Viterbo – (sil.co.) – Maxifrode fiscale da 20 milioni di euro e sfruttamento dei lavoratori: “Ho lavorato per 6-7 cooperative, tutte col nome di pianeti e costellazioni”.
Così disse all’udienza del 2 marzo uno dei quattro camionisti sfruttati che si sono costituiti parte civile contro gli imprenditori Giuseppe e Stefania Boni (55 e 53 anni, fratello e sorella) e i dipendenti Roberto Aquilanti e Andrea De Angelis (65 e 39 anni). Il datore di lavoro gli avrebbe letteralmente fatto vedere le stelle.
Ieri avrebbero dovuto essere sentite tutte le altre parti offese, ma a causa della diversa composizione del collegio le testimonianze sono state rinviate al 30 marzo 2022, fra sei mesi.
I quattro imputati sono accusati a vario titolo di evasione fiscale, intermediazione illecita e sfruttamento dei lavoratori, davanti al collegio presieduto dal giudice Elisabetta Massini.
Carabinieri e guardia di finanza
Indagarono carabinieri e guardia di finanza. Tutto ruota attorno a un consorzio logistico del Poggino che tra il 2010 e il 2014 si sarebbe occupato di trasporto merci e in particolare della distribuzione di medicine in mezza Italia per i più grandi colossi farmaceutici attraverso una girandola di cooperative fantasma chiamate coi nomi di costellazioni e pianeti. C’è poi il consorzio cooperativo a responsabilità limitata in liquidazione Interservice Group di Viterbo. I fratelli Boni sono difesi dai legali Tommaso Luppino e Giuseppe Bongiorno.
Giuseppe “Pino” Boni, considerato il dominus dagli inquirenti, avrebbe il pallino dell’astronomia. “Tra il 2009 e il 2014 ho lavorato per 6-7 cooperative, tutte col nome di pianeti e costellazioni, come Marte, Mercurio, Sirio, Scorpione”, disse sei mesi fa la presunta vittima, un autotrasportatore in pensione, oggi 76enne, costretto sulla sedia a rotelle.
Il contratto “alla volemose bene”, come lo ha definito il testimone, sarebbe stato a tempo determinato, part-time, per 20 ore settimanali. ““Lavoravo 12 ore al giorno per mille euro al mese. Venti ore le facevamo già in un giorno e mezzo”, ha spiegato il testimone. “Più che un datore di lavoro, Boni era un ‘domatore di lavoro’“, ha detto, spiegando che offese tipo “sei un coglione” e minacce di licenziamento facevano parte del suo linguaggio abituale. “A me il lavoro piaceva e mi serviva, per cui abbozzavo, un altro si sarebbe compromesso”, ha sottolineato.
Gli autisti, una ventina, tanti quanti le cooperative, sarebbero stati costretti a turni massacranti e sottopagati con lo spettro del licenziamento. In media 12 ore al giorno, sei giorni alla settimana e due domeniche al mese, per 1000-1200 euro. Dalle 5 alle 11,30 e dalle 13,30 alle 19,30, tra consegna di farmaci e merci per tutta la provincia.
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