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Corte d'assise - Giallo di Ronciglione - Il 31enne resta in carcere dove si trova dal 25 settembre 2019 - Oggi l'interrogatorio davanti alla giuria popolare
La casa di Ronciglione dove Sestina Arcuri e Andrea Landolfi stavano trascorrendo il primo weekend di febbraio 2019
Ronciglione – Oggi l’interrogatorio di Andrea Landolfi. Nel frattempo la novità è che lo scorso 29 dicembre la difesa del 31enne ha presentato istanza di alleggerimento della misura di custodia cautelare dal carcere agli arresti domiciliari, ma la richiesta è stata rigettata, naturalmente con il parere negativo del pm Franco Pacifici e dell’avvocato di parte civile dei familiari della vittima Vincenzo Luccisano.
Caduta accidentale o omicidio? Landolfi, secondo l’accusa, ha fatto fare un volo da un’altezza di tre metri a Maria Sestina Arcuri, lanciandola con una spinta dalla balaustra delle scale della casa della nonna, in via Papirio Serangeli a Ronciglione, al culmine di un litigio.
Il litigio, in base a un filmato della videosorveglianza mandato in onda in televisione alla vigilia di Natale, sarebbe già stato nel vivo mentre la coppia era in strada, col figlioletto di lui, che all’epoca aveva 5 anni, prima di rientrare nell’abitazione verso l’1,45 della notte tra domenica 3 e lunedì 4 febbraio 2019. Si vede Andrea che sembra affrontare Sestina, la quale indietreggia, mentre il pugile romano 31enne la prende per il mento. Poi scompaiono dall’inquadratura.
Oggi per il giovane – in carcere dal 25 settembre 2019 con l’accusa di omicidio volontario, omissione di soccorso e lesioni aggravate – è il giorno dell’interrogatorio, davanti alla corte d’assise del tribunale di Viterbo. Potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere o rilasciare spontanee dichiarazioni, ma nel corso dell’ultima udienza i difensori Daniele Fabrizi e Serena Gasperini hanno lasciato intendere che Landolfi si sottoporrà all’esame. Nel frattempo Chi l’ha visto? avrebbe già previsto un nuovo servizio sul giallo di Ronciglione per la puntata del 13 gennaio, la prima del 2021 della popolare trasmissione di Federica Sciarelli.
In una intervista pubblicata da Tusciaweb il 12 dicembre 2019, mediata dall’allora difensore e rilasciata dal carcere di Regina Coeli, Landofi si è proclamato innocente e innamorato della parrucchiera 26enne d’ordine calabrese con cui avrebbe fatto progetti a lungo termine, tra i quali avere un figlio. Ne riportiamo alcuni passaggi.
Per l’accusa al momento della caduta stavate litigando, secondo sua nonna vi stavate baciando. Lei ha detto che è stata Sestina a spingerla. Ha ricordi diversi di quella sera ora che sono passati dieci mesi? “Ricordo tutto. Ricordo la sua gelosia. Quella sera Sestina si era arrabbiata perché ero andato dalla cameriera per chiedere altri due bicchieri di vino rosso. Si è arrabbiata. Fino a quando abbiamo fatto pace, sulle scale di casa. Sestina mi ha dato una spinta senza volerlo ed è successo tutto. Era una cosa scherzosa a seguito di una battuta”.
Lei e Sestina eravate una coppia litigiosa, eravate gelosi l’uno dell’altro? “Lei era gelosa, ma non eravamo litigiosi. Capitava qualche volta di discutere, ma raramente. Erano liti passeggere, di quelle tra innamorati. Facevamo subito pace”.
Lei era innamorato di Sestina? “Sì, molto innamorato. Volevamo un figlio e prendere una casa. Lei amava mio figlio come se fosse il suo”.
L’ultimo messaggio di Sestina a Andrea
Alle 18 del 3 febbraio, una domenica trascorsa “separati” a causa di un litigio, Sestina ha inviato a Andrea una loro fotografia, la prima insieme, scrivendogli: “Sei l’amore della mia vita! Torna ho bisogno di abbracciarti forte ti pregooooo”. Un messaggio del quale, al termine dell’udienza del 2 luglio, la difesa ha chiesto l’acquisizione. Verso le due di notte la 26enne, secondo il pm Franco Pacifici, avrebbe deciso una volta per tutte di lasciarlo. Sarebbe questo per l’accusa il movente del femminicidio.
Il 18 settembre, tornando a proclamarsi per la seconda volta innocente davanti alla giuria popolare presieduta dal giudice Gaetano Mautone, Landolfi ha rilasciato spontanee dichiarazioni.
“Sto facendo il carcere da innocente, ho perso la persona che amo, da due anni non vedo mio figlio. Io sono morto, sono una persona morta, non ho più anima negli occhi. E’ stato un incidente maledetto del destino”, ha detto Landolfi.
“Avevo trovato la felicità. Quando ero bambino ho sofferto, non è stato facile. Il compagno di mia madre mi menava, ma ho sempre lavorato, ho studiato, sono diventato uomo prima del previsto, ho fatto tutto da solo. Sono diventato pugile e operatore sociosanitario, ho lavorato con i disabili, con persone malate di Alzheimer. Quando andavo a passeggio con un mio assistito autistico, portavo anche mio figlio, per insegnargli l’umiltà. Se ancora oggi gli chiedete cosa fa di lavoro papà, sono sicuro che risponderà ‘papà aiuta le persone che stanno male”.
“E’ vero, bevevo, ma non ho mai fatto del male alle persone, anzi le facevo ridere, quando ero brillo cantavo al karaoke, lo ha detto anche la testimone del pub di Ronciglione. Altrimenti non avrei potuto fare attività agonistica. Ho iniziato a fare pugilato 16 anni fa, sempre e solo all’interno del quadrato del ring, mai fuori”.
Difeso dalla nonna Mirella Iezzi
Tra i più strenui difensori del 31enne la nonna ottantenne, Mirella Iezzi, a costo di venire indagata per false dichiarazioni al pm, convinto che abbia mentito per salvare il nipote. E’ l’unica della famiglia pronta a farsi interrogare. Ma all’udienza dello scorso 26 novembre, con sua somma delusione, sono state acquisite, con l’accordo di tutte le parti, le 80 pagine del verbale delle sommarie informazioni rilasciate in procura durante l’interrogatorio fiume di otto ore dell’8 marzo 2019.