Viterbo – Caro direttore,
da residente nel contado, e quindi non iscritto all’anagrafe viterbese, manco di diritti riguardo alla petizione che hai promosso per il cambio dei Priori.
Viterbo – Piazza delle erbe – I leoni di Pio Fedi
Un qualche interesse – forse legittimo, come direbbero gli amministrativisti – potrei però averlo, perché a Viterbo stanno uffici, enti, organismi a cui devo riferirmi comunque da cittadino della provincia (quella che, nonostante la rottamazione, continua ad esserci) e, poi, dalle tue parti, tra via Garbini, via Mazzini e via Saffi, ho fatto una quindicina d’anni di esperienze di vita e professione.
Da giovanotto, guidando la Dc dell’epoca di Jozzelli e Della Porta, Pollastrelli e Giovagnoli, Gigli, Bruni, Massolo e Lentini, Rosati e Sposetti, con l’Ascenzi junior. Allora, si ottenne l’istituzione dell’Università.
Poi, abbandonata la politica, fui chiamato per fare per fare l’ultimo direttore “indigeno” della maggiore banca locale; infine, quando, la pensione mi manteneva, il ritorno imprevisto e molto temporaneo col primo amore: assessore ai trasporti alla provincia del presidente Mazzoli, quando, col sindaco Giulio Marini, credemmo al sogno dell’aeroporto, ne ottenemmo la validazione nazionale, ma altrui interessi – più terra terra – ci buttarono fuori pista.
Che dici direttore, con questi precedenti, posso parlare anch’io della tua petizione e dire che, per quanto dal di qua dei Cimini posso scorgere, anche a me ‘sto presepio nun me piace molto?
D’altronde, se siete ormai migliaia i sottoscrittori, qualche ragione ci deve pur essere e mi pare di vedervi tutti schierati lungo le mura, pronti al balzo verso palazzo dei Priori, come fecero i vostri antenati quando non ne poterono più dei cardinali e scoperchiarono il tetto del palazzo dei Papi. Anche la costituzione è con voi, dato che all’art.50 indica la petizione come il mezzo con cui i cittadini possono “esporre comuni necessità”.
Tutto bene quindi, ma ora non riesco a togliermi dalla mente una storia di un paio di mila anni fa, che appresi al liceo.
Quella di Dionigi che governava Siracusa, dei suoi concittadini che facevano petizioni agli dei (allora usava così) per liberarsi di lui e di una vecchietta la quale, invece, pregava perché restasse. Quando gliene chiesero il motivo, la donna rispose che aveva sottoscritto tutte le precedenti petizioni, le quali erano pure state accolte, ma, sostituito un tiranno, accadeva che ne veniva uno peggiore. E questo per tre volte. Così, temeva molto di come avrebbe potuto essere il quarto.
Ma questa è storia vecchia e la speranza è sempre stata una grande dea.
Renzo Trappolini
Articoli: 4200 cittadini firmano per andare al voto e il sindaco prende anche per il culo… di Carlo Galeotti – Gruppo consiliare Pd: “Prima si porrà fine alla disastrosa esperienza politica di Arena e meglio sarà per tutti” – “La stampa non è destinata a servire coloro che governano, bensì quelli che sono governati…” di Carlo Galeotti – Barelli (Forza civica): “Poche duemila firme? Il sindaco dica quante servono e se si raggiungono se ne va…” – Frontini: “Viterbesi, tirate fuori il coraggio e metteteci la faccia” – Circolo Pd Viterbo: “Giunta senza nessuna credibilità, si vada alle elezioni subito…” – La città allo sbando, subito alle urne per eleggere una nuova amministrazione di Carlo Galeotti
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY