Marta – Bombe a casa della ex, la vittima testimonia contro il suo ex protetta da un paravento. Lo ha chiesto il pubblico ministero Paola Conti per impedire contatti visivi tra la donna, una 46enne d’origine romena residente a Marta, e l’imputato, un 61enne viterbese, con cui ha avuto una tormentata convivenza, chiusa definitivamente il primo marzo 2018, quando la donna lo ha cacciato di casa e ha cambiato la serratura. “Era possessivo e geloso in maniera ossessiva, con lui era come stare in carcere”, ha spiegato.
Il processo è entrato nel vivo ieri, con un’udienza fiume durata oltre tre ore, davanti al collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei. Il sessantenne, difeso dall’avvocato Samuele De Santis, è stato arrestato la mattina del 16 maggio 2018 dai carabinieri, finendo ai domiciliari col braccialetto con la duplice accusa di violenza sessuale e stalking.
Avrebbe minacciato anche il datore di lavoro della ex: “Caccia quella sporca romena, sennò ti faccio saltare in aria tutta la baracca”.
Il pubblico ministero Paola Conti
A fine febbraio di tre anni fa l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale indesiderato mentre in casa c’era il figlio minorenne della donna.
“E’ venuto a prendere i suoi effetti personali, poi si è fermato a cena, quindi a dormire. Mi ero messa sul divano, ma mi ha chiamata a letto. Io sono andata, dicendomi che tanto era l’ultima volta che lo vedevo, sperando che non volesse fare sesso. Invece mi ha messo le mani addosso e io, per non svegliare mio figlio, ho subito il rapporto”, ha detto la donna in aula.
“Perché lo ha denunciato solo il 4 maggio 2018, a distanza di tre mesi, e non quando ha sporto la querela del 13 marzo?”, ha chiesto la difesa. “Perché quella mattina mi ha aggredita davanti alle telecamere della caserma dei carabinieri e in ospedale è stato attivato il protocollo rosa, per cui ne ho parlato durante il colloquio con la psicologa”, ha risposto la parte offesa, che si è costituita parte civile.
Tra i due, insieme dal 2014, c’era stata una precedente rottura, a fine ottobre 2016, sfociata in più denunce, poi ritirate dalla presunta parte offesa, quando la coppia è tornata insieme.
Samuele De Santis
Per vendicarsi, dopo la frattura definitiva, l’imputato avrebbe inviato lettere minatorie vergate col normografo. Anche al datore di lavoro, titolare di un albergo-ristorante sul lago di Bolsena, che a sua volta lo avrebbe denunciato: “Caccia quella sporca romena, sennò ti faccio saltare in aria tutta la baracca”.
“Una notte che hanno visto la sua macchina sotto casa, mi è stata rubata la bicicletta nera con due cestini che tenevo parcheggiata sotto il balcone, che era il mio unico mezzo di trasporto”, ha inoltre riferito la donna.
A gennaio 2017 e il 2 aprile 2018 le avrebbe fatto trovare degli ordigni esplosivi artigianali sul balcone della casa al primo piano di una palazzina popolare in viale Trieste, a Marta, le cui mura avrebbe imbrattato più volte con frasi ingiuriose e disegni di falli giganteschi.
La “bomba” della primavera di tre anni fa fu rinvenuta alle otto e mezza circa del mattino, realizzata con delle batterie inserite in un tubo da cui uscivano dei fili, il quale non avrebbe però avuto capacità deflagrante.
Il 7 aprile 2018 le è stato proposto di trasferirsi presso una struttura protetta: “Lì per lì ho detto sì, poi ci ho ripensato perché mio figlio stava bene dove stavamo”. L’ultima denuncia risale al 3 agosto 2018, quando le ha inviato due messaggi nonostante il divieto di contatti.
E avrebbe anche manomesso più volte il braccialetto elettronico per sottrarsi al controllo a distanza dei carabinieri, tanto da finire indagato anche per resistenza a pubblico ufficiale, minacce e danneggiamento.
Marta – La stazione dei carabinieri
“Mi tempestava continuamente di messaggi, 30-40 al giorno, in cui mi diceva ti amo, mi chiedeva perdono e pregava di tornare insieme”, ha raccontato la 48enne, cui la difesa ha contestato come si trattasse solo di messaggi d’amore.
E’ però emerso un particolare inedito, e cioè che una volta l’avrebbe presa per il collo. “E allora perché non lo ha denunciato, visto che passava in caserma tutti i giorni?”, ha chiesto De Santis. Dopo l’udienza di ammissione delle prove dello scorso 3 novembre, la vittima sarebbe stata avvicinata da una donna: “Mi ha detto che anche con lei si era comportato in maniera analoga e che l’aveva anche menata”.
Il processo riprenderà il prossimo 19 ottobre.
Silvana Cortignani
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