dare”.
Vetralla – La casa dove abitava Matias
“Però – ha concluso il sindaco – siamo uniti e pronti a ripartire. Il lutto cittadino, il minuto di silenzio, parlare con i ragazzi, sono il punto di partenza. Per evitare che quanto successo accada di nuovo. Dobbiamo ripartire e l’unico modo per farlo è aiutandoci. Quanto è successo riguarda tutti. Non possiamo perdere l’umanità”.