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Tribunale - Ieri è stato affidato a un altro giudice e rinviato a ottobre - In cinque sono imputati di turbativa d'asta

Grand hotel confiscato alla mafia, non decolla il processo al sindaco Scarnati

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Fabrica di Roma - L'albergo confiscato

Fabrica di Roma – L’albergo confiscato


Fabrica di Roma – (sil.co.) – Grand hotel della mafia, gli anni passano veloci mentre non ne vuole sapere di decollare il processo in cui sono imputati per turbativa d’asta il sindaco Mario Scarnati, un geometra, due architetti e il responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Fabrica di Roma. Dal rinvio a giudizio ad oggi sono passati già tre anni. Scarnati voleva trasformarlo in casa di riposo. 

Ieri l’ennesimo rinvio, al prossimo 21 ottobre, quando il procedimento sarà preso in carico dal giudice Elisabetta Massini al posto del giudice Gaetano Mauton, scomparso a luglio e che comunque sarebbe stato in pensione.  

Il complesso è stato confiscato dalla direzione investigativa antimafia nel 2013, bene dello Stato dal 2015, assegnato al Comune di Fabrica di Roma. Si tratta di un fabbricato a uso alberghiero con i lavori eseguiti a metà. Due stabili comunicanti, immersi in ettari di verde, che non sono mai diventati né albergo, né altro. A luglio 2018  il consiglio comunale ha deliberato la restituzione del complesso edilizio all’Agenzia per l’amministrazione dei beni sequestrati alla mafia. 


Viterbo - Mario Scarnati

Mario Scarnati


Al centro del processo la gara per l’affidamento di un progetto da oltre 80mila euro per dar vita alla una casa di riposo. 

‘Ndrangheta, dissero. Lo stabile apparteneva a Federico Marcaccini, un imprenditore di Roma, conosciuto come “Er pupone”. La maxiconfisca lo rese famoso: 120 milioni di euro di beni requisiti, tra cui l’albergo fabrichese, un hotel a Taormina, ville tra Roma e Sabaudia e il palazzo sede del teatro Ghione, dietro San Pietro.

La gara per l’affidamento si è svolta alla fine del 2015, tra ottobre e dicembre. Nel 2016 un gruppo di consiglieri comunali ha inviato un esposto all’Anac sulla vicenda segnalando “presunte irregolarità”. E l’Anac sottolineando la “singolare tempestività nell’iter procedimentale, conclusosi con l’affidamento dell’incarico in pochi giorni” nel 2017 ha inviato gli atti alla procura di Viterbo che ha avviato l’indagine.

Gli imputati, cinque in totale, sono difesi dagli avvocati Sergio Racioppa, Roberto e Francesco Massatani, Fabrizio Ballarini, Giuseppe La Bella e Alessandro Fortuna.

Mario Scarnati, 72 anni, è stato rinviato a giudizio il 3 ottobre 2018 dal gup Savina Poli, assieme agli altri quattro indagati. Le indagini sono state condotte dai carabinieri forestali, tramite l’acquisizione di documenti, intercettazioni telefoniche, raccolta di sommarie informazioni e interrogatori.


Fabrica di Roma - L'albergo confiscato

Fabrica di Roma – L’albergo confiscato


“Turbavano – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – la procedura pubblica negoziata, bandita dal Comune di Fabrica di Roma, per la scelta del contraente privato al quale affidare l’incarico, per un importo complessivo di 84.600 euro, oltre Iva e addizionali, di responsabile della progettazione definitiva-esecutiva, coordinamento sicurezza e direzione dei ‘lavori di ristrutturazione e adeguamento di un immobile comunale da destinare a casa di riposo’, per un importo complessivo di un milione e 780mila euro”.  

Sulla carta doveva diventare il fiore all’occhiello dell’amministrazione Scarnati, invece è stato soltanto una fonte di guai, tanto da essere restituito dal Comune all’Agenzia per l’amministrazione dei beni sequestrati alla mafia. 

Secondo l’accusa, il sindaco avrebbe “individuato a monte, prima dello svolgimento della procedura di gara, il professionista (un architetto, ndr) cui bisognava affidare l’incarico di progettazione, impartendo in tal senso direttive al responsabile dell’ufficio tecnico e al Rup”.

“Il responsabile dell’ufficio tecnico, preposto in quanto tale alla procedura d’appalto, assecondava le direttive del sindaco. Il Rup della procedura in esame, un geometra, assecondava le direttive del sindaco”, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio. 


Articoli: “Grand hotel della mafia, uno degli imputati è sbagliato” – Grand hotel della mafia, rinviato il processo al sindaco Scarnati che sognava di farci una casa di riposo – Sindaco, geometra, tecnico e architetto nel mirino della procura – Grand hotel confiscato alla mafia, Scarnati a processo per turbativa d’asta – Grand hotel con discarica, confiscato e abbandonato


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25 settembre, 2021

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