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L'era del Coronavirus - Intervista alla vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria: "Con lo sblocco dei licenziamenti si pensi subito a una riforma degli ammortizzatori sociali che punti sulle politiche attive e abbia al centro l’occupabilità del lavoratore"

Anghileri: “Gli aiuti a pioggia non hanno funzionato, 73mila imprese al momento sono chiuse”

di Edoardo Venditti
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Viterbo – In bilico tra libertà e restrizioni, tra riaperture e lockdown, il 2020 passerà alla storia come l’anno del Coronavirus. Una pandemia che ha colpito il mondo intero, lasciando dietro di sé morti, insicurezze e nuove abitudini.

Con un ciclo di interviste, Tusciaweb propone un’istantanea di ciò che è stato e ciò che sarà, attraverso le parole e gli occhi di grandi personaggi pubblici.


Maria Anghileri

Maria Anghileri


Maria Anghileri è un’imprenditrice e vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria. Nel 2011 si laurea in Giurisprudenza presso l’università commerciale Bocconi di Milano e nel 2015 si abilita alla professione di avvocato. Completa la sua formazione all’estero con un corso alla Columbia University di New York e nel 2019 frequenta il programma di Executive education owner president management alla Harvard Business School di Boston. Nel maggio 2016 Anghileri entra nell’azienda di famiglia, il Gruppo Eusider, centro servizi siderurgico da quattro generazioni nel settore dell’acciaio, dove attualmente ricopre il ruolo di Chief operating officer. Anghileri inizia la sua esperienza nel movimento dei Giovani imprenditori nel 2015. Nel 2017 diventa membro del consiglio di presidenza di Confindustria Lecco Sondrio, con delega al progetto Elite. Nel 2018 ricopre le cariche di vicepresidente Giovani imprenditori di Confindustria Lecco Sondrio con delega al comitato regionale e vicepresidente del gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Lombardia con delega al progetto Circular economy. Nel luglio 2019 diventa vicepresidente del gruppo Giovani imprenditori di Assolombarda, con delega al consiglio nazionale e allo sviluppo di impresa. Anghileri è inoltre delegata del gruppo Giovani di Assolombarda per il progetto G20 Young entrepreneurs’ alliance.


Anghileri, come ha vissuto il lockdown di marzo e le restrizioni regionali successive? Ha avuto esperienze dirette col Covid?
“Dal punto di vista lavorativo, anche la nostra azienda ha dovuto chiudere a marzo, quando è stato emanato il dpcm, come tutte le aziende che non rientravano nei codici Ateco. Successivamente, però, abbiamo potuto riprendere la produzione. Negli uffici abbiamo immediatamente applicato lo smart working, mentre negli stabilimenti produttivi, dove ovviamente questa modalità non può essere adottata, gli spazi molto ampi che abbiamo a disposizione ci hanno permesso di rispettare tutti i protocolli sanitari. Dal punto di vista personale, invece, mi sono dovuta purtroppo confrontare con il virus, anche se indirettamente. Alcune persone a me vicine lo hanno contratto. È stato difficile, perché il Covid è molto poco prevedibile”.

Con la pandemia è nata una nuova e inedita normalità?
“Sicuramente sì. Mi chiedo se torneremo mai alla vita precedente o se dovremo invece abituarci al fatto che questa è la nostra nuova normalità. Guardando i film che ritraggono la vita come era prima, in cui si vedono le strade affollate, i bar pieni, i ristoranti e i teatri da tutto esaurito, mi chiedo quando tutto ciò sarà nuovamente sotto i nostri occhi. Spero che con il piano vaccinale in atto si possa tornare a una socialità che consenta alle persone di ritrovarsi. Purtroppo un altro effetto molto negativo della pandemia è sicuramente di carattere psicologico. Questo virus porta le persone all’isolamento, sia quelle direttamente colpite che quelle che devono stare loro vicine”.

Farà il vaccino?
“Sì, non appena sarà possibile e rientrerò nelle categorie che potranno farlo”.

Cosa pensa delle teorie negazioniste e complottiste? Ha mai avuto tentazioni in tal senso?
“Non credo in alcun modo a quelle teorie. Ci troviamo di fronte a un virus mai affrontato prima e una situazione che non si conosce porta le persone ad avere paura. A volte le spinge anche a reazioni non razionali, come appunto credere a dei complotti che non hanno alcun fondamento”.

Come giudica l’azione del governo Conte?
“Tutti i paesi si sono trovati di fronte a una pandemia mondiale che non ha precedenti nella storia, per cui credo sia molto complesso giudicare l’operato di un governo. Mi auguro che con la nuova maggioranza si possa ripartire, perché davanti a noi c’è un’emergenza non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica. Abbiamo bisogno di stabilità, di programmi e di execution. Realizzarli è fondamentale per la ripartenza. Auspico inoltre che venga attuata una campagna vaccinale efficiente che ci consenta di riprendere le nostre vite”.

Da imprenditrice, cosa si aspetta dal governo di Mario Draghi?
“Sicuramente mi aspetto che dia priorità alla sanità, ma c’è anche una grande e grave crisi economica da affrontare. Purtroppo, secondo Istat, 73mila imprese dichiarano al momento di essere chiuse e di queste circa 17mila non prevedono di riprendere l’attività. Dal punto di vista occupazionale, nonostante il blocco dei licenziamenti e il massiccio ricorso alla cassa integrazione, che hanno congelato i meccanismi del mercato del lavoro, l’Istat stima un calo annuo di circa 450mila occupati. Credo che la prima cosa da fare per rilanciare l’economia sia capire come utilizzare al meglio i 209 miliardi del piano Next Generation Eu. Fra le misure che ritengo necessarie c’è il rafforzamento della patrimonializzazione delle aziende sane e il sostegno alla liquidità per le Pmi (piccole e medie imprese) più colpite. La politica di sussidi a pioggia si è rivelata inefficace, perché non ha coinvolto l’intera filiera. Credo sia importante sostenere quelle imprese che sono sane ma che hanno subito una contrazione della propria attività a causa delle chiusure imposte dalla pandemia”.

Quanto hanno influito la pandemia e le restrizioni sulla produzione e sui ricavi della sua azienda?
“Noi trasformiamo acciaio, quindi come parametro usiamo la quantità di tonnellate vendute rispetto all’anno precedente. Nel 2020 abbiamo chiuso con -7 per cento di tonnellate vendute. Chiaramente vedere il segno meno non è mai positivo per un imprenditore, ma considerata la grave crisi possiamo comunque ritenerlo un buon risultato”.

La sua azienda ha ricevuto i ristori?
“Non li abbiamo richiesti. Abbiamo dovuto chiudere durante il lockdown, poi però abbiamo potuto riprendere la nostra attività”.

Da imprenditrice, quanto ci vorrà per tornare ai livelli pre-pandemia?
“In questo momento nel nostro settore c’è una domanda elevatissima e ciò ha causato anche un enorme aumento dei prezzi della materia prima. Nel periodo del lockdown le acciaierie hanno diminuito drasticamente la produzione e azzerato le scorte. Adesso si assiste a un incremento significativo della domanda e di conseguenza a un innalzamento dei prezzi. Ci aspettiamo che vi sia un riequilibrio tra la domanda e l’offerta nella seconda parte dell’anno”.

Chi pagherà il prezzo più alto per la crisi economica che è scaturita dal Covid?
“Chi è stato veramente piegato, dal punto di vista industriale, è il mondo dei servizi. Si pensi ad esempio al turismo, dove gli operatori non hanno ancora potuto riprendere il loro lavoro. Ci aspetta una crisi economica importante. Confindustria insiste da tempo sulla riforma degli ammortizzatori sociali, che sostenga i lavoratori e le imprese in questa fase di transizione. Dobbiamo iniziare a costruire il lavoro del futuro accelerando su its (istituti tecnici superiori), formazione duale, dottorati industriali. E poi un sistema di politiche attive del lavoro che sostenga sia i lavoratori che le imprese in crisi temporanee o definitive”.

Il Covid può essere considerato una rivincita della natura sull’uomo?
“Direi più che altro che il Covid ha fatto fermare il mondo e costretto l’uomo a confrontarsi con la sua fragilità”.

Lo stato decide per tutti cosa è importante e cosa non lo è. La salute viene prima e prevarica libertà essenziali, tradizioni, economia, cultura. Ma quanto si possono comprimere le libertà? Lo stato di diritto è in pericolo?
“Non penso che lo stato di diritto sia in pericolo, credo ci siano dei diritti fondamentali inviolabili che sono ben tutelati dalla nostra Costituzione. Ci troviamo di fronte a una pandemia mondiale e subiamo delle restrizioni temporanee alle nostre libertà, ma il tutto è finalizzato a tutelare un bene primario come la salute”.

Cosa rimarrà nella storia di questa pandemia?
“Penso che rimarrà un insegnamento sulla fragilità della condizione umana. Dobbiamo avere bene in mente quali sono le priorità nella vita. Per molto tempo abbiamo dato la salute per scontata, quando invece non lo è”.

Come ha passato il Natale?
“Mi ritengo fortunata perché sono riuscita a trascorrerlo con la mia famiglia, chiaramente nel rispetto delle normative di legge”.

Qual è stata per lei la lezione del Covid?
“La lezione è una maggiore attenzione alla sostenibilità intesa nella sua più ampia accezione. Non c’è infatti sostenibilità ambientale senza quella economica e sociale. Questi tre pilastri sono collegati tra loro e devono essere sempre presidiati in modo adeguato. Credo che tutti noi abbiamo capito di non essere invincibili, che la salute è un bene primario e che la tutela dell’ambiente è fondamentale”.

Edoardo Venditti


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17 febbraio, 2021

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