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Comune - Come disse un grande intellettuale palestinese - La petizione popolare lanciata da Tusciaweb "La città allo sbando - Subito alle urne" a un passo dalle 5000 adesioni - Firma per far tornare a vivere Viterbo, per liberare Viterbo

Che i morti seppelliscano i morti…

di Carlo Galeotti
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Viterbo – Che i morti seppelliscano i morti…


– Clicca per votare la petizione: La città allo sbando – Subito alle urne per eleggere una nuova amministrazione a Viterbo


In questi giorni, prima di aprire la petizione “La città allo sbando – Subito alle urne per eleggere una nuova amministrazione”, ma anche dopo, in diverse persone mi hanno sollecitato a tornare a scrivere della città. E va detto che perlopiù si è trattato di persone di centrodestra, qualche consigliere, qualche amico. Con pazienza inizialmente ho tentato di spiegare: “Guarda, la politica viterbese è veramente imbarazzante. Neppure capace di esprimere un assessore autoctono, indigeno. E un fatto del genere è passato liscio, liscio, come fosse normale. Che vuoi commentare? A chi ti rivolgi? Con chi apri un dibattito, con gente che non sa neppure programmare lo sfalcio dell’erba? Ma di che parliamo…”. E poi aggiungevo: “Sto scrivendo un piccolo saggio, per le mie capacità molto impegnativo, sullo stato totalitario, prendendo spunto da una analisi storica dei libri della scuola elementare fascista. Mi diverte troppo. Poi la casa editrice a cui stiamo dando vita, mi impegna troppo. Mi diverte troppo. Molta fatica, ma anche molti stimoli intellettuali, come non mi succedeva da anni. La politica viterbese veramente mi appare lontana. Noiosa. Dilettantesca”.

Come dire: vuoi mettere il tentativo di definire che cosa è uno stato totalitario, rispetto alla politichetta fatta da moglie e marito, fatta di politicanti che si improvvisano giornalisti, di falsi giornalisti che, a pagamento, scrivono immondizie, di giornali clandestini… E si tratta di casi diversi. Ma siamo in Italia, lo stato di diritto è un orpello, le leggi son gride manzoniane, la politica è una pantomima. 


Piazza delle Erbe - I leoni in marmo di Pio Fedi sgretolati…

Piazza delle Erbe – I leoni in marmo di Pio Fedi sgretolati…


Ma poi all’ennesima sollecitazione, all’ennesima volta che ti dicono “Ma non vedi in che stato è la città, mai vista una situazione simile e tu stai zitto, nel tuo studiolo…”.

Un po’ come le tentazioni di Cristo, ma non essendo Cristo, ho ceduto alle tentazioni. E allora mi son detto: a chi mi rivolgo? Con chi apro un dibattito autentico? Risposta della voce interiore: “Stupido! Da quando hai sette anni ti occupi di politica e non hai neppure capito a chi rivolgerti? Ai cittadini, fesso, a chi ti vuoi rivolgere?”.

E allora buttati alle spalle i ragionamenti troppo intelligenti per uno che viene dalle case popolari, ragionamenti tipici degli pseudointellettuali al soldo di questo o quel politico, mi sono venute in mente la parole del grande intellettuale palestinese: “Che i morti seppelliscano i morti” (Lc 9, 59-60). E si riparte. Proprio come mi chiedeva un amico che chiameremo “Paolo”…

E allora nella migliore tradizione del giornalismo anglosassone e di un piccolo giornale come Tusciaweb da 100mila lettori al giorno, ho deciso di ridare, ancora una volta, la parola ai cittadini. Prima con una petizione che chiede di andare alle urne per dare alla città una nuova chance di buon governo. Poi con il voto. Sempre le persone intelligenti, troppo intelligenti, mi hanno spiegato che sono un illuso. Ma domanda: “A che serve essere tanto intelligente se non si fa mai nulla?”. Altri intelligentissimi mi hanno spiegato: “Mica crederai davvero con la tua petizione di mandare a casa sindaco e giunta?”. A parte che il fine è in realtà di salvare questa povera città, noi mettiamo sul tavolo semplicemente una azione politica. Anche se non partitica.

E ancora mi sono tornate in mente le stesse parole del grande profeta: “Che i morti seppelliscano i morti”. E allora abbiamo lanciato la petizione “La città allo sbando – Subito alle urne per eleggere una nuova amministrazione”. E sorpresa. Non so se Arena, che va detto mi pare anche un po’ una vittima di tutta questa mediocrità politica, più che il lupo cattivo, se ne andrà via. Ma in tre giorni quasi cinquemila cittadini hanno aderito alla petizione. Hanno aderito con nome e cognome. Leggendo i nomi buona parte sono di centrodestra. E hanno subito capito che a noi non interessa chi vincerà le prossime elezioni. Potrebbe essere di nuovo il centrodestra, magari con una classe dirigente degna di questo nome. Non ci interessa se questo o quel politico ci perde o ci guadagna. Noi facciamo un altro mestiere. A noi interessa solo che la città torni a vivere. Un giornale piccolo ma vero come capita ai giornali locali sta sempre dalla parte dei cittadini, della città. Come dire non teniamo famiglia, come capita a molti politici viterbesi.

E va detto che i viterbesi, i cittadini viterbesi, di destra, di sinistra, di centro, di sopra e di sotto, hanno subito capito. Anche perché ci conoscono e ricordano che abbiamo chiesto di andare a casa a Gabbianelli, a Marini e pure a Michelini. Per ragioni diverse ma in parte simili. Al centro sempre la città e i cittadini. Qualche, oramai raro, asino non capisce neppure una cosa semplice come questa…

Come diceva qualcuno, i cittadini hanno adottato l’ortopedia del camminare eretti (Ernst Bloch). Hanno ripreso in mano la propria dignità di cittadini. Hanno detto a chiare lettere: “Non siamo sudditi”. E ovviamente si tratta della punta dell’iceberg. Ai superintelligenti, ai politici di lungo corso, ai politici improvvisati e dell’improvvisazione converrebbe non sottovalutare la rabbia e l’amore per la propria città allo sbando di migliaia di cittadini. Sarebbe un errore. Un errore politico. 

Alle volte l’ingenuità fa brutti scherzi. E la politica spesso vive di grandi ingenuità.

E ancora: “Che i morti seppelliscano i morti”. E che gli imbecilli, al servizio di chi comanda, seppelliscano gli imbecilli. Vedremo come andrà a finire questa, comunque bella, storia di democrazia e di speranza. Bella in ogni caso. Per chi conosce i fondamentali della politica e della democrazia. Il solito asino certo non capisce. Non c’è di peggio dell’asino di turno che vuol far lezione.

E voglio dirlo con chiarezza. Questi cittadini, che con grande dignità, firmando la petizione e mettendoci la faccia, vogliono riprendere in mano il futuro della loro amata città, mi vengono in mente quando dico “democrazia”, quando dico “speranza”… Un abbraccio a tutti loro. Ci stanno dando una lezione di speranza.

Carlo Galeotti


P.s. Lo sfarinamento dei leoni di piazza delle Erbe scolpiti dal grandissimo Pio Fedi, sono il simbolo del crollo della città. Una classe dirigente dovrebbe capire i simboli e non dovrebbe buttare nel cesso, l’opera di un grande viterbese che può vantare, tra le tante cose, la presenza di una sua scultura, il Ratto di Polissena, nella loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria a Firenze. La piazza più importante e bella del mondo.
Neppure un minuto questa classe dirigente ha dedicato a questo piccolo fatto. Una vergogna. Un simbolo del disfacimento della città.

Firenze - Il Ratto di Polissena del viterbese Pio Fedi

Firenze – Il Ratto di Polissena del viterbese Pio Fedi nella loggia Lanzi


– Clicca per votare la petizione: La città allo sbando – Subito alle urne per eleggere una nuova amministrazione a Viterbo


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