Viterbo – (sil.co.) – Il buttafuori “incantatore”, non appena si libererà un posto, sarà trasferito in una Rems, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, in quanto bisognoso di urgenti cure psichiatriche.
E’ il ventenne borderline di Pomezia, accusato di stupro da una 17enne residente in un comune del Viterbese, che secondo gli psichiatri sarebbe “un manipolatore in grado di sedurre”. Una sorta di incrocio tra dottor Jekyll e mister Hyde che, proprio per i suoi disturbi mentali, avrebbe violentato una ragazzina intercettata in una discoteca della Tuscia dove lui lavorava, contattata tramite social network. Otre che di violenza sessuale, deve rispondere anche di sequestro di persona, rapina e lesioni, con l’aggravante della crudeltà.
Ieri il collegio, sciogliendo la riserva sulla richiesta di rinnovazione della perizia psichiatrica avanzata da accusa e parte civile all’udienza dello scorso 30 novembre, hanno disposto la sospensione del processo per sei mesi, disponendo il ricovero in Rems dell’imputato che ha più volte tentato il suicidio e ha bisogno urgente di cure adeguate alla gravità del caso.
Violenza sulle donne
Il 13 aprile si tornerà in aula per stabilire il prosieguo attraverso una relazione che dovrà essere redatta a quattro mani dal medico legale e da uno specialista in psichiatria. Nel frattempo, per l’appunto, il ventenne dovrà sottoporsi a una specifica terapia, dal momento che quella somministrata presso la clinica romana dove è stato trasferito a settembre dal carcere di Mammagialla sarebbe risultata finora del tutto inefficace.
“Un manipolatore capace di sedurre le persone che si trova davanti”, lo ha definito due settimane fa il medico legale Alessandro Pinnavaia, illustrando al collegio presieduto le conclusioni della perizia psichiatrica, disposta dal tribunale su richiesta del difensore Luigi Mancini, dopo il ricovero in una clinica vicino Roma, in seguito ai plurimi tentativi di suicidio messi in atto durante la detenzione in carcere.
“Ha un comportamento seduttivo e manipolativo patologico – ha spiegato il perito Pinnavaia – è in grado di manipolare soggetti e realtà, come dimostrano i numerosi precedenti per truffa e gli stessi gesti di autolesionismo messi in atto per attirare l’attenzione su di sé. Ed è pericoloso, perché se una situazione gli sfugge di mano, non riesce più a gestirla”.
Per il medico legale, il ventenne ha una ridotta capacità di intendere e di volere, non può stare a processo, va ricoverato in una Rems oppure in libertà vigilata presso una comunità terapeutica.
Il pubblico ministero Capzzuto e il difensore di parte civile Armando Fergola – alla luce di un caso che sembra essere più unico che raro – hanno chiesto la rinnovazione della perizia, affiancando uno psichiatra al medico legale, quindi una perizia collegiale, per accertare tra l’altro l’effettiva capacità di stare in giudizio dell’imputato.
Seduce le vittime approfittando del fisico prestante
L’imputato, approfittando del bell’aspetto, farebbe leva sia sul fisico prestante che sulla buona educazione. Un tipo buongiorno e buonasera a tutti. In tribunale, quando era ancora detenuto a Mammagialla, si è presentato vestito elegante e indossando abiti costosi, anche se del suo non sarebbe benestante. In passato, pur non avendo il becco di un quattrino, sarebbe anche riuscito a noleggiare per un periodo una Lamborghini a sbafo per fare colpo su una ragazza. E una volta che è finito al pronto soccorso, avrebbe convinto una troupe televisiva ad andare a riprenderlo, dicendo di essere un attore famoso.
Talmente abile da avere quasi convinto nel giro di pochi giorni uno dei responsabili della struttura terapeutica romana dove si trova tuttora a chiedere per lui dei permessi per uscire, salvo disporre in via preventiva ulteriori accertamenti che avrebbero confermato la diagnosi di disturbo borderline severo della personalità nell’ambito di una patologia complessa, aggravata da immaturità e dall’incapacità di sostenere lo stress, ad esempio di fronte a un rifiuto o quando non riesce a portare a termine un suo piano, al punto da essere socialmente pericoloso, per sé (autolesionismo) e per gli altri (la vittima 17enne e i genitori della ragazza).
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